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PM – Calciomercato Milan: ciliegina sulla torta vendendo gli esuberi? Ecco come

Zvonimir Boban e Ivan Gazidis, dirigenti del Milan, a Milanello (credits: acmilan.com)

Il Milan è al lavoro per piazzare quei calciatori non funzionali al progetto tecnico di Marco Giampaolo. Si cerca un tesoretto per un ultimo acquisto

Daniele Triolo

CALCIOMERCATO MILAN - Mancano 20 giorni alla fine della sessione estiva del calciomercato2019 e la dirigenza del Milan è molto impegnata nel tentativo di mandare in porto tutti i piani che erano stati prefissati alla fine del mese di maggio.

Andava rinforzata la squadra in settori chiave e ciò è stato fatto: sono arrivati Theo Hernández (20 milioni dal Real Madrid), Rade Krunic (8, dall’Empoli), Rafael Leao (30, dal Lille), Ismael Bennacer (16, dall’Empoli) e Léo Duarte (11, dal Flamengo), tutti acquistati a titolo definitivo e messi sotto contratto per cinque anni.

Spesi tanti soldi, 85 milioni di euro, cifra che salirebbe fino a 92 milioni se si considerano i bonus, nell’ambito, però, movimenti ampiamente sostenibili per il bilancio del Milan. Questo perché, in merito alla stagione 2019-2020, le quote di ammortamento annuo dei cartellini dei cinque nuovi innesti, pari a 17 milioni di euro (4 per Theo Hernández, 1,6 per Krunic, 6 per Leao, 3,2 per Bennacer e 2,2 per Duarte) sono state tutte ‘coperte’ dalla cessione di Patrick Cutrone al Wolverhampton per 18 milioni di euro più bonus fino a 23-24 milioni.

Al contempo, poi, la società ha cominciato a restringere un po’ il monte ingaggi: rispetto la stagione 2018-2019, infatti, sono usciti dai conti del Milan gli stipendi lordi di Tiémoué Bakayoko (5,5 milioni), Andrea Bertolacci (3,7), Riccardo Montolivo (4,6), Ignazio Abate (4,2), Cristián Zapata (3,1), José Mauri (2,6), lo stesso Cutrone (1,8) e Stefan Simic (550mila euro). Un risparmio totale di 26 milioni di euro, parzialmente attenuato dall’inserimento a bilancio degli stipendi lordi di Theo Hernández (2,55 milioni), Krunic (1,9), Rafael Leao (2,55), Bennacer (2,4) e Duarte (1,55).

Un incremento di 11 milioni di euro totali (gli stipendi lordi dei tre calciatori provenienti dall’estero sono stati calcolati con il Decreto Crescita, n.d.r.), che porta quindi il risparmio totale a circa 15 milioni di euro. Importante questa manovra in ottica UEFA, giacché il Milan, pur non essendo obbligato visto l’assenza ‘forzata’ dalle competizioni europee, ha intenzione di riallinearsi presto ai parametri del Fair Play Finanziario (FFP), piuttosto stringenti, dettati dall’organismo di Nyon.

E qui, quindi, il mercato in entrata del Milan si è fermato. Questo perché il Diavolo, adesso, per andare avanti con le trattative per acquistare quella ‘ciliegina sulla torta’ che completerebbe la sessione estiva e la squadra di Giampaolo, da più parti indicata come l’attaccante argentino Ángel Correa dell’Atlético Madrid, ha bisogno di far quadrare un po’ i conti. Innanzitutto, sarebbe opportuno cedere qualche giocatore per sfoltire la rosa, visto che il Milan giocherà soltanto il campionato (e la Coppa Italia).

Quest’operazione consentirebbe, innanzitutto, di diminuire il saldo negativo di questo mercato, che è di 62 milioni di euro (69 se si considerano i bonus), poiché, a fronte dei cinque acquisti sopraindicati per 85 milioni, sono stati incassati 23 milioni (tutti di plusvalenza) dalle cessioni di Cutrone e dell’ex difensore della Primavera milanista, Tiago Djaló, al Lille per 5 milioni. Dal conteggio abbiamo ‘stornato’ le cessioni a titolo definitivo di Gian Filippo Felicioli al Venezia e di Simic all’Hajduk Spalato poiché non hanno generato grandissimi introiti a bilancio.

Il Milan è, al momento, dunque, ampiamente entro i limiti del budget mercato (80 milioni di euro) che era stato stanziato per questa sessione dal fondo Elliott Management Corporation, ma, per esempio, vendere due-tre giocatori a 15 milioni di euro darebbe la possibilità al club di Via Aldo Rossi per finanziare un ultimo, grande colpo in entrata, consentendo un aumento dei ricavi dalle cessioni, un ulteriore abbattimento del monte ingaggie della voce ‘costi in bilancio’, giacché andrebbero eliminate dai conteggi le quote di ammortamento annue dei cartellini dei calciatori ceduti.

I giocatori a cui il Milan, da tempo, sta pensando di sacrificare per far quadrare la situazione sono quegli elementi che risultano poco funzionali al progetto tecnico di Giampaolo, ovvero Diego Laxalt (il cui valore del cartellino, oggi, è fissato a 10,5 milioni di euro), uno tra Ivan Strinic (preso a parametro zero) e Ricardo Rodríguez (7,1 milioni), Samu Castillejo (15) ed André Silva (20,8). In particolare, una cessione a titolo definitivo di Laxalt, Castillejo e Silva, per i quali il Milan chiede 12, 15 e 30 milioni di euro, per ipotesi, farebbe diminuire il saldo negativo del mercato rossonero a  soli 5 milioni (ed a quel punto Correa non sarebbe più un sogno), sparire circa 14 milioni di quote ammortamento annue dei cartellini (rendendo possibili, per assurdo, due acquisti da 35 milioni di euro con contratto quinquennale) e consentirebbe un risparmio, sul monte stipendi lordo, di poco più di 9 milioni di euro.

Prendendo sempre per buone le cifre ipotetiche per la cessione di Laxalt, Castillejo e Silva, il Diavolo genererebbe anche una decina di milioni abbondanti di plusvalenza (1,5 da Laxalt, 9,2 da Silva, nessuna minusvalenza da Castillejo), indispensabili per l’aumento del fatturato e per stare, sostanzialmente, attaccati a quella fatidica quota dei 40 milioni di euro che la UEFA pone, in generale, come obiettivo per le società sotto 'Settlement Agreement' che devono rispettare i paletti del FFP.

Il Milan, sotto 'SA', non c’è ancora ma ci andrà. Ecco perché la società si sta muovendo in questo senso e perché spera di poter mandare in porto i suoi piani senza dover, necessariamente, sacrificare sul mercato i gioielli Gianluigi ‘Gigio’ Donnarumma e Jesús Suso. La cessione di due uno dei due, infatti, consentirebbe ai rossoneri di incamerare plusvalenze dorate (60 e 35 milioni di euro), sgravare il bilancio da ingaggi lordi pesanti (11,1 e 5,5 milioni, ma Suso ha chiesto il raddoppio dello stipendio, n.d.r.) e diminuire in maniera sostanziale il saldo negativo di questo mercato (nel caso di Donnarumma, addirittura, una cessione a quelle cifre sistemerebbe subito il rosso di bilancio del club), ma, al contempo, indebolirebbe la squadra nella corsa ad un posto in Champions League

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