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Maldini: ‘Io e Boban ci completavamo. Con Rangnick avrei lasciato il Milan’

Paolo Maldini (direttore tecnico AC Milan), ex capitano rossonero | Milan News (Getty Images)

Paolo Maldini ha parlato, durante un'intervista, del suo lavoro da dirigente del Milan e di ciò che accadde con Leonardo, Boban e Rangnick

Enrico Ianuario

Maldini: "Con l'arrivo di Rangnick avrei lasciato il Milan"

Intervistato da Diego Guido per 66thand2ND, Paolo Maldini ha parlato del suo lavoro da dirigente del Milan, del rapporto tra lui, Leonardo e Boban e dell'eventuale arrivo di Rangnick. 

Su Boban

"La verità è che dopo il licenziamento di Boban, anche io ero fuori. Siamo stati molto diretti tra noi nel dirci cosa non ci piaceva della idee dell'altro. Poi ci sono le conoscenze calcistiche. Se io di calciatori ne so qualcosa, lui ne sa moltissimo. E' molto più bravo di me, lo ammetto senza alcun problema, ad analizzare una partita e un giocatore. Vedeva cose che io non notavo. E ci completavamo molto bene. Lui osservava più i centrocampisti e i giocatori offensivi, io mi concentravo più sui difensori".

Su Leonardo

"A livello pratico dovevo imparare un lavoro nuovo. Credo di aver iniziato davvero a dare il mio apporto quando Leo mi ha detto che se ne sarebbe andato. Lì mi sono detto "e adesso che cazzo succede?". Non mi sentivo sicuro a dover condurre una trattativa. Poi ho iniziato a lavorare da solo ed è diventata la cosa più naturale del mondo. Ho capito cosa dire e cosa non dire. Come cambiare registro sulla base dell'interlocutore, quelli con cui serve parlare chiaro e quelli con cui devi usare più diplomazia. Se sei sempre stato in questo mondo e usi buonsenso sono cose che poi vengono molto facili".

Sul caso Rangnick

"Ricordo che ne avevamo parlato qui io e Boban. Gli avevo detto che mi ero stancato, che dovevo dire delle cose. E quindi ho pubblicamente detto quello che sentivo giusto. La stessa cosa l'aveva fatta poi lui. Mi ero detto che dovevo arrivare fino a fine stagione. A quel punto, con l'accordo con Rangnick ormai fatto, avrei lasciato. Poi però le cose sono cambiate e ora sono qui".

Sul suo lavoro

Mi dà molta soddisfazione seguire un giocatore, sceglierlo, riuscire a portarlo qui e vedere che gioca bene. Mi piace fare il mio lavoro seguendo i miei principi, senza farmi condizionare dal momento, dall'eventuale basso budget a disposizione, dall'eventuale flessione di risultati della squadra. Non sempre si riesce ad arrivare all'accordo. A volte devi lasciare determinati giocatori sui cui volevi puntare molto e affrontare questa cosa in modo equilibrato. L'equilibrio fa bene a me e fa bene a loro, perché poi il rapporto rimane.

Come sempre le cose importanti sono il rispetto e l'onestà. Se penso alle mie idee di quando sono arrivato, idee sportive intendo, e a quelle che ho adesso, è cambiato il mondo. Ho visioni completamente diverse. Le ho cambiate anche grazie ai conflitti interni con la proprietà, a confronti con idee diverse dalle mie, con persone diverse da me. Ho vissuto risultati che non mi sarei aspettato così negativi o così positivi. Avevo certezze che ho dovuto mettere in discussioni e cambiare. Adesso la mia visione è diversa, ma probabilmente se me lo chiederai tra due anni sarà ancora diversa". Verso Milan-Manchester United: le ultime sulle condizioni di Leao, Ibrahimovic e Bennacer.

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