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G. Galli: “Sembra che il Milan pensi che il centimetro di campo sia dovuto”

Giovanni Galli, ex portiere del Milan
Giovanni Galli è stato portiere del Milan per anni, in una squadra che ha vinto tutto. Ecco le sue parole in diretta oggi pomeriggio.

Stefano Bressi

Portiere del Milan dal 1986 al 1990, Giovanni Galli, anni in cui ha vinto tutto più e più volte. Oggi è stato ospite della trasmissione rossonera sui canali ufficiali rossoneri. Ecco le sue parole.

Sulla sua parata in Malines-Milan come quella di Maignan: "A quell'epoca era la squadra più in voga. Avevano incontrato anche l'Atalanta poco prima. Era una squadra composta da giocatori che giocavano tutti nel Belgio, erano fortissimi. Abbiamo pareggiato 0-0 lì e poi 2-0 in casa ai supplementari. Hanno segnato Van Basten e Simone in casa".

Sulla formazione di quella squadra: "La filastrocca era Galli con Tassotti e Maldini, poi... In quella partita Rijkaard giocò difensore centrale con Baresi perché sapevamo la forza dell'avversario".

Sul cambio di ruolo di Rijkaard così semplice: "Dirò una bestemmia... Tutti abbiamo nel cuore Van Basten per ciò che è stato e perché ha smesso troppo presto. Tutti abbiamo la forza dirompente di Gullit in mente. Ma il giocatore più completo era Rijkaard, sapeva fare tutto. Giocava bene in qualsiasi ruolo. Solo che aveva sempre gli occhi assonnati, dormiva sempre... Però quando lo chiamavi in causa era impressionante, per forza fisica e intelligenza tattica, ma anche come tecnica".

Sugli olandesi: "Il primo anno andammo a fare un quadrangolare a Barcellona e c'era appunto il Barcellona, il PSV e un'altra squadra che non ricordo. C'era ancora Liedholm, primo anno che ero al Milan, e tornai a casa con gli occhi fuori dalle orbite perché avevo visto giocare questo atleta di 1.90m con una fisicità spaventosa e che aveva giocato in ogni ruolo. La cultura... Poi ho spesso sentito che gli olandesi ce l'avevano con Sacchi per gli allenamenti. Vorrei sfatare questa cosa. Loro erano cresciuti dai 14 anni a fare quelle cose. Sacchi le stava riproponendo a noi, ma per loro erano cose vecchie e gli pesava ripeterle. Non era che non credessero in ciò che stava facendo, ma era la noia. Noi eravamo duri a capire queste cose. La nostra mentalità e cultura era un'altra. Andavamo in trasferta a vincere 1-0 di contropiede. Loro avevano già la cultura di andare a giocare ovunque ed essere padroni della partita. Unico problema per loro era ripetere tutto".

Su Sacchi: "Dopo aver vinto la seconda Coppa dei Campioni a Vienna, suo terzo anno, tornammo a Milanello, facemmo un allenamento e alla fine abbiamo fatto partitella. Di solito aveva sempre un tema. Quella volta ci sorprese tutti dicendo di fare partita libera. Noi non sapevamo cosa significasse".

Sulla parata di Maignan e sulle sfide dei quarti di finale: "Maignan ha letto bene la traiettoria perché ha visto partire il colpo di testa. Queste sono parate che hai già vissuto in passato. Ti si accende quell'immagine, un attimo prima di fare la parata, che sai già dove va la palla. Non sei mai preso in controtempo. Sai già che va lì. Deve essere accessibile arrivarci ovviamente, fosse stata 20cm più in là sarebbe stato impossibile. Ma è una cosa che hai già dentro, perché in anni l'hai già vissuto e ti parte d'istinto. Poi è molto reattivo e ha grande forza nelle gambe. Abbiamo visto l'esplosione. L'ha letta subito ed è partito. Dà l'impressione che l'avesse già vissuto. Per quanto riguarda le partite di Champions, saranno diverse. Se si guarda il campionato sembra pronostico segnato, ma serve l'attitudine e l'abitudine a giocare quelle partite. Bisogna calarsi in una realtà diversa, prima di tutto l'arbitraggio. Noi li conosciamo tutti i nostri arbitri, ma l'arbitro determina. Non perché condiziona, ma perché dà l'esatta misura di dove ti puoi spingere. È un metro diverso. In questo momento, però, devo dire che il 51% è a favore del Napoli, ma è la Champions e serve attenzione e capacità di capire che si gioca su 180 minuti, non su 90. Quindi non c'è l'assillo di dover vincere per forza l'andata. Anche in Coppa Italia partite secche. Solo un turno giocato su 180', non bisogna pensare che i primi 90' siano decisivi".

Sul livello del Milan basso ultimamente: "La partita col Tottenham l'hai giocata tre giorni dopo la brutta figura di Firenze, ecco cosa significa la Champions e com'è diversa. Lì a Firenze hai perso malissimo e poi hai buttato il Tottenham fuori..."

Sulla differenza dall'anno scorso: "L'anno scorso la squadra si è sudato e conquistato ogni centimetro di campo. Ora si ha la sensazione che ogni centimetro ti sia dovuto. Devono capire che lo Scudetto se lo sono sudato e meritato, ma che non gli dà diritto a partire con 10 punti di vantaggio. Si riparte da zero. Alla prima giornata erano tutte pari".

Di chi deve preoccuparsi il Milan in campionato: "Non so dirlo. Abbiamo visto troppi capovolgimenti. Prima il Milan era quinto, poi si è trovato secondo. Uguale la Lazio adesso. Chi arriva nell'ultimo mese e riesce a fare filotto, magari dal settimo posto si trova quarta. Pensiamo all'Atalanta che ha perso due partite ed è scivolata indietro. Si fa fatica a delineare una griglia. Mi viene da dire la Lazio perché non ha competizioni. Pare si sia fatta buttare fuori per centrare questo obiettivo, ma è tutto da vedere. Faccio fatica a dirne tre".

Sullo stadio: "Mi piacerebbe che si facesse anche a Firenze un nuovo stadio".

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