FABIO CAPELLO, il duro della panchina. Biografia e aneddoti

Fabio Capello

GLI ALLENATORI DEL MILAN

- FABIO CAPELLO STORIA E ANEDDOTI -

BIOGRAFIA FABIO CAPELLO

Fabio Capello, per tutti Don Fabio, è stato uno degli allenatori più stimati, temuti e vincenti della storia del calcio. Da giocatore ha vestito le maglie di Roma, Juventus e Milan, ripercorrendone le orme anche da tecnico. In panchina esordisce guidando il Milan di Silvio Berlusconi, centrando scudetti in serie e una Champions League. Fa altrettanto bene con Roma, Juventus e Real Madrid, senza però mai bissare la coppa dalle grandi orecchie. Intrapresa la carriera da commissario tecnico, dice basta il 9 aprile 2018 dismettendo per sempre i panni di allenatore.

Qui vi presentiamo la sua scheda biografica, con paragrafi ad hoc sulla sua carriera da calciatore (1) e allenatore (2). Ma anche curiosità e aneddoti particolari (3), qualche sua frase rimasta famosa (4) e cosa dicono di lui (5). Per gli amanti delle statistiche: i suoi dati da giocatore (6) e in panchina (7) e, infine, il suo ricchissimo palmares (8)

LA SCHEDA

Nome: Fabio Capello

Luogo e data di nascita: San Canzian d'Isonzo, 18 giugno 1946

Altezza: 177 cm

CAPELLO, LA CARRIERA DA CALCIATORE

 Spal

Nativo di Pieris, frazione di San Canzian d'Isonzo, allora in provincia di Trieste e ora di Gorizia, Fabio Capello è nipote di Mario Tortul, calciatore professionista degli anni cinquanta e sessanta e fratello minore di sua madre Evelina. Inizia a giocare a calcio nelle squadra della sua località natale, e viene notato da Paolo Mazza che lo porta a Ferrara, dove milita due anni nelle giovanili della Spal, esordendo in prima squadra e in Serie A il 29 marzo 1964 nella partita persa per 3-1 in casa della Sampdoria.

 Roma

Nel 1967 viene acquistato per 260 milioni di lire dalla Roma con cui vince il suo primo trofeo, la Coppa Italia 1968-1969.

 Juventus

Nel 1970 Capello si trasferisce alla Juventus, con cui vince da protagonista tre scudetti nel 1971-1972, 1972-1973 e 1974-1975.

 Milan

Nel 1976 lascia la Juventus per approdare al Milan, dove chiude la carriera da calciatore nel 1980, l'anno del calcioscommesse, dopo aver vinto una Coppa Italia nel 1977 e uno scudetto nel 1979.

 Nazionale

Il 13 maggio 1972 debutta nella Nazionale italiana contro il Belgio, in azzurro totalizza 32 presenze e 8 gol. Tra questi 8 gol c'è quello storico che fece vincere per la prima volta l'Italia in Inghilterra a Wembley il 14 novembre 1973. Partecipa al Mondiale 1974 in Germania, dove l'Italia esce di scena nel girone.

 

CAPELLO, LA CARRIERA DA ALLENATORE

Fabio Capello inizia ad allenare il Milan in Serie A alla fine della stagione 1986-1987, due anni dopo aver vinto la Coppa Italia di categoria due anni prima con i rossoneri della Primavera, subentrando all'esonerato Nils Liedholm e vincendo lo spareggio per la qualificazione in Coppa UEFA contro la Sampdoria. Poi, fa il dirigente della Polisportiva Mediolanum in varie discipline, tra cui hockey su ghiaccio, baseball, pallavolo e rugby. Abbandona la scrivania quando il Milan nel 1991 sostituisce Arrigo Sacchi. All'inizio è accolto da numerose perplessità per la sua scarsa esperienza e invece sarà uno degli allenatori più vincenti della storia rossonera: in cinque anni si aggiudica quattro scudetti, di cui tre consecutivi (1991-1992, 1992-1993, 1993-1994, 1995-1996) e una Champions League (1993-1994), disputando altre due finali della massima competizione continentale per club nel 1993 e nel 1995.

