Sulla vita da persona normale: "Io che cammino tranquillo a Roma? E' impossibile ancora, speravo che una volta smesso... invece niente. Se è finita con la carriera? Sì assolutamente, ora giro il mondo. Se aiuto a casa mia moglie? Sì, io faccio la spesa e metto a posto la roba quando torno a casa. Comunque o giro il mondo o faccio la spesa, eh. Io sono una persona normale come tutte le altre".
Sulla carriera alla Roma: "I goal? Li ho rivisti tante volte. Ho coronato il mio sogno, la cosa più bella, ovvero di stare alla Roma per sempre. Sono nato con la Roma e morirò con la Roma. Questa è la mia frase che mi porterò sempre dentro. Mi manca tanto giocare, oggi gioco a calciotto, ho accorciato il campo. La passione non si spegnerà mai".
Sull'esordio da raccattapalle: "Mi sono fatto i soldi al Flaminio perché quando un giocatore avversario andava a calciare un angolo gli tiravano i gettoni. Io li raccoglievo e una ventina di mila lire me le facevo tranquillamente a ogni partita. Io poi cominciai alla Lodigiani, un giorno il presidente chiamò i miei genitori e gli disse che avevo due opzioni: Roma o Lazio. Mio fratello diede i calci sotto il tavolo a mia madre che ovviamente scelse Roma".
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