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Ex Milan, Marco Pullo: “Maldini incredibile. Quando mi chiamò Berlusconi …”

Paolo Maldini AC Milan
Marco Pullo, ex calciatore del Milan, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista sul suo passato in rossonero e non solo
Fabio Barera Redattore 

Marco Pullo, ex calciatore del Milan, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista ai microfoni del quotidiano 'Il Messaggero', nell'edizione in edicola questa mattina, soffermandosi in modo particolare sul suo passato in rossonero e non solo.

Marco Pullo: "A sedici anni è arrivata la chiamata del Milan"

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Sull'approdo nel mondo del calcio: «Da bambino sono entrato a far parte del settore giovanile nella Nagc di Ripi ho avuto la fortuna di trovare un maestro come Giuseppe Viri. Recentemente mister Viri ha spento novanta candeline, gli abbiamo fatto fare gli auguri in diretta da Ruud Gullit. Con gli amici che facevano parte di quella squadra ci ritroviamo tutti gli anni».


Sul primo salto: «A 13 anni quando è arrivata la chiamata della Lodigiani. Ottima organizzazione ed infrastrutture all'avanguardia, alla Lodigiani mi hanno dato l'opportunità di esordire in serie C a sedici anni e dopo è arrivata la chiamata del Milan».

"Berlusconi visionario, ci faceva fare i corsi per imparare ad usare il computer"

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Sulla chiamata di Silvio Berlusconi: «Sì, andò così. Non avevo nemmeno 18 anni. È stata un'esperienza straordinaria anche se non è facile per un ragazzo adattarsi subito a quella realtà. C'erano delle regole ferree anche nelle giovanili. Berlusconi è stato un grandissimo presidente, un visionario, aveva una marcia in più ed era molto attento ai dettagli. Oltre al calcio la società voleva che i ragazzi avessero dei buoni profitti a scuola e ci diedero l'opportunità di frequentare un corso per imparare ad usare i computer, qualcosa di avveniristico se consideriamo che eravamo a metà degli anni Ottanta».

Sul momento più bello della carriera: «Quando venni ceduto in prestito al Parma e arrivò la chiamata della Nazionale Under 21, anche se durante l'ultima partita di campionato mi sono infortunato seriamente ad un ginocchio. Tornai comunque al Milan dove ho proseguito nel percorso di riabilitazione. Sono stati gli anni delle vittorie in campo internazionale arrivate con Arrigo Sacchi in panchina».

Ex Milan, Marco Pullo: "Baresi parlava poco. Con Maldini ci vediamo ancora"

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Sull'esperienza al Milan: «Franco Baresi che parlava poco ma con uno sguardo ti faceva capire tante cose. Anche Maldini, che ne ha raccolto il testimone, era fatto così, una personalità incredibile. Ancora oggi ci vediamo spesso con Paolo, Gullit, Filippo Galli, Lentini e Fuser. Recentemente ho visto anche Ancellotti, durante un viaggio di lavoro in Canada»

Su cosa è cambiato: «È cambiato tutto, le squadre sono state comprate dai fondi di investimento e dalle banche, nei settori giovanili è pieno di procuratori e dentro lo spogliatoio non ci sono più quelle regole di comportamento che ti insegnavano a crescere».

Sul consiglio che darebbe: «Di crederci sempre e non mollare mai, bisogna lavorare tanto. Io ho avuto la famiglia e gli amici che mi sono stati vicino ed anche gli zii che vivono in America che mi hanno sempre incoraggiato. Da bambino avevo promesso a mio zio che un giorno avrei fatto gol tra i professionisti e poi avrei lasciato. E così è andata».

Sulla scelta di far l'imprenditore: «Nel 1996 ho deciso di smettere con il calcio giocato, una decisione sofferta ma dettata anche dai diversi infortuni. Sono partito per il Canada dove mio zio Tommaso stava progettando un modello particolare di aspirapolvere. Dopo un anno sono tornato in Italia ed ho iniziato a collaborare con lui e debbo dire che all'inizio è stata dura, venivo dal mondo del calcio, sono stati anni di sacrifici».

Su cosa ha imparato: «Tanto. Gli insegnamenti e le cose che ho imparato negli anni al Milan sono tornati utili nella creazione e nella gestione dell'azienda. Ho sempre avuto come esempio l'amore e la passione che il presidente Berlusconi che metteva nelle aziende, l'attenzione ai dettagli, la capacità di creare un team solido. Debbo ringraziare la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto ed incoraggiato nelle scelte». LEGGI ANCHE: Milan, Tomori è rinato. Pavlovic, il percorso intrapreso è quello giusto >>>