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Amelia: “Milan, prendi Tonali. Ibra, che testa! Su Donnarumma vi dico che …”

Marco Amelia, ex portiere del Milan (credits: GETTY Images)

Marco Amelia, ex portiere del Milan dal 2010 al 2014, è intervenuto in diretta su 'Instagram' con Mauro Suma, coordinatore editoriale di 'Milan TV'

Daniele Triolo

"NEWS MILAN - Marco Amelia, classe 1982, ex portiere del Milan per quattro stagioni, dal 2010 al 2014, nonché Campione del Mondo con l'Italia di Marcello Lippi ai Mondiali in Germania nel 2006, è intervenuto in diretta su 'Instagram' con Mauro Suma, giornalista sportivo e coordinatore dei contenuti editoriali di 'Milan TV'. Queste le dichiarazioni di Amelia:

"Sul suo stato di salute: "Sto bene, non ci lamentiamo. Sto a Rocca Priora, il paese dove abito con i miei. Casa mia. Il paese dove sono nato e cresciuto".

"Sull'emergenza coronavirus: "Non è facile stare qui a descrivere una situazione del genere, sembra quasi surreale. Sono praticamente 40 giorni che siamo in fase di lockdown, più di due mesi che si vive una situazione di preoccupazione dietro questo virus che sta influenzando tutto il pianeta. È una questione di tutti. Penso che probabilmente l'unico modo di salvaguardare tutti è di stare a casa, uscire il meno possibile. Nonostante le restrizioni ci sono tanti contagiati, tante vite che se ne vanno. Anche qui nel mio paese, nonostante siamo lontani dalle zone rosse, abbiamo perso delle persone. Mi auguro vivamente che si possa tornare al più presto alla normalità, ma cerco di essere realista, e ciò avverrà soltanto quando verrà trovato il vaccino".

"Sullo stato d'anima dei milanisti nel 2006 per Calciopoli: "Era una situazione delicata per tutti, si parlava tantissimo di Calciopoli, ma non si sapeva come poteva andare a finire. Anche per il Milan si parlava di retrocessione, c'era un problema in un discorso che ha poi portato alla retrocessione della Juventus. I ragazzi che vestivano la maglia del Milan erano preoccupati. Bravi noi, con mister Lippi, a restare uniti, lucidi, a restare insieme 'con la testa' nell'affrontare un Mondiale. Il Mondiale avrebbe potuto riportare serenità al movimento calcistico nazionale, ma nei primi giorni la preoccupazione era tanta per una situazione particolare che poi la storia ci ha detto come è andata a finire".

"Su Gigi Riva: "Per noi in azzurro era un punto di riferimento, la parola giusta per tutti. Quando affronti un Mondiale, ognuno aveva problemi personali, oltre che di gruppo. Con lui potevi scambiare quattro parole, e ti dava tranquillità e serenità per continuare a dare il massimo. Uno dei personaggi più utili in quella spedizione, ha dato tanto a chiunque di noi. Personaggio di conforto, amato da tutti, le dimostrazioni che sono state fatte anche dai cagliaritani per lui vuol dire che ha fatto delle cose importanti e noi possiamo confermarlo".

"Sull'esordio in Serie A in Milan-Livorno: "Fu meraviglioso. A Milano arrivarono tantissimi tifosi, la prima in Serie A dopo 55 anni per il Livorno. Il Presidente Silvio Berlusconi era apparso in tv, post-vacanza, con una bandana. I livornesi sono ironici e si presentarono in massa a Milano con la bandana. Sono le cose belle del calcio e lo stesso Berlusconi si fece tante risate. Fu meraviglioso vedere come i livornesi approcciarono con la Serie A e San Siro".

"Su Roberto Donadoni: "A mio avviso ritornò a Livorno e ci trasmise la mentalità che aveva vissuto al Milan, cambiò la testa di ognuno di noi, ci fece capire che per ottenere risultati importanti bisognava cambiare mentalità. Lo abbiamo seguito in tutto e per tutto, ottenemmo ottimi risultati. Quando diede le dimissioni per un problema con il Presidente Aldo Spinelli noi eravamo quarti in classifica, pareggiamo contro il Messina per errori arbitrali incredibili, avremmo potuto ambire alla Champions League. Arrivò la Coppa UEFA dopo Calciopoli. Con quella mentalità-Milan di Donadoni avremmo potuto fare la storia del Livorno".

"Sulla Vastese: "Ho un ottimo rapporto di stima con i tifosi, credo che abbiano apprezzato il lavoro fatto a 360° in 6 mesi. Non è mai facile quando arrivi in una piazza che ha voglia di calcio professionistico, ma c'erano situazioni che andavano riviste. Il mio lavoro credo sia stato apprezzato, sono andato via a gennaio, ma ho lasciato un buon ricordo nella tifoseria, con lo staff, quindi mi fa piacere e saluto i tifosi con grande piacere. Il Danese? È un grande, un protagonista nei legami della Curva Sud con la squadra, lui è stato uno degli artefici".

