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Duarte, il conquistatore: punterà ad essere protagonista nel Milan

Léo Duarte, difensore del Milan (credits: acmilan.com)

Léo Duarte, classe 1996, difensore centrale prelevato dal Flamengo, inizialmente costituirà un'alternativa ai titolari. Vuole, però, cambiare presto le cose

Daniele Triolo

CALCIOMERCATO MILAN - In principio è stato Ozan Kabak; nel mezzo Dayot Upamecano. Alla fine è arrivato Léo Duarte. In questa calda sessione estiva di calciomercato, nella quale il Milan è spesso riuscito a tenere sotto traccia i propri movimenti, era comunque emerso l'identikit di colui che sarebbe diventato, certamente, il nuovo difensore centrale del Diavolo di Marco Giampaolo.

Certamente perché, vista la perdurante indisponibilità di Mattia Caldara, i rossoneri si sono ritrovati, di fatto, con due soli difensori centrali di ruolo, Mateo Musacchio ed il capitano Alessio Romagnoli, con l'aggiunta del giovane Matteo Gabbia, un classe 1999 che, strada facendo, ha anche convinto l'allenatore a fermarlo (almeno per il momento) a Milanello per poterci lavorare su e costruirlo per la Serie A.

L'idea del club meneghino è sempre stata, però, quella di puntare su un centrale giovane, poco costoso in termini di cartellino e di ingaggio, che potesse inizialmente rappresentare un'alternativa alla coppia titolare e poi, gradualmente, crescere per poter insidiare il posto in squadra di Musacchio. Senza fretta, poiché, con un Milan costretto a disputare soltanto il campionato, non si aveva la necessità di allargare poi troppo la rosa.

Il profilo giusto è stato ritenuto essere quello di Duarte, un classe 1996, che il Milan ha prelevato dal Flamengo per 11 milioni di euro. Difensore rapido, veloce ma poco 'elegante', Duarte è stato descritto, da chi lo conosce bene, in molti modi ed è stato paragonato a qualche suo collega, illustre o meno. C'è chi lo ha paragonato, per la capacità in marcatura e nell'uno contro uno, all'ex interista Iván Ramiro Cordoba, colombiano oggi procuratore; c'è chi, invece, ha sostenuto che sia meno valido di Gustavo Gómez, paraguaiano oggi al Palmeiras, che in rossonero non ha lasciato grandi ricordi.

Sulla persona, invece, concordano tutti. Ragazzo fantastico, umile e desideroso di apprendere. Il suo arrivo al Milan è stato 'benedetto' dall'ex compagno di squadra al 'Mengão', il centrocampista Lucas Paqueta, che è stato molto felice di ritrovarlo a Milano, promettendogli il massimo impegno personale per farlo ambientare ed inserire nel più breve tempo possibile nella nuova realtà, molto diversa da quella che Duarte ha sempre vissuto in Brasile. Un particolare, questo, da non sottovalutare perché tanto più rapido sarà l'adattamento in Italia, tanto meglio Duarte potrà fare sul terreno di gioco.

"Si è allenato tre volte, ancora non sa niente del pensiero collettivo della mia squadra", ha detto Giampaolo, nel post-partita di Cesena-Milan, spiegando il perché avesse confinato inizialmente Duarte in panchina per confermare Musacchio. "Al momento la mia coppia titolare, quella che mi dà più garanzie, è Musacchio-Romagnoli". E sono sempre i soliti due, già affiatati dall'intero campionato disputato insieme da titolari nella passata stagione, giocheranno dal 1' alla 'Dacia Arena' contro l'Udinese per il debutto del Milan nella Serie A 2019-2020.

Ma Duarte è lì, pronto a far vedere quanto vale, pronto a dare il via alla rivoluzione sudamericana, per sovvertire le gerarchie del tecnico e ritagliarsi uno spazio importante nella squadra che verrà. Anche, perché no, per prendersi una bella soddisfazione nei confronti di chi, oggi, appare scettico sulle sue qualità e sulla scelta compiuta dal club rossonero. Per lui, garantisce un grande ex come Serginho mentre il ragazzo ambisce, per sua stessa ammissione, anche a fare soltanto la metà di quanto fatto da Thiago Silva in maglia rossonera. Mica male, no?

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