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Olzer (Primavera): “Kakà, Ilicic e quel no a Juventus e Barcellona”

Giacomo Olzer, trequartista Milan Primavera (Grafica PianetaMilan.it)

Esclusiva a Giacomo Olzer, classe 2001, talento del Milan Primavera promosso e imbattuto. Cercato dalle big italiane e dal Barcellona, ha scelto il Milan

Redazione

"NEWS MILAN - Dicono somigli a Josip Ilicic, ammira l’etica del lavoro di Cristiano Ronaldo e impazzisce per Ricardo Kakà.

"Giacomo Olzer è uno dei fiori all’occhiello del settore giovanile rossonero. Uno dei talenti più promettenti e interessanti del Milan Primavera, capace quest’anno di riscattare la retrocessione dell’anno scorso a suon di vittorie, ben 17 in 19 partite giocate.

"Un classe 2001 che rappresenta – in nuce – il prototipo del calciatore moderno: grande fisicità (è alto 188 centimetri), piedi educati ed estro da vendere, con un’ottima visione di gioco e grandi capacità realizzative. Quest’anno sono stati 5 i gol messi a segno, con 4 assist all’attivo in 12 presenze.

"Un bottino niente male, che conferma – una volta di più – le qualità di questo ragazzo (faccia pulita, studente modello) in passato a un passo da Juventus, Inter, Roma e Barcellona. Lo volevano tutti, poi ha prevalso la fede rossonera. Noi di PianetaMilan.it abbiamo fatto due chiacchiere con lui. Ecco l’intervista in esclusiva.

"Come stai innanzitutto? Sei ancora a Milano in convitto? "No, sono tornato a casa, in Trentino, dai miei genitori. Fortunatamente sto bene, un po’ annoiato, come tutti, ma sento sempre gli altri compagni, siamo un bel gruppo, abbiamo una chat comune".

"A proposito di genitori, sia mamma che papà giocavano a pallavolo. Come sei finito a giocare a pallone? "Eh, infatti mia mamma da piccolo diceva sempre: “Non farà mai il calciatore”. E invece…  Ha prevalso la passione per il calcio, che mi ha trasmesso mio nonno. Era lui che mi accompagnava alle partite. Dai miei genitori ho ereditato il ‘motore sportivo’ e l’altezza. Quest’ultima mi ha creato qualche problemino negli anni scorsi. Son cresciuto tanto in poco tempo e l’ho pagata a livello muscolare con qualche infortunio. Ora invece sto benissimo e sto trovando continuità".

"Il coronavirus ha stravolto la vita di tutti. Come sono cambiate le tue giornate? "In realtà non è cambiato molto. Alla mattina ho scuola, via internet. E per fortuna, almeno ho qualcosa da fare! Sono all’ultimo anno di liceo scientifico e dovrò fare la maturità, credo in video-conferenza. Poi, dopo pranzo mi svago un po’, giocando alla Playstation, e mi alleno. Sbarra, trazioni, corsa. Devo dire che sono fortunato, ho diversi attrezzi con me".

"Rovereto-Chievo-Milan: ci racconti un po' il tuo percorso e l'emozione di arrivare al Milan? "Quando ero al Chievo mi han chiamato un po’ di squadre e alla fine ero indeciso tra Milan e Juventus. Erano le squadre con i progetti migliori. Mi avevano chiesto di fare uno stage anche a Barcellona, ma avevo già deciso e non ci sono andato.  Ho optato per la squadra dei miei sogni. Ho scelto di cuore. Ho sempre tifato Milan e ho coronato un sogno".

"Chi ti ha portato al Milan? "Mauro Bianchessi. Il Milan mi ha prospettato una crescita umana e professionale completa. Ha fatto la differenza".

"Dalla metà campo in su hai fatto praticamente tutto: attaccante, trequartista, mezzala. Che ruolo ti piace di più? "Al Chievo ho sempre fatto l’attaccante, centravanti o seconda punta, più che altro per questioni fisiche. Poi ho arretrato il raggio d’azione e mi hanno spostato più indietro, dove c’è più tempo e spazio per la giocata. Sulla trequarti mi sento più a mio agio, c’è più libertà di scelta e movimento. La punta invece deve muoversi tanto in profondità ed è sempre marcata, c’è meno fantasia".

