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Ernia: “Idolo Shevchenko, ma mi erano simpatici Gattuso e Dida”

Ernia, rapper tifoso del Milan (credits: acmilan.com)

Matteo Professione, in arte Ernia, tra i rapper italiani più apprezzati, intervistato nell’ambito di ‘Milan Addicted’, programma del Club Channel rossonero

Daniele Triolo

Matteo Professione, in arte Ernia, tra i rapper italiani più apprezzati, è stato intervistato nell’ambito di ‘Milan Addicted’, programma del Club Channel rossonero, ‘Milan TV’. Questi i passaggi salienti dell’intervista di Ernia:

Sulle sue origini: “Ho iniziato a fare rap da quando avevo 12 anni, ho avuto diverse esperienze nell’ambiente. I rapper della generazione precedente alla mia erano molto più simili a me di quanto non siano i miei coetanei. Sono un rapper colto: non è un merito mio, è un demerito loro”.

Sul brano ’68’: “È una traccia un po’ più ‘colorata’ di quello che ho fatto in precedenza. Ho provato a fare qualcosa di più allegro: sono stato ambassador del passaggio del Milan da ‘Adidas’ a ‘PUMA’, ovvero il nuovo sponsor tecnico”

Su come è nato il pezzo per il Milan targato PUMA: “Era un venerdì: io domenica ero in studio con Night Skinny ho trovato la base, ho scritto il pezzo e martedì abbiamo girato il video. Stiamo facendo un jingle, un inno, un qualcosa che deve essere di impatto e farti dire: ‘Guardate cosa di nuovo ha il Milan’”.

Su come nascono i suoi pezzi: “Sai tante volte scrivi dei pezzi buttandoli lì e sono dei risultati migliori. A volte quando stai lì a pensare di trovare la chiave, non la trovi, non arriva alla gente”.

Sulla serata di presentazione del brano per il club: “In realtà ero un po’ teso all’inizio, poi è andata liscio, perché poi dovevo suonare, fare cinque pezzi durante la serata: io non ho problemi a fare i miei pezzi ‘live’, mi trovo molto bene”.

Su una sua strofa che può essere associata a Gonzalo Higuaín: "'A volte penso che voglia piovere solo su di me/ Tengo tutto il peso del mondo sopra le spalle/Ma guardo e non c’è, eh’. Lui è uno che si dà delle responsabilità, vuole essere un leader ed è un leader. Pur di vincere, me la trascino io, capito?

Sul suo idolo: “Il bomber. Da ragazzino era Andriy Shevchenko: Sheva, ma mi stava molto simpatico anche Gennaro Gattuso perché percepivo che era grintoso, un bel torello.

Sulla sua simpatia per Nelson Dida: “Io in realtà da piccolo giocavo a basket, quando giocavamo a calcio venivo scelto per ultimo e giocavo in porta. Ma io ero proprio bravo in porta, quindi dicevo ‘Poche balle, io sono Dida’”.

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