"Sulle sue presenze in campo in occasione dell'esordio di Ronaldo con il Milan e sulla gara d'addio al calcio di Ronaldo: "Ho un flash bello, quello di aver visto di fronte l'esordio di Ronaldo. Giocatore a livello mondiale più riconosciuto, andò al Milan dopo l'esperienza di Madrid e trovartelo contro non è proprio il massimo, quando sei un portiere. Mi fece un paio di tiri a giri, calciava con una facilità incredibile in porta. Il ricordo brutto? Quando ho abbassato la testa dopo il fischio dell'arbitro, ho abbassato gli occhi a terra, e ho visto Ronnie piangere. È dispiaciuto a tutti. Vederlo lì, piangere, a un metro, con il ginocchio in quelle condizioni, fu brutto. Era la terza volta, e tutti noi sapevamo cosa avrebbe potuto significare. Toccò noi, i compagni del Milan, che in quella partita non fece benissimo. Dall'infortunio di Ronaldo in poi rimasero un po' scioccati".

"Su Ronaldinho: "Lo studiavo? Sì, alla PlayStation! Giocatori così sono difficili da studiare in video, giocatori che all'ultimo momento possono cambiare modo e lato di tirare. Vedevo come il suo atteggiamento del corpo potesse cambiare. Mi andò bene 2 volte su 4, ottima media. Lo studio lo puoi guardare e riguardare. Ma in quella frazione di secondo dove lui tocca il pallone devi essere bravo a capire. E sperare che lui sbagli qualcosa, più che il portiere a parare ...".

"Sull'arrivo al Milan con Massimiliano Allegri, livornese: "Avevo già incontrato il mister a Livorno ancora prima che lui stava allenando in C2 l'Aglianese. Feeling buono, giocatore-allenatore, sapevo che comunque era la mia prima volta in un top club come il Milan, così come per lui. Eravamo entrambi emozionati nei rispettivi ruoli, lui ancora di più, un allenatore è sempre sotto pressione in un club così importante. Quattro anni belli, tante volte ci ho anche discusso, per via del rapporto che avevamo si poteva parlare. A mio avviso potevo giocare qualche partita in più, ma la stima è sempre stata massima. Per me ad oggi è uno dei più grandi allenatori che ci sono in circolazione. I dirigenti del Chelsea mi chiesero di lui prima di prendere Antonio Conte, quindi pensavo che sarebbero andati su di lui. Mi sembrava fossero intenzionati davvero a prenderlo. Poi andarono su Conte e vinsero la Premier League. Anche Allegri potrebbe vincere in Premier League ad occhi chiusi".

"Sul carattere tosto di Allegri: "I livornesi sono così. Un allenatore deve sbagliare con la sua testa. Se non è convinto di fare una cosa non la fa. Questa è la sua forza, che lo ha portato a fare bene nel Milan e poi nella Juventus, portata due volte in finale di Champions League".

"Sullo Scudetto 2012, perso dopo la rimonta subita dalla Juventus: "Il gol di Sulley Muntari risalta agli occhi, ma noi avevamo 7 punti di vantaggio ad un certo punto della stagione, eravamo in corsa per la Champions League, passammo il turno a Londra contro l'Arsenal. Già lì iniziava a vedersi nervosismo, per il secondo campionato, volevamo essere protagonisti in Champions League, arrivò il Barcellona. Pareggiammo a Catania tra le due gare contro i blaugrana, uscimmo con loro in Champions, poi perdemmo contro la Fiorentina e pareggiamo contro il Bologna entrambe in casa. Quelle due partite ci portarono sotto la Juventus per gli scontri diretti ed abbiamo buttato via il campionato, segnando anche un pochino il futuro del Milan. Se avessimo vinto quel campionato, probabilmente, non saremmo andati via Thiago Silva e Zlatan Ibrahimovic, potevamo proseguire quel percorso e mettere le basi per sperare di fare meglio in Champions League. Personalmente ho grande rammarico per la partita contro la Fiorentina".

"Sul nervosismo di Ibrahimovic e degli altri calciatori in quel periodo: "Era su ogni cosa che accadeva. Si era creato un vortice di situazioni che non portava serenità. Tutto veniva criticato. Questo ci tolse energie mentali, in campo non riuscivamo a trasformare tutto ciò in voglia per ottenere risultati. Facevamo prestazioni buone e non facevamo punti. Contro i viola prendemmo pure gol all'ultimo minuto, e intanto la Juventus continuava a vincere ...".

"Sulla stagione 2013-2014, senza i veterani, Ibra, Thiago, culminata con il 3° posto: "Grandissima impresa. Iniziammo malissimo quella stagione, forse per la prima volta facemmo un ritiro a Milanello dopo aver perso contro la Lazio. Fu un momento veramente difficile, però poi in quel momento la grande forza fu quella di avere dirigenti di un certo livello. Ci diedero una mano a riportare serenità, la tifoseria ci stette vicino. Ci sentimmo sostenuti e pareggiammo a Napoli, ci qualificammo a Bruxelles contro l'Anderlecht e poi battemmo la Juventus. Da lì in poi le abbiamo vinte tutte, a Natale arrivammo in 6^ posizione partendo dalla zona retrocessione. Nel girone di ritorno, con l'arrivo di Mario Balotelli, che fece la sua più bella stagione in carriera, rosicchiammo punti a tutti e ci qualificammo in Champions League, ai preliminari, nella partita di Siena. Stephan El Shaarawy, che aveva fatto una bella stagione l'anno prima, ci aiutò a battere il PSV Eindhoven".

