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Van Basten ricorda: “Addio al calcio? Sembrava il mio funerale”

Marco Van Basten (Getty Images)

Marco Van Basten si è raccontato ai microfoni del Corriere della Sera. Il 'Cigno di Uthrect' ha ricordato il momento di depressione dopo l'addio al calcio

Giacomo Giuffrida

NEWS MILAN - Marco Van Basten è stato uno dei più grandi, ma anche sfortunati, calciatori di sempre. Il problema alla caviglia lo ha costretto anzitempo a lasciare il calcio. Strappalacrime il suo giro di campo a San Siro nel giorno dell'addio. L'indimenticabile 'Cigno di Utrecht' si è raccontato al Corriere della Sera, parlando proprio del difficile momento in seguito all'addio al calcio.

"A Milano mi sentivo come se fossi parte di una famiglia. Insieme abbiamo vissuto una vita intera. Mi avete visto nascere, come giocatore e come uomo. Mi avete visto crescere. E purtroppo avete visto la fine. L'addio? Era tutto triste. Erano tristi gli sguardi dei miei ex compagni, che cercai di incrociare il meno possibile, perché mi ero promesso di non piangere. Non fu una festa. C’era tristezza ovunque. Quella del pubblico, e la mia. Correvo, perché non volevo far vedere che zoppicavo, battevo le mani alla gente. E intanto pensavo che non c’ero già più, mi sembrava di essere ospite del mio funerale".

La depressione in seguito alritiro: "Avevo solo 31 anni, non giocavo più da due. Avevo il fegato a pezzi per gli antidolorifici. Avevo un dolore pazzesco a quella caviglia maledetta. Ero disperato. Dopo, quando ne sono uscito, ho capito di aver vissuto qualcosa di simile alla depressione. All’epoca non capivo. Ero troppo concentrato sul mio stare male. Mi chiedevo perché questa sofferenza dovesse toccare proprio a me. Non ho mai trovato una risposta".

Per leggere l'intervista completa di Marco Van Basten:continua a leggere >>>

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