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INTERVISTE

Di Biagio ricorda la Nazionale di Sacchi e Maldini: “Era un’Italia di campioni”

Luigi Di Biagio
Il CT dell'Arabia Saudita U23 ed ex allenatore della SPAL, Luigi Di Biagio, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Radio Serie A
Alessia Scataglini
Alessia Scataglini

Il commissario tecnico dell'Arabia Saudita U23 ed ex allenatore della SPAL, Luigi Di Biagio, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Radio Serie A dove ha parlato della sua carriera. Di seguito, alcuni dei passaggi più interessanti con alcuni riferimenti anche ai derby di Milano contro il Milan e alla Nazionale italiana.

Di Biagio: "I derby contro il Milan? Sentendoli meno rispetto a Roma li giocavo meglio"

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"A Milano i derby sentendoli meno rispetto a quelli romani li giocavo meglio e facevo spesso gol. Subito sintonia con l'ambiente nonostante Ronaldo e Vieri si fecero male il primo anno e questo complicò le cose. Porto dentro di me l'orgoglio di aver vestito la maglia nerazzurra, prestigiosa, blasonata, riconosciuta nel mondo. La gestione di Moratti era molto simile a quella di Sensi".


Sulla Nazionale

"Quattro CT diversi (Sacchi, Zoff, Maldini, Trapattoni), ognuno aveva il suo modo di pensare. Era un'Italia di campioni. Non solo il gruppo ma la scelta del singolo faceva la differenza. Carisma e personalità di tutti gli allenatori che ho avuto. Due Mondiali e un Europeo nel curriculum non li hanno tutti. Esperienze indelebile nonostante qualche dolore che rimane indelebile. A volte devi trovarti nei posti giusti nei momenti giusti".

Sul Foggia di Zeman

"Foggia è stata una tappa fondamentale per la mia carriera a 21 anni. Avere Zeman come allenatore è stata una grande fortuna. Coraggio, lavoro, calcio offensivo. Ho scoperto tutto questo. Arrivò anche la convocazione in Nazionale a 22 anni con Baggio, Baresi, Maldini. Non ci credevo. In quegli anni si parlava di Foggia ovunque, giocavamo benissimo. Avevo sempre tante soluzioni in campo giocando da centrocampista centrale. C'erano giocatori di altissimo livello. Kolyvanov, Stroppa e Roy erano impressionanti".