"Quindi la caduta: "Nell'aria si sentiva che stava terminando qualcosa. Parlai con Allegri e Galliani e pensavo che era arrivato il momento di andare via, andare altrove a cercare maggior spazio. Era arrivato Gabriel e poteva prendere il mio posto, Christian Abbiati andava oltre con gli anni, ma c'era un'aria che non mi piaceva. Facemmo malissimo il girone d'andata, dopo Sassuolo venne esonerato Allegri. Arrivò Clarence Seedorf, facemmo meglio ma non ci qualificammo per l'Europa League. Stagione negativa che ha segnato anche gli anni successivi del Milan".

"Sull'inizio dei problemi del Milan: "È cambiata la società, e quando cambiano le cose non è mai facile tornare a vincere. Guardate la Juventus, che, comunque, aveva la 'stabilità' della famiglia Agnelli. Ma se avessimo vinto noi lo Scudetto 2012, non so quanto sarebbero cambiate le cose anche per loro. Penso che il Milan sarebbe rimasto sempre in prima fascia. Poi noi buttammo via il campionato e siamo andati in caduta libera negli anni successivi, il Milan da lì in poi ha fatto tanta, tanta fatica. E la Juventus si è presa la vetta".

"Su Gigio Donnarumma: "È legato al Milan, è innegabile, l'ha dimostrato più volte. Se dovesse andare via, è perché si renderà conto che questo Milan ci metterà anni a tornare ad alti livelli. In questi anni gli sono arrivate offerte in continuazione, anche importanti, sia per lui sia per il Milan. Io spero che rimanga, perché vorrebbe dire che questa società vuole tornare ad alti livelli in maniera rapida. Donnarumma è tra i portieri più forti al mondo, quando ti privi di un calciatore di questo calibro, è sempre difficile sostituirlo. Il Milan in questo momento non partecipa alle coppe, ed è difficile da far digerire a calciatori importanti, e se vedono che anche uno come Donnarumma non rimane, allora si fa difficile tornare ad alti livelli ...".

"Sulla permanenza di Donnarumma: "Mi piace ragionare a livello romantico. Penso che in testa lui abbia questo. Ma bisogna vedere cosa ha in mente il club, cosa succederà nel club. Anche lì ci sono dei punti interrogativi, capire chi saranno i dirigenti che dovranno decidere. E che tipo di decisioni verranno prese. Secondo me Gigio vuole restare al Milan anche per 20 anni, diventare icona e bandiera del club, ma bisogna vendere il contesto, chi decide, chi si prende la responsabilità di decidere. Le sensazioni che ho è che lui voglia rinnovare, ma vedo dei punti interrogativi sulla dirigenza e sulla società più che altro".

"Su Sandro Tonali: "Mi piace tantissimo e starebbe benissimo con la maglia del Milan. Nelle interviste, quando gli dicono che somiglia ad Andrea Pirlo, lui glissa e dice di somigliare più a Gennaro Gattuso. Si percepisce che è legato al Milan, ma Tonali lo vogliono tutti. Devi battagliare con Juventus, Inter, Roma, Napoli. Loro fanno già la Champions League e sono più appetibili per questi calciatori. Starebbe però benissimo in un Milan che vuole tornare ad alti livelli: sarebbe una sfida per Tonali stesso".

"Su Zlatan Ibrahimovic: "Secondo me non smetterà mai. Ha un fisico incredibile, una testa sopra la normalità. Ha una voglia assurda di andare in campo, potrebbe starsene sereno. Invece è in Svezia, con il club di cui è socio, ad allenarsi. Spero che possa restare in campo con la maglia del Milan. Ibrahimovic è un esempio. In due anni l'ho visto allenarsi sempre al massimo, sempre competitivo, con la voglia di trasmettere la voglia di vincere alla squadra sin dagli allenamenti, alza la voglia di vincere per tutti. Mi auguro che Ibra possa tornare a Milano e vestire la maglia del Milan. Qualcosa di romantico per il calcio".

"Sulle qualità di Ibra viste quest'anno: "Fa la differenza, ha fatto gol a Cagliari, nel derby, ha fatto grandi prestazioni. Ha fatto alzare il livello delle prestazioni di tutti gli altri compagni di squadra. Guardate Ante Rebic, per me un calciatore importantissimo. Mi auguro che lui possa continuare ad avere questa mentalità, si è reso conto che ne ha ancora e può continuare a dare ancora tanto. Magari, con la possibilità di fare mercato, prendere giocatori importanti, magari come Tonali". LEGGI QUI I RICORDI ROSSONERI DI DEMETRIO ALBERTINI >>>

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