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Juventus, Buffon: “Ritiro? Se non c’è il crollo che tutti sperano vado avanti”

Gianluigi Buffon, portiere della Juventus (credits: GETTY Images)

Gianluigi Buffon ieri ha compiuto 42 anni. Per l'occasione, il portiere della Juventus, ex della Nazionale Italiana, ha rilasciato una lunga intervista

Daniele Triolo

"NEWS JUVENTUS - Gianluigi Buffon, portiere della Juventus ed ex estremo difensore della Nazionale Italiana, ha compiuto ieri 42 anni e, per l'occasione, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di 'Sky Sport'. Queste le dichiarazioni di Buffon:

"Su quando avverrà il suo ritiro: "Dopo una certa età fare gli anni non è una grande festa, però è un qualcosa di inevitabile e va accettato sempre con il sorriso e la soddisfazione a 42 anni di essere un giocatore e avere un buon rendimento e essere una persona felice. Se non c’è il crollo che tutti ormai sperano ci sia da 10 anni, magari andremo avanti. Guardo come arrivo a marzo-aprile, se non ci sarà un crollo verticale, io sono pronto a aperto a tutte le idee. Quella più importante è rimanere coerente con quello che sto facendo e come mi fa sentire. Se quello che sto facendo è ancora di livello alto, come lo reputo ancora adesso".

"Sul ruolo che ha nella Juventus:  "Il ruolo che ho nella squadra e il rapporto che ho con tutti è gratificante. Con Tek, Filippi e Pinsoglio abbiamo creato un gruppo portiere molto solido e unito e quindi aspettiamo e vediamo".

"Sulla lotta Scudetto: "Sarà un campionato combattuto fino alla fine. La Lazio sta facendo qualcosa di eccezionale, il fatto che non abbia partite infrasettimanali inciderà tanto da qui alla fine. L’Inter, anche se non mi sorprende perché conosco il loro allenatore, fino alla fine sarà lì e di questo ne sono certo. Il destino è nelle mani nostre, quando sei più forte sai che il destino dipende da te e noi abbiamo questa consapevolezza. Su questa certezza però non ci dobbiamo abbandonare".

"Sulla sconfitta di Napoli: "È stata una sconfitta brutta, brutta nel modo e perché potevamo e dovevamo fare qualcosina di meglio. Però sono quei passaggi delicati e negativi che secondo me in una stagione servono per ritrovare una certa fame, per non dare nulla di scontato, perché inconsciamente, affronti la gara con un Napoli in grande difficoltà e anche se l’occasione dovrebbe farti alzare le antenne, hai sempre la certezza di essere in testa e comandare. Essendo uno sportivo di lunga data credo che se fosse stata una partita determinante per la Juve per uscire dalla gara Scudetto, sono sicuro che avrebbe vinto. Questa opportunità, che a volte sembra anche dovuta perché siamo forti e lo abbiamo dimostrato, fa sì che in certi momenti non ci sia quella ferocia che invece va messa".

"Sul suo ricordo di Kobe Bryant: "È un qualcosa di inverosimile perché quando queste disgrazie, queste tragedie toccano delle personalità così importanti nel pieno della loro vita, è un qualcosa che ti fa sentire molto più vulnerabile. Sembra che la vita e lo star bene a determinate persone sia quasi dovuta, non immagini mai che un mostro sacro e uno sportivo ineguagliabile come Kobe potesse avere un epilogo simile".

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