"C'è un giocatore cui ti ispiri e uno a cui somigli? "Dicono assomigli a Ilicic, infatti mio zio – atalantino doc – ogni volta che lo vede in tv mi dice: ‘guarda il tuo sosia!’. Io però mi ispiro a Cristiano Ronaldo, più che altro per la dedizione al lavoro. Il mio idolo invece è sempre stato Kakà, mi piacerebbe incontrarlo prima o poi".

"Prima la retrocessione, poi la promozione. Che annata è stata? "La retrocessione ci bruciava dentro. Dovevamo riscattarci, ce lo siamo detto. Abbiamo vinto con grande margine, ma all’inizio non è stato facile. Un pareggio veniva vissuto come una sconfitta, c’era pressione. Poi abbiamo ingranato e non ci siamo più fermati. Avremmo fatto bene anche in Primavera 1, ne son convinto. I 2001 sono sempre stati un’ottima annata, a detta di tutti. Ci sono poche squadre in giro con la nostra qualità. Lo abbiamo dimostrato quest’anno. L’anno scorso abbiamo pagato con la retrocessione il salto di categoria, lo scotto fisico e di esperienza, giocando sotto età. Siamo andati in difficoltà, ma ora abbiamo mostrato il nostro valore".

"E a livello personale? "E’ stata una buona annata. Ho trovato molto spazio, contrariamente alla stagione precedente dove giocavano sempre gli stessi. Ci sono state tante rotazioni, abbiamo reso tutti alla grande. Anche se c’era tanta competizione in attacco. La qualità era molto alta".

"Mister Federico Giunti cosa ti dice, cosa ti chiede? "Ci ha chiesto di lavorare forte, di migliorarci nei fondamentali, ma anche in termini numerici: più gol, più assist ecc. Ci ha detto di puntare in alto. Mi ha detto che avrei trovato più spazio e così è stato".

"Su cosa devi lavorare di più per fare il salto di qualità? "Devo migliorare nelle scelte di gioco, nella lettura delle situazioni, alternando la semplicità a giocate più difficili, che sono il mio pane. Però a volte finisce che mi complico la vita e rischio di strafare. Devo migliorare soprattutto questo aspetto, è fondamentale per il mio ruolo".

"Siete spesso a contatto con la prima squadra: consigli, impressioni? "Quello che mi ha dato più suggerimenti è Lucas Biglia. Tutti consigli che poi ti porti dietro in settimana, in allenamento e in partita. Tutte cose utili, che fanno la differenza. Quando ti alleni con la Prima Squadra ti accorgi di quanto cambi l’intensità e il ritmo. Devi pensare più velocemente. E’ proprio un’altra cosa. Ibrahimovic ha poi spinto tutti a un livello superiore, anche in allenamento. E’ uno spettacolo guardarlo. Lo studio da lontano, cercando di copiargli qualche giocata".

"Ora qualche curiosità. Sei pronto per il botta e risposta?  "Sì, prontissimo".

"Facebook o Instagram? Sei uno social? "Sono poco social, ma dico Instagram".

"Serie Tv o film? "Film, Fast and Furios è quello che mi piace di più. Le serie Tv dopo qualche puntata mi annoiano".

"Videogiochi o lettura (so che sei uno studente modello)? "Da piccolo leggevo di più, quindi dico videogiochi. Di macchine, soprattutto Formula 1. Ho un volante Ferrari. Però a breve mi cimenterò anche con i rally".

"Che genere di musica ascolti? "Mi piace la dance, ascolto vari DJ. Musica allegra, estiva".

"Nello spogliatoio chi mette la musica? "Matteo Soncin, ma non mette buona musica (ride)".

"Tra i tuoi compagni, chi è il più stonato? "Riccardo Tonin".

"Il più simpatico? "Antonio Mionic".

"Il più permaloso? "Senza dubbio Soncin"

"Quello che fa più scherzi? "Io e Alessandro Sala, siamo i re degli scherzi".

"La vittima preferita? "Tommaso Merletti, perché anche lui è un bel permaloso. Non come Soncin, però ci si avvicina …"

"Il più scarso non te lo chiedo, ma il più forte sì: chi secondo te arriverà sicuramente? "Daniel Maldini e Alessio Brambilla"

"L'avversario più forte che hai incontrato o quello che ti ha colpito di più? "Nicolò Fagioli della Juventus".

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