 Real Madrid

Nell'estate del 1996 viene ingaggiato dal Real Madrid per risollevare le sorti di una squadra che nella stagione precedente si è piazzata quinta rimanendo fuori dall'Europa, e il tecnico friulano porta subito le merengues al trionfo in campionato dopo un grande duello col Barcellona, ma per disaccordi col presidente Sanz lascia subito i madridisti a fine stagione.

 Ritorno al Milan

Nell'estate del 1997 Capello viene richiamato da Silvio Berlusconi alla guida del Milan ma stavolta non va al di là del decimo posto. A poco vale una grande vittoria in Coppa Italia per 5-0 contro l'Inter nei quarti di finale: perde la doppia finale della competizione contro la Lazio e quindi a fine stagione lascia definitivamente i rossoneri.

Roma

Dopo un anno di inattività, nell'estate del 1999 Capello viene ingaggiato dalla Roma. Nella prima stagione è sesto in campionato ma in quella successiva, 2000-2001, vince il suo quarto scudetto personale, il terzo della storia giallorossa, ed è anche il primo italiano a vincere il campionato di Serie A sulla panchina romanista. Il 19 agosto 2001 vince la Supercoppa italiana battendo 3-0 la Fiorentina all'Olimpico. In quattro anni alla Roma arriva anche due volte secondo in campionato (2002 e 2004) e perde una finale di Coppa Italia (2003).

 Juventus

Il 27 maggio 2004 diventa l'allenatore della Juventus, per questo viene visto come un traditore dai tifosi romanisti, tanto più per il fatto che aveva affermato che non avrebbe mai allenato la Vecchia Signora. In due anni resta in testa al campionato per tutte le 76 giornate vincendo due scudetti che però verranno revocati alla Juve per lo scandalo Calciopoli, in Champions League viene eliminato sempre nei quartit di finale, il primo anno dal Liverpool e il secondo dall'Arsenal.

 Ritorno al Real Madrid

Il 5 luglio 2006 Don Fabio, come viene comunemente chiamato, torna ufficialmente ad allenare il Real Madrid vincendo nuovamente il campionato con la vittoria decisiva sul Maiorca all'ultima giornata, ma in Champions League le merengues sono eliminate negli ottavi dal Bayern Monaco. Viene esonerato il 26 giugno 2007.

 Inghilterra

Il 7 gennaio 2008 Capello approda ufficialmente per quattro anni e mezzo con un ingaggio di 6 milioni di serline a stagione, circa 8 milioni di euro, sulla panchina dell'Inghilterra appena eliminata nelle qualificazioni a Euro 2008, esordendo il 6 febbraio 2008 nell'amichevole contro la Svizzera a Wembley vinta 2-1. Si qualifica per i Mondiali di Sudafrica 2010 con nove vittorie in 10 partite, ma dopo aver passato il girone eliminatorio viene estromessa negli ottavi di finale dalla Germania per 4-1. Nelle qualificazioni all'Europeo 2012 l'Inghilterra chiude al primo posto il proprio girone con 5 vittorie e tre pareggi, ma l'8 febbraio 2012 Capello rassegna le proprie dimissioni dopo la decisione della federcalcio inglese di togliere la fascia di capitano a John Terry.

 Russia

Il 19 luglio 2012 diventa ufficialmente il nuovo ct della Russia con un contratto fino al 2014 da 7,8 milioni di euro lordi l'anno. Debutta il 15 agosto seguente nell'amichevole pareggiata per 1-1 contro la Costa d'Avorio a Mosca. Nelle qualificazioni al Mondiale 2014 rsi classifica primo. Il 24 gennaio 2014 prolunga il proprio contratto con la Federcalcio russa fino al 2018 con un aumento di ingaggio a 7 milioni l'anno più bonus con un risarcimento pari a 25 milioni in caso di esonero. Nella fase finale dei Mondiali 2014 la Russia esce nella fase a gironi. Il 14 luglio 2015 viene ufficializzata la separazione consensuale tra Capello e la federcalcio russa.

 Jiangsu Suning

L'11 giugno 2017 viene annunciato ufficialmente come nuovo tecnico dello Jiangsu Suning, squadra di proprietà del gruppo Suning. Debutta nella sconfitta casalinga per 1-0 contro il Changchun Yatai. Purtroppo la squadra va male: è dodicesima in campionato salvandosi a stento dalla retrocessione. Il 28 marzo 2018, dopo appena tre partite del nuovo campionato, rescinde consensualmente il contratto. Il 9 aprile 2018 annuncia la fine della propria carriera di allenatore.

