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Rivera: “Non c’era dialogo con Berlusconi. Deve decidere se cedere il club”

Gianni Rivera, ex stella del Milan  (credits: Getty Images)

Gianni Rivera ha rilasciato numerose dichiarazioni sul Milan in occasione della presentazione della propria autobiografia a Pompei

Daniele Triolo

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"Gianni Rivera, ex giocatore e capitano del Milan, 12 trofei in rossonero più il Pallone d'Oro 1969, è intervenuto ieri presso il centro commerciale 'La Cartiera' di Pompei in occasione della presentazione della propria autobiografia. Rivera ha rilasciato numerose dichiarazioni, riprese dal sito 'stopandgoal.net', toccando varie tematiche. Non potevano mancare, ovviamente, delle riflessioni legate al Milan ed al suo particolare momento storico, con la società sul punto di passare in mano asiatica.

"Sul suo esordio a 15 anni: “L’allenatore pensò di mettermi in campo perché mi conosceva bene, sapeva che avevo un carattere distaccato ed era tranquillo. Non avendo tanti giocatori nei ruoli fondamentali, ha fatto un tentativo ed è andata bene a me e a lui. Avrei giocato ovunque, sono stato fortunato a fare della mia passione una professione, è una cosa che auguro a tutti”.

"Su Gianluigi Donnarumma: “Esordire così giovane è un fatto eccezionale, soprattutto per un portiere, e in più avere la personalità per avere continuità. Gli dica (rivolgendosi al padre di Donnarumma in platea, n.d.r.) di continuare così”.

"Sulla sua più grande emozione: “Quando ho deciso di comunicare l’addio al calcio. Mi sembrava una cosa scontata, ma mentre la comunicavo mi sono emozionato, quasi quasi me lo rimangiavo. Io forse ho anticipato un po’ i tempi per non complicare la vita all’allenatore”:

"Sul Milan: “Bisogna aspettare che si sistemi tutto, Berlusconi deve valutare se passare di mano o proseguire con le proprie forze. Io credo che Berlusconi abbia capito che deve decidere. Io fuori dal Milan? Quando capii che era difficile dialogare con Berlusconi, presi un’altra strada e accettati di candidarmi. Se si è mai sentito in ombra rispetto a me? Appena si riprende, chiedetelo a lui”.

"Sulla sua carriera da dirigente: “Io Presidente F.I.G.C.? Una volta, quando Abete voleva candidarsi nel ’94, chiesero a me di candidarmi perché cercavamo un sostituito di Nizzola ma non c’erano le condizioni. I club rivolevano Carraro e quindi decisero per il commissariamento. Quando Nizzola si ricandidò, mi ritirai. La vera possibilità ci fu la possibilità che diventassi commissario al posto di Guido Rossi. Quando fecero la giunta del CONI dopo il 2006, il centrodestra voleva me ma fui osteggiato dal centrosinistra”.

"Su Italia-Germania 4-3 dei Mondiali 1970: “Furono supplementari emozionanti, anche per la grande partecipazione del pubblico messicano. La partita fu anche un po’ mediocre. Noi stavamo vincendo, ma Schnellinger, prima che la partita finisse, si era avviato verso gli spogliatoi per evitare noi compagni del Milan, e passando di lì ha fatto gol. Valcareggi? Decise di fare questa staffetta (con Sandro Mazzola n.d.r.), anche perché c’era qualche dirigente che spingeva in questo senso. Nella politica federale dell’epoca ci stava questo genere di cose. Prima di quei mondiali capii che c’era un gioco esterno per non farmi giocare”.

"Sul Milan 'cinese' e sull'ItalMilan: “Intanto bisogna capire se Berlusconi ha voglia di investire nel Milan. Il settore giovanile è il futuro del calcio, perché il settore giovanile del Milan è stato un grande serbatoio. Ormai i grandi acquisti è difficile farli in Italia ma puntando poco sui giovani, puntiamo su stranieri di seconda scelta”.

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