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Milan-Sassuolo, Maldini: “Ibrahimovic? Parliamo, ma diventa difficile …”

Paolo Maldini, DT e responsabile calciomercato AC Milan

Paolo Maldini, dirigente rossonero, ha parlato ai microfoni di 'Sky Sport' prima del fischio d'inizio di Milan-Sassuolo: ecco le sue dichiarazioni

Daniele Triolo

NEWS MILAN - Paolo Maldini, dirigente rossonero, ha parlato ai microfoni di 'Sky Sport' prima del fischio d'inizio di Milan-Sassuolo. Queste le dichiarazioni di Maldini:

Su Roberto Donadoni: "Lo chiamavano 'Osso' perché non mollava mai. Quella squadra giocava in allenamento come se fosse in partita. Io davo palla a lui, la mettevo in banca, e correvo".

Sull'esordio in Serie A ad Udine nel 1985: "Assolutamente inaspettato, c'erano giocatori in panchina con esperienza, presenze in Serie A. Ma sapevo dell'affetto e della considerazione che Nils Liedholm aveva per me. Quella fu la dimostrazione".

"Su cosa ha portato Stefano Pioli nel Milan: "Abbiamo cercato di prendere un allenatore dai concetti forti. Scelta che rifarei. Con Marco Giampaolo non ha però funzionato. Pioli molto diretto, ha sintonia con i giocatori, con i dirigenti. La squadra ha dimostrato di essere buona nelle ultime due partite. Squadra costruita bene, con qualche difetto, per via dell'inesperienza di qualche giocatore".

"Su Zlatan Ibrahimovic: "È un'opzione, abbiamo parlato, continuiamo a parlare. Ci sono anche altre opzioni, però, bisogna dirlo. Più si va in là, più si diventa difficile. E' fermo da mesi, ha giocato l'ultima partita il 28 ottobre: a 38 anni poi riprendere è tosta, io l'ho provata. Se si va avanti, e si rimane sui cinque mesi soltanto a disposizione per giocare, diventa difficile".

"Sulle alternativa di mercato: "Ci muoveremo in base a ciò di cui abbiamo bisogno: giocatori di talento, al di là dei difensori, centrocampisti, attaccanti. Léo Duarte ha problemi fisici, ma Mattia Caldara sta tornando ad un livello buono".

"Sulla dinastia Maldini: "Il fatto che io abbia iniziato a giocare nella squadra dove mio padre ha fatto la storia, alzando la prima Coppa dei Campioni nel 1963, poi alzando 40 anni dopo, sempre in terra inglese, la Coppa, ed ora si affaccia mio figlio Daniel in Prima Squadra. Una bella favola".

"Sui suoi allenatori al Milan: "Liedholm mi ha dato fiducia subito, se avessi iniziato con Arrigo Sacchi avrei trovato più difficoltà perché ha rivoluzionato tutto. Fabio Capello lo ha avuto inizialmente in Primavera, a me ha fatto capire che non dovevo temere nessuno. Carlo Ancelotti è stato l'allenatore perfetto per un finale di carriera". Per le formazioni ufficiali della sfida di 'San Siro', continua a leggere >>>

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