È notizia di questi giorni il risultato dell’inchiesta relativa al progetto di costruzione del nuovo stadio della Roma. La Procura capitolina ha indagato su un ampio fenomeno di corruzione che ha coinvolto molti soggetti, dai politici ai consulenti, agli imprenditori. Tra questi, a finire nell’occhio del ciclone, c’è stato soprattutto Luca Parnasi, imprenditore romano addentrato principalmente nell’ambito immobiliare ed edilizio. L’indagine ha portato agli arresti di nove persone (tra cui Parnasi e cinque suoi manager) e 16 indagati.
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Progetto Stadio – Parnasi era interessato anche a quello del Milan
L'imprenditore romano Luca Parnasi, arrestato per corruzione, avrebbe avuto rapporti anche a Milano per la costruzione del nuovo stadio
Secondo quanto si è appreso da Il Sole 24 Ore, l’accusa rivolta all’imprenditore romano è di aver creato “un modello di corruzione sistemica per mettere a frutto il rapporto preferenziale con il Movimento 5 Stelle, così da aggirare la macchina burocratica per la costruzione del Nuovo Stadio della Roma”. In sostanza tale rapporto si sarebbe palesato attraverso l’offerta di mini tangenti (camuffate da assunzioni di figli) e consulenze liquidate con fatture fasulle: sono state queste le ipotesi avanzate dal Procuratore aggiunto di Roma, Paolo Ielo, e del sostituto, Barbara Zuin, che hanno ottenuto così il fermo dal gip.
Ma secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Luca Parnasi si sarebbe interessato anche della costruzione del futuro stadio del Milan, dopo essersi assicurato quello della Capitale. Nel capoluogo lombardo, però, non ha avuto ciò che sperava di ottenere. Questo grazie al lavoro e alla professionalità dell’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran. Secondo un’intercettazione comparsa sul quotidiano milanese, l’assessore non si sarebbe ‘piegato’ al tentativo di corruzione messo in atto da Parnasi, attraverso un suo collaboratore: nella telefonata si parlava di una proposta di appartamento. L’ordinanza del gip Tomaselli, a questo proposito, parla chiaro: “Si tratta di un metodo corruttivo che l’organizzazione ha tentato di esportare. In questo caso, con evidente insuccesso”.
Sempre sul Corriere della Sera si parla anche di un colloquio che l’imprenditore romano ha avuto con il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala: “Sto facendo una marea di cose col Milan, proprio ieri ero dal Sindaco Sala a parlare dello stadio del Milan per fare una roba...”. Ma il Sindaco avrebbe ribadito che con Parnasi la trattativa non sarebbe nemmeno iniziata. Il motivo? L’immobiliarista intendeva costruire lo stadio in una zona centrale della città (scalo Farini). Una proposta “irricevibile” ha commentato il numero uno di Milano: “Il Comune ha avviato da anni un progetto di riqualificazione preciso: in quell’area deve nascere un parco e arrivare l’Accademia di Brera, non di certo un impianto sportivo da 50mila spettatori”.
L’idea di introdursi nei progetti relativi alla costruzione degli stadi di Roma e Milan è stata esposta dallo stesso Parnasi anche al Presidente del CONI, Giovanni Malagò. È ciò che si legge in un informativa dei Carabinieri allegata agli atti dell’indagine sull’impianto capitolino: «Dalle conversazioni di maggior rilievo emerge chiaramente una stretta relazione tra Malagò e Parnasi, i quali interloquiscono tra loro anche di questioni inerenti la progettualità relativa allo stadio della Roma e allo stadio del Milan». I contatti tra i due, si legge ancora nell’informativa, riportata anche dal quotidiano Il Messaggero, sarebbero avvenuti tramite il compagno della figlia di Malagò, un tale Gregorio, affinché i due interessati trovassero “una possibile intesa professionale”. In pratica il numero uno dello sport italiano “si offre come tramite per interloquire con i personaggi istituzionali, ovvero con la dirigenza della squadra calcistica”. Ecco invece cosa ha detto Fassone sul nuovo stadio del Milan.
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