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INTERVISTE

Nainggolan si difende: “Chiesi 100mila euro al trafficante per debiti di gioco, non altro”

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Radja Nainggolan torna a parlare della vicenda che lo ha visto arrestato a fine gennaio con l'accusa di traffico di droga
Alessia Scataglini
Alessia Scataglini

Radja Nainggolan torna a parlare della vicenda che lo ha visto arrestato a fine gennaio con l'accusa (poi decaduta) di traffico internazionale di droga. Intervistato dal programma televisivo belga Bar Goens, l'ex centrocampista di Cagliari, Roma e Inter ha fornito la sua versione dei fatti, ammettendo di aver chiesto un prestito di 100mila euro a Nasr-Eddine Sekkaki, noto trafficante di stupefacenti.

Nainggolan: "Prestito dal trafficante per il gioco, la droga non c'entra"

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"Non erano loro ad aver bisogno di soldi, ero io. La gente crede a quello che legge sul giornale, ovvero che io sia il perno di un caso di droga. Ma non esiste alcun legame con la droga. Perché avevo chiesto una cifra simile? Debiti di gioco e conti bloccati a causa del divorzio", ha spiegato Nainggolan.


Il belga ha poi ricostruito la dinamica del prestito: Sekkaki gli avrebbe consegnato il denaro in contanti, prelevandolo dal conto della madre, e Nainggolan lo avrebbe restituito in seguito tramite bonifici bancari, spesso camuffati come "investimenti in edilizia", per importi variabili tra i 5.000 e i 30.000 euro. Secondo quanto dichiarato dal giocatore, il debito sarebbe stato completamente saldato.

La confessione di Nainggolan non sorprende del tutto, data la sua nota problematica con il gioco d'azzardo. Un episodio emblematico risale al 2018, quando fu vittima di una truffa da 150.000 euro in un casinò di Monte Carlo, orchestrata da un'organizzazione specializzata nella clonazione di assegni. Questa nuova rivelazione getta una luce diversa sulla vicenda giudiziaria che lo ha coinvolto, spostando il focus dai presunti legami con il traffico di droga ai suoi problemi finanziari legati al gioco.