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CorSera – Galliani: “Passione per il Milan immutata: spero arrivi quarto”

Adriano Galliani Milan
Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza, intervistato in esclusiva tra il passato rossonero ed il presente in Brianza: le sue dichiarazioni

Daniele Triolo

ULTIME MILAN - Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza, intervistato in esclusiva dal 'Corriere della Sera' oggi in edicola tra il passato al Milan ed il presente in Brianza. Queste le dichiarazioni di Galliani:

Sul 9 aprile 2017: «Mmm, era quattro giorni prima del closing. Immagino che faccia riferimento a Milan-Palermo, la mia ultima partita da amministratore delegato dei rossoneri».

Sui ricordi particolari legati a quella gara: «Ormai la cessione era nell’aria. Ma ho scolpita nella mente l’esultanza al gol di Cristián Zapata al 95’ nel derby, prima partita dell’era cinese. Ero in un ristorante in Brera e rovesciai piatti e bicchieri. Questo per dire che nonostante non ricopra più cariche all’interno del Milan la passione per i colori è rimasta immutata».

Sulle emozioni con cui attende oggi la sfida di Coppa Italia tra Fiorentina e Monza: «Sono felice certo, ma mi auguro che presto il Monza giochi in certi stadi anche gare di campionato. Grazie alla Fininvest di Silvio Berlusconi, abbiamo effettuato investimenti importanti non solo per il rafforzamento della rosa ma anche per ammodernare lo stadio e il centro di allenamento. L’obiettivo è condurre la squadra in Serie A fra 24 mesi, come ha ricordato il presidente a Villa Gernetto a tutti i dipendenti».

Sulle analogie con i piani di sviluppo adottati al Milan: «La politica è la stessa: rivoluzionare la rosa per vincere subito. Con l’organico attuale potremmo lottare per la promozione in Serie A».

Sulle analogie tra le trattative per Zlatan Ibrahimovic ed Andriy Shevchenko con quella per Nicola Rigoni: «Telefono a Mattia Finotto con lo stesso interesse con cui convincevo i Palloni d’oro. Lo faccio per il Monza che per me non è un’altra squadra. È il club che da bambino andavo a sostenere con mia mamma. È il paletto che ho messo a Berlusconi quando mi ha chiesto nel 1979 di coprire d’antenne il territorio: nel weekend dovevo essere libero di seguire le gare. Per me è un ritorno a casa, come Itaca per Ulisse».

Sulla difficoltà nello scovare calciatori italiani e senza tatuaggi: «A qualche ragazzo mi tocca consigliare di coprirsi con le maniche lunghe della camicia. Privilegiamo non tanto gli italiani, ma chi proprio è cresciuto nella nostra zona. Nella percezione del mondo del calcio il Monza non è considerato una squadra di C ma un club destinato ad altra categoria».

Sul fatto se l'assorbe di più il mercato o la crisi di Governo: «Sono a Ibiza ma mi divido con disinvoltura fra le telefonate con i colleghi di partito e i contatti per la compravendita di giocatori».

Sull'affrontare in Coppa Italia Vincenzo Montella, vecchia conoscenza milanista: «Sono affettivamente legato a Vincenzo, l’allenatore del l’ultimo trofeo sollevato dal Milan. Ho ancora sul telefonino la foto quando alziamo a Doha la Supercoppa nel 2016. Al Franchi andremo in campo leggerissimi, tutto ciò che arriva in più sarà il benvenuto».

Sul momento delle due squadre di Milano: «L’Inter ottenne il Triplete nel 2010, e l’anno dopo il Milan conquistò lo Scudetto. Poi otto anni di dominio bianconero. Mi auguro che Milano possa tornare alla fase d’oro degli anni Sessanta quando entrambe le squadre vinsero due Coppe dei Campioni. Spero che diventi la locomotiva d’italia anche nel calcio come lo è nell’economia».

Sul fatto che non abbiano vinto nulla dopo i passaggi societari: «Ritengo corretto che non si debba giudicare l’operato di una società dopo che è stata venduta. Auguro con tutto il cuore a questa proprietà di riportare il Milan in Champions. Del resto già l’anno scorso ha mancato l’obiettivo per un solo punto».

Sugli sgarbi di mercato tra Fabio Paratici e Giuseppe Marotta: «Premesso che Fabio e Beppe sono due amici e delle loro diatribe ho letto solo sui giornali, per quanto mi riguarda ricordo la sfida con Luciano Moggi per accaparrarsi Alessandro Nesta, uno dei difensori più forti della storia».

Sulla Juventus favorita del campionato: «Mi piace moltissimo Maurizio Sarri che in passato è stato molto vicino al Milan. Ma anche l’Inter ha un tecnico top come Antonio Conte, come il Napoli con Carletto Ancelotti: si giocano le prime tre posizioni e poi spero che il quarto posto sia del Milan».

Sul caso Mauro Icardi 'figlio' dei social: «No, caso mai è amplificato dal maschilismo che governa il mondo del calcio. Se parla Wanda Nara si scatena un uragano ma se grandi agenti come Mino Raiola o Jorge Mendes avessero gli stessi comportamenti nessuno avrebbe nulla da eccepire. Icardi peraltro è fortissimo, se potessi lo prenderei subito».

Su chi sceglierebbe di portare al Monza tra Massimiliano Allegri, Luciano Spalletti e José Mourinho: «Punto sul mio amico Max. Poi se non fosse disponibile mi andrebbero benissimo anche gli altri due».

Su un eventuale Galliani-bis in Senato in caso di elezioni anticipate: «È prematuro parlarne. Se si voterà o meno lo deciderà il Presidente Sergio Mattarella. Che è molto equilibrato, lo scriva». Queste le dichiarazioni del tecnico rossonero, Marco Giampaolo, dopo l'amichevole di Cesena: continua a leggere >>>

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