"Cesc ha dei limiti oggettivi. Il primo è che non sa stare in panchina. Si agita e rincorre il quarto uomo manco fossimo in serie D. A San Siro ci vuole anche un certo stile. Quello che non ha neanche Conceicao, a dirla tutta. Fabregas non è neanche furbo, nel post partita. Sul fuorigioco ha ragione come linea di principio. Va cambiata la regola ma se oggi quella regola è scritta così, non può cambiarla lui a fine partita. Ripeto: nello specifico ha ragione e questa battaglia va combattuta tutti insieme. Un gol non si può annullare per una spalla in fuorigioco che non ti porta alcun vantaggio a 30 metri dalla porta. Non hai segnato per merito di quel millimetro".
"Tornando a Fabregas una cosa che, contro il Milan, ha dato ai nervi è stata l’esasperazione di cercare lo schema sulle palle inattive e sui calci piazzati. Estremizzare un concetto non valorizza un allenatore ma lo rende limitato. D’accordo provare mille volte le cose ma non puoi contro il Milan ogni punizione o calcio d’angolo provare uno schema che non ti riesce. Sei il Como e seppur hai i miliardi per fare la guerra a Putin devi sempre salvarti. Fabregas ha una bella squadra, i singoli sono forti eppure la classifica piange. Questo è un altro grande demerito dell’allenatore. Sicuramente ha delle qualità che nessuno gli toglie".
"Il Como gioca bene, concretizza poco, bene la fase di possesso a due tocchi ma per il resto troppe lacune e troppi black out. In sintesi: Fabregas è bravo ma non è un genio. In Italia ci sono almeno 20 allenatori più bravi di lui. Le big non facciano l’errore commesso da Giuntoli. Non guardate il nome ma guardate gioco ed esperienza. Allenare Bologna e Como è un campionato ma allenare Inter, Juve e Milan è un altro sport". LEGGI ANCHE: Milan, arriva Mendy? Nuova vita per Ibrahimovic. Leao, che attacco! >>>
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