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Juventus, ridotta la squalifica ad Agnelli per la Manovra Stipendi

Andrea Agnelli, ex presidente della Juventus (getty images)
La Corte d'Appello della FIGC ha reso note le motivazioni della riduzione della squalifica ad Andrea Agnelli, ex presidente della Juventus
Fabio Barera Redattore 

La Corte d'Appello della FIGC ha reso note le motivazioni che hanno portato alla riduzione della squalifica di Andrea Agnelli. L'inibizione dell'ex presidente della Juventus si è abbassata da 16 a 10 mesi, mentre l'ammenda da 60 a 40 mila euro. Ecco, quindi, il comunicato ufficiale.

Il comunicato sulla riduzione della squalifica ad Andrea Agnelli

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"In primo luogo, il ricordato contesto storico durante il quale si sono verificati i fatti addebitati. Nel 2020, in piena pandemia da Covid-19 e in un periodo di lockdown totale. E nel 2021, con la ripresa della pandemia non ai livelli del precedente anno, ma, pur sempre con caratteristiche preoccupanti. Si è quindi venuta a determinare una riduzione drastica dei ricavi, in costanza del mantenimento di costi elevati. Che hanno indotto la Lega Calcio serie A e tutte le società sportive ad assumere provvedimenti relativamente alle retribuzioni dei calciatori.


Con questo, non vuol certo dirsi che la prima manovra stipendi e la seconda manovra stipendi possano essere giustificate, stanti le conclamate violazioni accertate e confermate con questa decisione. Ma solo che esse non sono state adottate in un contesto ordinario per fare fronte ad esigenze di bilancio prevedibili. Il che avrebbe potuto addirittura comportare una aggravante. Ma in una situazione di crisi sistemica derivante in gran parte dalla emergenza sanitaria in atto.

Per quanto gravi e rilevanti siano state sul piano economico le due manovre, esse non hanno inciso sul piano del rispetto degli impegni finanziari della società. Poiché le spese (anche i costi nuovamente generati prima della chiusura del bilancio per effetto degli accordi integrativi) risultano essere sostenuti dalla società in esecuzione degli accordi stipulati con i calciatori e con l’allenatore. Infine, va valutato, sul piano sostanziale, che le violazioni del principio di competenza contabile, […] hanno avuto una durata limitata nel tempo, con conseguente attenuazione di possibili pregiudizi per il mondo esterno.

Ed invero, l’aver inserito in bilancio, sia pure tra i fatti successivi al 30 giugno la stipula degli accordi integrativi. Pur non essendo una pratica corretta e leale dal punto di vista della formazione e redazione del bilancio, ha comunque messo il terzo nelle condizioni di avere un quadro complessivo della situazione patrimoniale della società al momento della approvazione del bilancio. Sebbene, lo si ripete, con costi che dovevano essere per competenza riportati all’esercizio e non al post esercizio". LEGGI ANCHE: Milan, Leao conteso da due top club europei >>>

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