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SERIE A

Monza: dal sogno di Berlusconi e Galliani al brusco risveglio in Serie B

Monza: dal sogno di Berlusconi e Galliani al brusco risveglio in Serie B - immagine 1
La favola brianzola, intessuta con ambizione e investimenti sotto l'egida di Silvio Berlusconi, ha conosciuto un epilogo amaro
Alessia Scataglini
Alessia Scataglini

La favola brianzola, intessuta con ambizione e investimenti sotto l'egida di Silvio Berlusconi, ha conosciuto un epilogo amaro. Dopo tre stagioni di assaggi di gloria e sogni continentali accarezzati, il Monza è costretto a riabbracciare la Serie B. Un destino beffardo per un club che, nel 2018, ambiva a una scalata apparentemente impossibile dalla terza serie al palcoscenico più prestigioso del calcio italiano.

Monza, la parabola Berlusconi-Galliani: dall'illusione europea al ritorno in Serie B

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L'impronta del "Cavaliere", artefice di una trasformazione radicale attraverso intuizioni brillanti e un progetto lungimirante, aveva proiettato il Monza in una dimensione inesplorata. Eppure, la stagione corrente ha rappresentato una brusca frenata, un risveglio traumatico da un'illusione che sembrava solidificarsi di giornata in giornata. Ripercorriamo l'ascesa fulminea e la repentina discesa di una squadra che ha incarnato la visione, a volte eccentrica, del suo compianto patron.


L'arrivo di Berlusconi al Brianteo, salutato da un'ovazione colma di aspettative, inaugurò una nuova era. L'obiettivo dichiarato era la Serie A, un traguardo raggiunto con audacia e una gestione che, pur tra qualche stravaganza, si rivelò efficace. L'impronta del "Cavaliere", con le sue direttive talvolta pittoresche, diede un'identità precisa al club. La promozione dalla C alla B fu il primo passo di un'ascesa che pareva inarrestabile, alimentata da acquisti di giocatori capaci di infiammare la piazza.

L'approdo in Serie A rappresentò l'apice di un sogno. Il Monza, con un gioco spumeggiante e risultati sorprendenti, si impose come una realtà inattesa, flirtando addirittura con le competizioni europee. La figura di Berlusconi, con le sue esternazioni spesso sopra le righe, divenne parte integrante del racconto di una squadra che osava sfidare i giganti del calcio italiano.

Tuttavia, la scomparsa del carismatico presidente ha innescato una dinamica involutiva. La stagione successiva, priva della sua guida e del suo carisma, ha visto il Monza smarrire la bussola. La brillantezza del gioco si è affievolita, i risultati negativi si sono accumulati inesorabilmente, e la retrocessione, un'eventualità remota fino a poco tempo prima, si è materializzata come un incubo.

Il ritorno in Serie B segna la fine di una parentesi straordinaria, un'epoca in cui il Monza, sospinto dalla visione di un uomo fuori dal comune, aveva assaporato le gioie della massima serie. Resta l'eco di un'ambizione sfrenata, di un tentativo audace di sovvertire le gerarchie del calcio. Ma le storie, talvolta, prendono pieghe inaspettate, e il sogno brianzolo si è bruscamente interrotto, lasciando dietro di sé l'amaro sapore di un'occasione sfumata e la necessità di ricostruire, ancora una volta, dalle fondamenta. Il futuro del Monza è ora un libro ancora da scrivere, lontano dalla luce abbagliante della Serie A, ma con la consapevolezza di aver vissuto un'avventura irripetibile sotto la guida di un presidente che ha saputo infondere un'anima e un'ambizione uniche a un piccolo club di provincia. LEGGI ANCHE: Milan, Sottil e una fatica già profetizzata: risuonano quelle parole del padre ...>>>