Sulla stagione: "Il Milan ha insegnato che si può vincere anche con calciatori con qualità limitate. L’importante è saperli guidare bene, non solo durante l’allenamento, anche fuori dal campo. Ovviamente mi riferisco a Paolo Maldini, che ha sostenuto Pioli e vigilato su giocatori come Theo e Leao e ha preso tanti giovani capaci di rendere oltre i propri limiti. Il disordine tattico non è solo responsabilità dell’allenatore, o dei calciatori. Manca una figura capace di dialogare con queste due entità, questa è una lacuna societaria. Ci rimettono tutti, anche sotto il profilo della credibilità".
"Mercato di clamore e di nomi che non hanno reso"
—Sul lavoro di Antonio Conte: "La stagione del Napoli è emblematica: i partenopei hanno giocatori forti, altri meno forti ed altri ancora che non si pensava potessero portare la squadra a vincere. Il lavoro di Conte è stato talmente valorizzante che ha fato emergere giocatori che non si pensava potessero farlo. Al Milan non è passato il messaggio di quanto pesi la maglia dei rossoneri, la storia, la tradizione. È necessario avere figure che sappiano cosa significa stare al Milan e che possano guidare i ragazzi all’interno di questo percorso. I calciatori possono sempre migliorare nel giusto contesto".
Sul mercato del Milan: "Quello del Milan è stato un mercato di nomi e di clamore, sia in estate che a gennaio. Ma questi nomi non hanno reso. Questo perché chi ha acquisto i giocatori non è intervenuto sulle teste dei ragazzi. È mancata la comunicazione rispetto a certe situazioni. Conceiçao ci ha messo la faccia e verso la fine ha trovato anche la quadra che gli ha permesso di giocarsi un secondo trofeo, ma anche lui è sembrato essere lasciato solo".
Milan, Adani: "Difficile essere ottimisti, c'è confusione"
—Sulle prospettive future: "Faccio fatica a essere ottimista per il futuro, per quanto visto in questa stagione. Le parole di Furlani mi sono sembrate quelle di un notaio, una sorta di atto depositato. Come avverranno le scelte? Quante anime ci sono all’interno della dirigenza? Come prenderà le scelte il prossimo direttore sportivo? C’è troppa confusione. Durante l’anno ho sentito il nome di 10 direttori sportivi e allenatori tutti diversi tra loro. È invitabile chiedersi quale sia la direzione".
Sull’arrivo di Tare: "Tare è una persona seria e questo già cambia parzialmente il volto della società. Moncada nel mondo del calcio è rispettato per le sue competenze nella selezione del giocatore. Un Ds forte prende queste competenze e le abbina a un dialogo continuo con l’allenatore e il gruppo squadra. Dopo Maldini non c’è stato più nulla. Ora con Tare viene aggiunto un tassello importante. In questa stagione la dirigenza non ha minimamente supportato la guida tecnica. Questo dovrà essere il compito principale dell’ex Lazio".
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