CURIOSITA' E ANEDDOTI SU FABIO CAPELLO

Detiene il record di partite consecutive senza sconfitte in Serie A: 58 col Milan tra il 1991-1992 e il 1992-1993. Detiene inoltre il record della percentuale di partite vinte sulla panchina dell'Inghilterra: 66% (28 su 42).

E' da moltissimo tempo un apprezzato opinionista e commentatore televisivo: esordì nel 1983 a Telemontecarlo affiancando Luigi Colombo, alternandosi con José Altafini e Giacomo Bulgarelli, per poi passare alla Fininvest e a TeleCapodistria. Nel suo anno sabbatico da allenatore 1998-1999 è stato commentatore della Rai, affiancando Bruno Pizzul durante le partite dell'Italia, ruolo che tornò a svolgere nel 2007 prima di trasferirsi in Inghilterra. Dal 2013 al 2018 è stato commentatore e analista tecnico per il nuovo canale tematico Fox Sports Italia, passando poi a Sky Sport.

IPSE DIXIT

Alcune delle sue dichiarazioni più interessanti sui giocatori

Su Ibrahimovic

"Nessuno ha la potenza di Zlatan Ibrahimović. Lui e Marco Van Basten sono identici nell'eleganza".

[Su Ibrahimovic] "Lo volevo alla Roma, ma non riuscimmo a portarlo. Lo volli alla Juve perché ero convinto fosse un fuoriclasse vero. Quando arrivò a Torino calciava solo forte e male. Consigliai a Zlatan di perfezionare la tecnica di tiro ed ogni giorno si fermava dopo l'allenamento con Galbiati a fare tiri in porta. Credo che i risultati si vedano. Fa giocate che solo i fuoriclasse sanno fare e che sono impensabili per gli altri".

Sugli juventini

[Su Del Piero nel periodo tra il 2004 e il 2006] "Non era più il Del Piero spumeggiante degli anni di Lippi. Alessandro comunque merita tutta la mia stima e l'affetto. Si è sempre comportato da grande professionista, anche se era in parabola discendente".

[Su Higuaín] "Lo presi io al Real Madrid quando non aveva ancora venti anni, mi piacque subito. Vidi delle cassette, mi interessò immediatamente perché si muoveva molto e partecipava sempre all'azione. Appena arrivò a Madrid si mise subito a disposizione del gruppo, lavorava tantissimo per migliorare tecnicamente. Ha sempre dimostrato fiuto del goal e grande determinazione, è un calciatore importante".

[Su Paul Pogba] "Parliamo di un ragazzo che ha un potenziale da super giocatore. Bisogna vedere se quando gli mettono il volante in mano, nel senso di mostrare tutto il suo valore ed essere trainante per la squadra, dimostrerà di essere capace di guidare".

Su Mourinho e gli allenatori italiani

"Ai nostri allenatori Mourinho non ha da insegnare niente. In Italia il calcio tatticamente è una cosa molto, molto seria. Sotto l'aspetto calcistico siamo i più avanzati e ormai tutti conoscono tutto. Mourinho adesso ha in mano una macchina straordinaria e non credo farà rivoluzioni, gli sarà sufficiente portare quell'un per cento di novità".

Sulla Juventus

[aprile 2003] "È una squadra che non m'interessa. Apprezzo la società, ma il mio è un discorso personale. Dico certe cose forse anche per l'età che ho, perché per quello che ti permette di fare chiunque vorrebbe andarci, ma io no. Poi è già ben allenata".

[febbraio 2004] "Il fatto che io non vada ad allenare la Juve non significa che non mi abbiano cercato. Rispetto la società, ma a me non interessa andare lì: sono scelte di vita".

"Ci sono squadre dove tu vai e respiri la mentalità vincente. La Juventus ha questa mentalità".

Su calciopoli e la Triade

"Imbarazzo? E perché? Io ho vinto quei titoli sul campo, ce li hanno tolti è vero ma le medaglie le ho sempre, sono in un baule in cantina".

"La Triade? Non rinnego la loro amicizia, avevano qualcosa in più degli altri. Formano un mix completo. L'abilità gestionale a livello societario del dottor Giraudo, grazie al quale non c'erano bisogno degli investimenti della Fiat per fare il mercato. La competenza tecnica di Roberto Bettega e la bravura nell'acquistare i giocatori di Luciano Moggi. Una società che ti permetteva di dedicarti solo al campo e di fare l'allenatore, senza dover pensare a nulla".

Sul calcio in generale

"Una società ha il diritto di prendere chi gli pare: se a un tifoso non sta bene, quella stagione non andrà allo stadio. Ecco, in Italia i tifosi, e il tifo organizzato in particolare, hanno troppo potere".

"Io sono per la tecnologia totale. In tutti gli sport, dal rugby al basket fino al tennis c'è la tecnologia. Io per un gol-non gol sono stato eliminato al Mondiale con l'Inghilterra. Uno lavora due anni e dopo un errore del genere vai a casa. È una cosa importante".

Sul Real Madrid e il calcio estero

"La mia avventura al Real Madrid finì con una telefonata di Berlusconi che mi chiese di tornare ad allenare il Milan. A lui dovevo tutto e non potevo dirgli di no".

"I tifosi spagnoli si divertono alla partita, ci vanno tranquilli, con un panino in mano; da noi si va allo stadio solo per offendere. In Inghilterra applaudono la loro squadra quando retrocede, perché riconoscono ai giocatori l’impegno, l’applicazione. Da noi quando succede? Ho visto solo i tifosi del Frosinone applaudire la squadra nonostante la retrocessione".

"Nella Liga spagnola c'è grande rispetto, concetto base del mio modo di essere e allenare, le famiglie vanno allo stadio coi bambini. In Premier League gli impianti sono pieni, non succede mai nulla e polizia e steward svolgono un ruolo perfetto. In Serie A invece comandano gli ultrà, negli stadi vedi e senti di tutto, il declino sarà sempre più evidente. Eppure basterebbe applicare la legge. Autorità e club devono prendere una decisione per far tornare la gente negli stadi e rendere questi più accoglienti".

"Io sono dell'idea che più si fischia più si sbaglia. Meglio il metro inglese, in questo senso. In Italia si analizza troppo la moviola per giustificare o condannare le prestazioni della squadra. E finché si discute su contatti minimi si giustificano i simulatori".

Sulla Nazionale

"Guido la Nazionale inglese, era my dream, il mio sogno, quella azzurra non mi ha mai affascinato, qui ci sono 57 milioni di ct, io non sono fra questi. Io cerco sempre qualcosa di forte, mi esaltano le grandi sfide".

DICONO DI LUI, CITAZIONI SU FABIO CAPELLO

I suoi giocatori

"È il migliore allenatore che abbia mai avuto. Il fatto che mi abbia chiamato in Russia è un onore straordinario [...]. E aggiungo una cosa: Capello è stato il tecnico con cui ho discusso di più, eppure mi ha chiamato in Russia dicendomi che la mia strada è allenare". (Christian Panucci)

"Quando si arrabbia sono pochi quelli che osano guardarlo negli occhi, e se ti offre una possibilità e tu non la sfrutti puoi anche andare a vendere salsicce fuori dallo stadio. Nessuno va da lui a parlargli dei suoi problemi. Capello non è tuo amico. Non chiacchiera con i giocatori, non a quel modo. Lui è il sergente di ferro, e quando ti chiama in genere non è un buon segno. D'altro canto non puoi mai sapere. Lui distrugge e costruisce". (Zlatan Ibrahimovic)

"È stato l'allenatore che mi ha cambiato nel modo di giocare. Già dal suo primo anno ha voluto cambiare la mia posizione, quando arrivò giocai con Totti e Montella, ma già a metà stagione mi mise sulla fascia pensando all'anno dopo. Ti faceva tirare fuori il 110%, la sua più grande dote. Trattava tutti allo stesso modo, non c'erano giocatori di nome o altri, i regolamenti erano uguali". (Marco Delvecchio)

"Ha i suoi metodi, non sono mai uscito a cena con lui e credo non l'abbia fatto nessuno di noi, però giudico l'allenatore e sui risultati non c'è nulla da dire. Sa come tenere in pugno le situazioni difficili". (Zvonimir Boban)

"Il migliore allenatore che abbia mai avuto. Ha fatto tanto per me e io poco per lui: non lo meritava, ma la stima che ci ha legato e ci lega tuttora è immensa". (Antonio Cassano)

"Io e lui non andavamo mai d'accordo, al punto che una volta quando stavo alla Roma mi venne in mente un'idea che tutti e due ancora applichiamo con successo. Gli dico: 'Visto che facciamo stronzate dalla mattina alla sera e ci mandiamo continuamente a quel paese, almeno mettiamoci la mano davanti alla bocca, così evitiamo che tutto il mondo veda, capisca e ci prenda per il culo'. E lui quel giorno lì per la prima volta ha ascoltato me. Per la prima e unica, sia chiaro". (Antonio Cassano)

"Non mi piace parlarne, mi sembra di dedicare troppa attenzione a chi non la merita. Come si è comportato, il fatto che nessuno qui senta la sua mancanza, tutto indica che tipo di persona sia. Si è comportato così a Milano, a Roma e anche qui a Torino. Uno, due indizi, il terzo è una prova". (Alessandro Del Piero)

"Per un calciatore è un onore e una garanzia essere allenati da Capello". (John Carew)

"Un grande tecnico, molto intelligente e non asfissiava i giocatori. Persona schietta, ma non fu un rapporto facile. Comunque preferisco chi ti parla in faccia". (Enzo Gambaro)

Gli altri allenatori

"Ognuno può dire quello che vuole, stranamente Capello viene a mettere il becco in casa di altri. Ha vinto due scudetti, ma nessuno si ricorda di cose emblematiche: io mi ricordo gli scudetti di Lippi e di Trapattoni, non ricordo la Juventus di Capello. La si ricorda solo perché quei due scudetti sono stati revocati. E poi con quell'armata che aveva a disposizione è uscito nei quarti di finale di Champions League. Io mi guarderei bene prima di dire delle fesserie". (Antonio Conte)

"Ogni mattina mi guardo allo specchio e mi dico che Capello è la più grande offesa per la categoria. Mi vergogno di essere un allenatore". (Franco Scoglio)

"Lo stimo molto, sia sul piano professionale sia su quello umano. È per questo che un mese fa l'ho invitato a L'Aja a tenere una conferenza sugli allenatori olandesi. Io e Fabio abbiamo idee molto simili su lavorare con i giocatori e come trattarli". (Louis van Gaal)

CAPELLO, STATISTICHE DA CALCIATORE

Capello alla Spal

1963-1964  

Serie A: 4 presenze 0 gol

1964-1965  

Serie B: 9 presenze 0 gol

1965-1966  

Serie A: 20 presenze 1 gol

1966-1967  

Serie A: 16 presenze 2 gol

Coppa Italia: 1 presenza 1 gol

Alla Roma

1967-1968  

Serie A: 11 presenze 1 gol

Coppa Italia: 1 presenza 0 gol

1968-1969  

Serie A: 25 presenze 6 gol

Coppa Italia: 8 presenze 4 gol

1969-1970  

Serie A: 26 presenze 4 gol

Coppa Italia: 5 presenze 0 gol

Coppa delle Coppe: 8 presenze 3 gol

Alla Juventus

1970-1971  

Serie A: 27 presenze 5 gol

Coppa Italia: 2 presenze 0 gol

Coppa delle Fiere: 11 presenze 3 gol

Trofeo Armando Picchi: 1 presenza 0 gol

1971-1972  

Serie A: 29 presenze 9 gol

Coppa Italia: 9 presenze 3 gol

Coppa UEFA: 7 presenze 1 gol

Nazionale: 3 presenze 0 gol

1972-1973  

Serie A: 27 presenze 3 gol

Coppa Italia: 9 presenze 2 gol

Coppa dei Campioni: 9 presenze 0 gol

Nazionale: 8 presenze 3 gol

1973-1974  

Serie A: 27 presenze 4 gol

Coppa Italia: 8 presenze 0 gol

Coppa dei Campioni: 2 presenze 0 gol

Nazionale: 8 presenze 2 gol

1974-1975  

Serie A: 28 presenze 3 gol

Coppa Italia: 6 presenze 1 gol

Coppa UEFA: 9 presenze 2 gol

Nazionale: 3 presenze 0 gol

1975-1976  

Serie A. 27 presenze 3 gol

Coppa Italia: 1 presenza 2 gol

Coppa dei Campioni: 1 presenza 0 gol

Nazionale: 5 presenze 3 gol

Al Milan

1976-1977  

Serie A: 26 presenze 1 gol

Coppa Italia: 6 presenze 0 gol

Coppa UEFA 5 presenze 3 gol

Nazionale: 5 presenze 0 gol

1977-1978  

Serie A: 28 presenze 3 gol

Coppa Italia: 5 presenze 0 gol

Coppa delle Coppe: 2 presenze 1 gol

1978-1979  

Serie A: 8 presenze 0 gol

Coppa UEFA: 3 presenze 0 gol

1979-1980  

Serie A: 3 presenze 0 gol

Coppa Italia: 1 presenza 1 gol

STATISTICHE DA ALLENATORE

Capello al Milan

Aprile-maggio 1987 

Serie A: 6 partite, 3 vinte 2 pareggiate 1 persa (compreso spareggio Coppa UEFA)

