In meno di dieci giorni, Conceição conquista il suo primo trofeo in Italia. Una partenza quasi da record, celebrata con sigaro e balli nello spogliatoio, in perfetto stile NBA. I tifosi sono in delirio, i social esaltano la nuova energia della squadra. Le prospettive sono incoraggianti: il Milan è indietro in campionato, ma la rimonta è possibile; in Champions la qualificazione agli ottavi è vicina; resta poi la Coppa Italia, un obiettivo concreto.
Le prime crepe
—Tornati in Italia, l’entusiasmo è alle stelle. Ma già alla prima partita qualcosa si incrina: il pareggio per 1-1 contro il Cagliari lascia un sapore amaro. La settimana successiva arriva anche la prima sconfitta, proprio contro la Juventus battuta a Riad.
Anche quando arrivano le vittorie (Como, Girona, Parma), il Milan fatica e non convince. E Conceição appare sempre più nervoso. La tensione esplode dopo il sofferto 3-2 contro il Parma, quando il tecnico portoghese sfiora lo scontro fisico con Davide Calabria. “Solo un’incomprensione”, minimizzano i protagonisti, ma la sensazione che qualcosa si stia incrinando è evidente. A peggiorare il clima, le continue voci di mercato che destabilizzano ulteriormente lo spogliatoio.
La caduta libera
—Il crollo più pesante arriva in Champions League: il Milan spreca la prima occasione per accedere agli ottavi, perdendo 2-1 contro la modesta Dinamo Zagabria. La dirigenza prova a reagire con un mercato ambizioso, portando in rossonero Walker, Gimenez, Joao Felix, Bondo e Sottil.
La vittoria in Coppa Italia contro la Roma, grazie ai debutti brillanti di Gimenez e Joao Felix, sembra riportare un po’ di fiducia. Anche il successo di Empoli lascia intravedere una ripresa. Ma è solo un’illusione. Il doppio confronto con il Feyenoord nei playoff di Champions sancisce il tracollo definitivo: prima una papera di Maignan all’andata, poi la sciagurata espulsione di Theo Hernandez al ritorno. Il Milan esce dalla competizione, e in campionato la situazione precipita con tre sconfitte consecutive.
Conceicao cerca disperatamente una svolta, ma la corsa impazzita continua. E quando questa giostra finalmente si fermerà, anche il tecnico portoghese potrebbe aver bisogno di tempo per ritrovare l’equilibrio.LEGGI ANCHE: Milan, Pulisic: che differenza con Fonseca e Conceicao. I numeri non mentono>>>
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