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Pioli, futuro in bilico: pro e contro di una stagione da dimenticare

Stefano Pioli, tecnico del Milan (credits: GETTY Images)

La permanenza di Stefano Pioli sulla panchina del Milan si deciderà nei prossimi mesi: ecco i pro e i contro di una stagione molto negativa

Alessio Roccio

NEWS MILAN - Uno dei punti di domanda più grandi a cui i tifosi rossoneri provano a darsi una risposta è quello che riguarda il nome dell'allenatore del Milan della prossima stagione. Nelle scorse settimane si è parlato molto di Ralf Rangnick, dirigente del gruppo Red Bull che si occupa dell'area sportiva del Lipsia e del Salisburgo. In passato ha ottenuto importanti risultati anche da allenatore, sia alla guida dello Schalke 04 che dello stesso Lipsia.

Tuttavia, tra le problematiche che sta creando l'emergenza Coronavirus c'è anche quella che riguarda la programmazione. In una situazione di normalità, con l'addio di Zvonimir Boban a inizio marzo, Rangnick avrebbe anche potuto anticipare il suo arrivo in rossonero e cominciare a mettere le basi per la prossima stagione, conoscendo l'ambiente, i calciatori e iniziando ad imparare la lingua. Tutto questo non si è potuto realizzare e non è da escludere che l'accordo spoilerato dall'ex CFO croato possa saltare.

Per questo motivo il nome di Stefano Pioli rimane ancora molto quotato per la prossima stagione. Ma proviamo ad analizzare la sua stagione in rossonero. Per molti il tecnico emiliano meriterebbe la conferma, da Collovatia Eranio, passando per Repice, Biasine Antonini(solo per citarne alcuni), ma anche calciatori come le ultime dichiarazioni di Samu Castillejo. Insomma, in molti si schierano al fianco di Pioli. Ma siamo sicuri che meriti questa fiducia incondizionata?

Pioli ha iniziato la sua avventura al Milan ad ottobre, prendendo il posto dell'esonerato Marco Giampaolo e firmando un contratto fino al 2021 ma con un gentleman Agreement in caso di mancata qualificazione alle coppe europee. Le prestazioni rispetto al suo predecessore sono certamente migliorate. La squadra ha iniziato a creare maggiori occasioni da gol, assumendo una propria identità e giocandosela alla pari con tutte le squadre. Tuttavia, i risultati non si possono dire così soddisfacenti.

Prima di Natale sono arrivati i 5 schiaffi in casa dell'Atalanta, che hanno poi accelerato l'arrivo di Ibrahimovic. Poi a febbraio la sconfitta nel derby per 4-2, dopo essere andati al riposo sul 2-0. Infine, lo scarso rendimento a San Siro coi pareggi ottenuti contro squadre abbordabili come Lecce, Sassuolo e Sampdoria e la sconfitta contro il Genoa a chiudere il cerchio. Ad oggi se tirassimo le somme il Milan sarebbe settimo in campionato, con ben 12 punti in meno rispetto alla squadra di Gattuso di un anno fa. Forse la conferma non sarebbe così meritata.

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