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Milan, Baresi: “Berlusconi mi fece un regalo speciale. Vi dico un aneddoto su Rivera..”

Baresi: 'Berlusconi mi diede un pallone d'oro. Milan, famiglia e salvezza per me'
Franco Baresi, vice presidente onorario del Milan, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista sul suo passato in rossonero
Fabio Barera
Fabio Barera Redattore 

Franco Baresi, vice presidente onorario del Milan, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista durante un evento presso il teatro Careni a Pieve di Soligo, soffermandosi sulla sua esperienza in rossonero. Ecco, dunque, le sue parole riportate da 'IlNordEst'.

Milan, Baresi a 360°: Berlusconi, Rivera e la Serie B

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Baresi, cosa c’è dietro una carriera di successo come la sua? «C’è la fortuna, indubbiamente, il talento non basta. È importante non dimenticare mai da dove si arriva, le proprie origini, chi ti ha sostenuto durante il cammino. Ho avuto un’infanzia non facile, ma sono riuscito a trasformare dolore e rabbia in determinazione e caparbietà. Di certo ho avuto anche la fortuna di incontrare le persone giuste nel momento giusto. Persone che mi ha hanno inculcato valori importanti, come educazione e rispetto».


Il Milan, la sua squadra, è stata praticamente una scelta di vita... «Il Milan è per me una seconda famiglia, un’àncora di salvezza. Quando ero ragazzino sono stati attenti a quello di cui avevo bisogno, l’aspetto umano è fondamentale, perché prima dell’atleta c’è la persona».

San Siro è il suo stadio, si ricorda la sua prima volta nel tempo del calcio milanese? «Ricordo un’emozione grandissima, pensate che sono passato da un paese di diecimila abitanti alla metropoli che è Milano. Lo stadio l’avevo visto solo in tivù, non avrei mai pensato di giocarci, di diventare quello che sono diventato e di vincere quel che ho vinto».

Il suo esordio avvenne a 17 anni a Verona. Cosa ricorda di quel periodo? «In particolare ricordo di aver avuto la fortuna di giocare con Gianni Rivera, lui era a fine carriera. Abbiamo giocato insieme solo due anni, ma sono stati anni preziosi, nel quale ho potuto imparare tanto da lui, osservando come si muoveva, come gestiva certe situazioni, la sua eleganza e la sua attenzione per chi giocava meno, per chi stava in panchina, che faticava in allenamento come i titolari».

Lei si è messo al braccio la fascia di capitano a soli 22 anni. Cos’ha provato? «Non è stato un momento facile, perché andammo in serie B. Ma ho capito strada facendo quanto importante sia fare attenzione al bene della squadra più che al proprio personale, io non parlavo moltissimo, ma ha cercato di dare l'esempio con i fatti».

Si dice che lei sia stato anche il preferito del presidente Silvio Berlusconi... «È stato un presidente straordinario, per le idee e la capacità di trasmettere a tutto l’ambiente l’innovazione e la sua competenza. C’era un legame speciale, volle regalarmi nella partita d’addio anche un pallone d’oro, quello che non ho mai vinto. Il Milan ritirò inoltre anche la mia maglia numero 6».  LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan, chi è Mastantuono? Come gioca e i suoi numeri | VIDEO >>>