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Gattuso, una carriera da Diavolo: le tappe di una vita in rossonero

Redazione

Ambito dalle più grandi: nell’estate del 1999 diventa ufficialmente un giocatore del Milan. La maglia numero 8 (oggi sulle spalle di Suso) è quella che gli viene assegnata, Gattuso non fa assolutamente fatica ad imporsi, a conquistarsi un posto da titolare, né tantomeno a ritagliarsi, sin da subito, uno spazio tutto suo nel cuore dei tifosi milanisti. Chiude il primo anno con 22 presenze e un solo gol ma viene ricordato anche e soprattutto per la tenacia con la quale affrontò Ronaldo in occasione del suo primo derby milanese, disputato il 24 ottobre 1999. Da qui si può intuire perché il soprannome "Ringhio" gli si addice alla perfezione: grinta, aggressività (a volte un po’ troppa), forza fisica e tanto carisma hanno reso il giocatore di Corigliano Calabro un punto di riferimento per lo spogliatoio rossonero e un vero leader per i tifosi. Certamente non dotato di grandissima tecnica (seppur migliorata con il passare del tempo) ma assai abile nel recuperare la palla e, soprattutto, nel contrastare gli antagonisti. Gattuso ha carattere da vendere, non c’è dubbio. Con i rossoneri vince tutto quello che poteva vincere, e forse, anche di più: una Coppa Italia (2002-2003), due campionati (2003-2004, 2010-2011), due Supercoppe italiane (2004, 2011) ma soprattutto due Champions League (2002-2003, 2006-2007), due Supercoppe UEFA (2003, 2007) e una Coppa del mondo per club FIFA (2007).  Come dimenticare l’episodio accaduto il 7 dicembre 2008 durante il match contro il Catania quando si infortuna ma resta comunque in campo per tutti i 90 minuti. Esito della risonanza magnetica qualche giorno dopo: lesione al legamento crociato anteriore del ginocchio destro e stop di sei mesi. Per qualsiasi altro giocatore, non per lui. Rientra prima del previsto per giocare contro la Fiorentina il 31 maggio 2009.

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