Coppa Italia: 1 partita, 0 vinte 1 pareggiata 0 perse

1991-1992 

Serie A: 34 partite, 22 vinte 12 pareggiate 0 perse

Coppa Italia: 8 partite, 3 vinte 4 pareggiate 1 persa

1992-1993 

Serie A: 34 partite, 18 vinte 14 pareggiate 2 perse

Coppa Italia: 8 partite, 5 vinte 2 pareggiate 1 persa

Champions League: 11 partite, 10 vinte 0 pareggiate 1 persa

Supercoppa italiana: 1 partita, 1 vinta 0 pareggiate 0 perse

1993-1994 

Serie A: 34 partite, 19 vinte 12 pareggiate 3 perse

Coppa Italia: 4 partite, 1 vinta 2 pareggiate 1 persa

Champions League: 12 partite, 7 vinte 5 pareggiate 0 perse

Supercoppa italiana: 1 partita, 1 vinta 0 pareggiate 0 perse

Supercoppa europea: 2 partite, 1 vinta 0 pareggiate 1 persa

Coppa Intercontinentale: 1 partita, 0 vinte 0 pareggiate 1 persa

1994-1995 

Serie A: 34 partite, 17 vinte 9 pareggiate 8 perse

Coppa Italia: 4 partite, 1 vinta 0 pareggiate 3 perse

Champions League: 11 partite, 6 vinte 2 pareggiate 3 perse

Supercoppa italiana: 1 partita, 0 vinte 1 pareggiata 0 perse

Supercoppa europea: 2 partite, 1 vinta 1 pareggiata 0 perse

Coppa Intercontinentale: 1 partita, 0 vinte 0 pareggiate 1 persa

1995-1996 

Serie A: 34 partite, 21 vinte 10 pareggiate 3 perse

Coppa Italia: 4 partite, 2 vinte 2 pareggiate 0 perse

Coppa UEFA: 8 partite, 6 vinte 1 pareggiata 1 persa

Al Real Madrid

1996-1997 

Primera Division: 42 partite, 27 vinte 11 pareggiate 4 perse

Coppa del Re: 6 partite, 4 vinte 1 pareggiata 1 persa

Ritorno al Milan

1997-1998 

Serie A: 34 partite, 11 vinte 11 pareggiate 12 perse

Coppa Italia: 10 partite, 5 vinte 3 pareggiate 2 perse

Alla Roma

1999-2000  

Serie A: 34 partite, 14 vinte 12 pareggiate 8 perse

Coppa Italia: 4 partite, 1 vinta 0 pareggiate 3 perse

Coppa UEFA: 8 partite, 4 vinte 2 pareggiate 2 perse

2000-2001  

Serie A: 34 partite, 22 vinte 9 pareggiate 3 perse

Coppa Italia: 2 partite, 0 vinte 1 pareggiata 1 persa

Coppa UEFA: 8 partite, 6 vinte 1 pareggiate 1 persa

2001-2002  

Serie A: 34 partite, 19 vinte 13 pareggiate 2 perse

Coppa Italia: 4 partite, 1 vinta 0 pareggiate 3 perse

Champions League: 12 partite, 3 vinte 7 pareggiate 2 perse

Supercoppa italiana: 1 partita, 1 vinta 0 pareggiate 0 perse

2002-2003  

Serie A: 34 partite, 13 vinte 10 pareggiate 11 perse

Coppa Italia: 8 partite, 4 vinte 3 pareggiate 1 persa

Champions League: 12 partite, 3 vinte 5 pareggiate 4 perse

2003-2004  

Serie A: 34 partite, 21 vinte 8 pareggiate 5 perse

Coppa Italia: 4 partite, 2 vinte 0 pareggiate 2 perse

Coppa UEFA: 8 partite, 4 vinte 2 pareggiate 2 perse

Alla Juventus

2004-2005  

Serie A: 38 partite, 26 vinte 8 pareggiate 4 perse

Coppa Italia: 2 partite, 0 vinte 1 pareggiata 1 persa

Champions League: 12 partite, 7 vinte 3 pareggiate 2 perse

2005-2006  

Serie A: 38 partite, 27 vinte 10 pareggiate 1 persa

Coppa Italia: 4 partite, 2 vinte 1 pareggiata 1 persa

Champions League: 10 partite, 6 vinte 1 pareggiata 3 perse

Supercoppa italiana: 1 partita, 0 vinte 0 pareggiate 1 persa

Di nuovo al Real Madrid

2006-2007  

Primera Division: 38 partite, 23 vinte 7 pareggiate 8 perse

Coppa del Re: 4 partite, 1 vinta 3 pareggiate 0 perse

Champions League: 8 partite, 4 vinte 2 pareggiate 2 perse

Come ct dell'Inghilterra

2007-2008  

4 partite, 3 vinte 0 pareggiate 1 persa

2008-2009  

11 partite, 9 vinte 1 pareggiata 1 persa

2009-2010  

13 partite, 7 vinte 3 pareggiate 3 perse

2010-2011  

9 partite, 5 vinte 3 pareggiate 1 persa

2011-2012  

5 partite, 4 vinte 1 pareggiata 0 perse

Come ct della Russia

2012-2013  

9 partite, 5 vinte 3 pareggiate 1 persa

2013-2014  

14 partite, 7 vinte 5 pareggiate 2 perse

2014-2015  

10 partite, 5 vinte 3 pareggiate 2 perse

In Cina allo Jiangsu Suning

2017  

Chinese Super League: 18 partite, 6 vinte 6 pareggiate 6 perse

Coppa di Cina: 3 partite, 1 vinta 1 pareggiata 1 persa

2018  

3 partite, 1 vinta 0 pareggiate 2 perse

PALMARES DA CALCIATORE

1968-1969 Roma: Coppa Italia

1971-1972 Juventus: Campionato italiano di Serie A

1972-1973 Juventus: Campionato italiano di Serie A

1974-1975 Juventus: Campionato italiano di Serie A

1976-1977 Milan: Coppa Italia

1978-1979 Milan: Campionato italiano di Serie A

PALMARES DA ALLENATORE

Capello al Milan

1984-1985 Milan: Coppa Italia Primavera

1991-1992 Milan: Campionato italiano (Serie A)

1992-1993 Milan: Campionato italiano (Serie A), Supercoppa italiana

1993-1994 Milan: Campionato italiano (Serie A), Champions League, Supercoppa italiana

1994-1995 Milan: Supercoppa italiana, Supercoppa europea

1995-1996 Milan: Campionato italiano (Serie A)

Al Real Madrid

1996-1997 Real Madrid: Campionato spagnolo (Liga)

Alla Roma

2000-2001 Roma: Campionato italiano (Serie A)

2001-2002 Roma: Supercoppa italiana

Alla Juventus

2004-2005 Juventus: Campionato italiano di Serie A (revocato)

2005-2006 Juventus: Campionato italiano di Serie A (assegnato all'Inter)

Di nuovo al Real Madrid

2006-2007 Real Madrid: Campionato spagnolo (Liga)

(Di Massimiliano Valle e Matteo Ronchetti)