Su Andriy Shevchenko: “Il più forte che ho marcato era Shevchenko. La mia qualità migliore era la lettura dell’azione e dei movimenti degli attaccanti, ma con Shevchenko facevo fatica. Non riuscivo a toccarlo, perché era talmente intelligente che non si faceva marcare”.
Su Antonio Conte: “Antonio Conte aveva una metodologia con De Canio differente. Ha fatto il secondo perché doveva farlo, ma quando parlava con noi in disparte si vedeva che aveva un’altra mentalità. Io l’ho avuto a Siena, lo conosco personalmente, l’ho sentito anche a inizio stagione e sapevo che avrebbe fatto bene a Napoli”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA