La MLS
“È un campionato molto fisico, con molti giovani che compensano le carenze tecniche con le qualità fisiche. Si corre tanto, ci sono molte partite con andamenti altalenanti, specialmente negli ultimi minuti, quando si aprono spazi. Le squadre stanno migliorando, soprattutto con l’arrivo di molti stranieri. Le limitazioni? Se la MLS permettesse di portare più giocatori, crescerebbe ancora di più. Le restrizioni attuali limitano un po’ questo sviluppo. La decisione di venire qui è stata familiare. Dopo il Mondiale non mi passava nemmeno per la testa di restare in Europa. Volevamo equilibrio. A Parigi la mia famiglia stava bene, ma io no. Non mi sentivo comodo nel quotidiano, negli allenamenti. Volevo godermi di nuovo quello che amo”.
Sul Barcellona
“Dopo il Mondiale volevo tornare a Barcellona, era casa mia, dove tutto è iniziato. Ma non si è potuto fare. Avevo chiaro che non volevo restare in Europa in un altro club. È stato un dispiacere, ma era il momento di guardare avanti.”
Su Guardiola
"Guardiola è di un altro mondo. È diverso, vede cose che nessun altro vede. Ha cambiato il calcio. Dopo di noi, tutti volevano imitarci, ma non era semplice. In un certo senso ha anche ‘danneggiato’ il calcio, perché in molti hanno cercato di copiare il nostro gioco senza riuscirci."
Un ricordo del tuo primo Barcellona.
Il primo spogliatoio in cui entrai era speciale: Ronaldinho, Deco, Sylvinho, Xavi, Iniesta, Puyol… fui accolto benissimo. Vincemmo la Champions con Rijkaard. Fu un inizio meraviglioso."
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