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Tra passato e futuro: Vienna ci lascia storia, civiltà e…tre punti

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Di rientro da tre giorni a Vienna, occorre riavvolgere il nastro dell'esperienza e tracciare un bilancio: salutiamo una città piena di storia e cultura, con sorrisi calcistici

Luca Fazzini

Dal nostro inviato a Vienna, Luca Fazzini

Raramente può sembrare utile descrivere la location ad evento ormai passato. Di rientro da tre giorni a Vienna, però, è ancor più chiaro come cercare di raccontare la città che ha ospitato il ritorno ufficiale del Milan in Europa sarebbe stato rischioso ed incompleto se fatto nelle prime ore di permanenza nella capitale austriaca. Come ad ogni esperienza, però, al termine della stessa occorre riavvolgere il nastro e tracciare un bilancio di quanto una città come Vienna ha saputo lasciare. Basterebbe l'assenza dei tornelli in metropolitana a spiegare la differenza di cultura e mentalità di un paese (e un popolo) che da Milano dista poco meno di quanto lo faccia Bari dalla Madonnina. Il biglietto si compra e lo si oblitera, ma non ci sono dispositivi che permettono l'accesso e nemmeno controlli: l'ingrediente base è onestà da una parte e fiducia dall'altra. Lo stesso vale in giro per le strade, dove è possibile trovare i giornali acquistabili da sè, inserendo le monete in un apposito spazio, senza accertamenti alcuni.

Vienna, però, non è solo sede di un popolo con una mentalità diversa dalla nostra. E' storia, calcistica ma non solo. Una città che fonda le sue radici nella Roma di Marco Aurelio e che decise le sorti dell'Occidente tramite il Congresso del 1815, quando - dopo la sconfitta di Napoleone - Russia, Prussia, Gran Bretagna e Austria ridisegnarono la cartina d'Europa. Successivamente divenne capitale dell'impero asburgico: un'epoca che ne condiziona tutt'ora architettura e urbanistica. La Vienna attuale, infatti, mette in bella luce i suoi palazzi e i suoi castelli. L'ordine la fa da padrone, tanto nell'impostazione degli edifici quanto tra le Straße. Modernizzazione e globalizzazione sono evidenziate dalle tante insegne di multinazionali che campeggiano in cima ai palazzi. Ponte tra il vecchio e il nuovo mondo, rappresentato comunque dalla 'city' moderna con grattacieli e strutture all'avanguardia, Vienna rappresenta - grazie ad una posizione strategica - un ingresso privilegiato dell'est Europa nell'Occidente puro.

Tra le strade, riecheggia ancora il profumo di cultura che negli anni si è diffuso lungo le strade della città: dal museo di Freud ai tanti riferimenti musicali - come il Teatro dell'Opera - che celebrano Mozart e Beethoven. E poi ancora il Barocco, il periodo Liberty e l'arte, con il periodo della Secessione e l'avvento di Gustav Klimt. I monumenti cittadini ne sono perfetta eredità: dal castello di Schönbrunn al Duomo di Santo Stefano, passando per l'Hofburg (residenza degli Asburgo), il municipio e la Ringstrasse, unico viale contenente tutti questi luoghi d'interesse. "E' mia volontà" disse Francesco Giuseppe nel 1857 quando ordinò la costruzione di questa strada. Elemento significativo di Vienna, però, sono le tantissime aree verdi che, sparse per la città, danno ossigeno e possibilità si svago agli abitanti. E se a ciò si aggiunge l'efficienza dei mezzi di trasporto pubblici (tra i quali figura, curiosamente, anche la carrozza) non è un caso che per otto volte consecutive, dal 2010 ad oggi, Vienna sia stata inserita al primo posto della classifica delle città più vivibili al mondo.

A conclusione, però, ecco il campo: salutiamo Vienna con buoni segnali da parte del Milan di Montella. L'avversario era tutt'altro che proibitivo, ma alcune risposte (soprattutto dopo il ko di Roma) sono arrivate. E poco importa se nell'ultimo precedente qui fu l'Ajax a trionfare (Champions League 1995, gol di Kluivert), ci si può consolare con la Coppa dei Campioni 1990, vinta 1-0 grazie a Rijkaard. Da Rijkaard ad Andrè Silva, dall'Olanda al Portogallo, passando per l'Austria. Si riparte da qui, da una Vienna che ci lascia cultura, storia, civiltà e tanti sorrisi. Una bella esperienza. Nella città più vivibile del mondo. Ciao e grazie, Vienna.

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