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Il padre di Cutrone: “Poteva essere dell’Inter. Su Montella…”

Patrick Cutrone, bomber del Milan, in gol contro il Rijeka (credits: LaPresse/A.C. Milan)

Pasquale Cutrone, padre di Patrick, ha parlato a calciomercato.com del momento di suo figlio, che sta diventando sempre più importante per questo Milan

Salvatore Cantone

Pasquale Cutrone, padre di Patrick, attaccante del Milan, ha rilasciato una lunga intervista a calciomercato.com, in cui parla del momento d'oro di suo figlio e del rapporto con l'allenatore Vincenzo Montella. Le sue parole.

Minuto 94 di Milan-Rijeka, Patrick trova la zampata vincente: da padre, che emozione è stata?

"Ero allo stadio e devo dire che è stata una emozione molto forte. Sa, segnare negli ultimi secondi dopo un pareggio piuttosto particolare ha un valore doppio. C'è stato un calo, credo più mentale che fisico, ma non sono io l'allenatore per dire se l'uno o l'altro. Patrick è stato bravissimo a tramutare in rete una delle pochissime occasioni che ha avuto'.

Un gol frutto di quelle che sono le sue caratteristiche principali, ovvero attacco del primo palo, taglio dietro al difensore e quella fame di arrivare sempre sul pallone...

"In effetti ne ha fatti diversi così nel settore giovanile del Milan, fa parte del suo repertorio. Sicuramente il fatto che si sta allenando da tanti mesi con la prima squadra aiuta molto, la presenza di Montella che è stato un grande centravanti gli ha permesso di migliorare quei difetti che aveva e che ci sono ancora. Ma Patrick è così, è talmente testardo che vuole raggiungere i suoi obiettivi con determinazione".

Montella non lesina elogi a livello individuale così spesso, con Patrick invece  è  diverso. Tra i due c'è un rapporto speciale?

"Sul rapporto con il tecnico non posso esprimermi molto, lui non mi racconta mai quello che succede negli allenamenti o quello che gli dice l'allenatore. Sono cose di campo che restano in campo. Credo sì che ci sia un certo feeling e questo è dovuto da diversi fattori. Il credo calcistico di Montella ben si sposa con quelle che sono le sue qualità, poi Patrick è uno disponibile, molto generoso, sa farsi volere bene. Da padre, penso sia normale che questi elogi facciano piacere, ma va bene elogiare senza dimenticare quelli che sono gli equilibri di squadra che vanno sempre mantenuti. Non bisogna mai esagerare con gli elogi e nemmeno nelle critiche".

Nella sue parole si nota una leggera volontà di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Si riferisce anche alle critiche di squadre e personali ricevute nell'ultimo periodo?

"Noi siamo una famiglia molto equilibrata, non ci siamo montati la testa all'inizio quando i titoli dei giornali erano tanti e non ci siamo abbattuti dopo le critiche ricevute dopo la sconfitta contro la Lazio. Io credo che in quella gara non aveva delle colpe specifiche, alcune cose che abbiamo letto o sentito non ci hanno fatto piacere. A volte ci si dimentica che ha solo 19 anni, alcune cose non erano obiettive. Io sono sempre per le critiche costruttive, quelle distruttive non le digerisco".

A ogni gol un bacio al braccio, a quel tatuaggio che rappresenta la vostra famiglia...

"E' una sua esultanza personale, lo fa da diverso tempo. E' tutta farina del suo sacco. Però mi ha fatto promessa".

Quale?

"Basta tatuaggi, ora la deve mantenere".

Patrick pare un tipo equilibrato, l'attenzione mediatica non l'ha cambiato?

"Non lo ha cambiato assolutamente e forse questo può sembrare strano. Lui è sempre lo stesso, quando finisce la partita ha già la testa alla prossima, se non fa gol si arrabbia. A volte lo rimprovero perchè non si gode mai il momento della serata, dovrebbe farlo. Sinceramente anche a lui non era piaciute certe critiche dopo la Lazio, ci era rimasto male. A volte si punta il dito verso il giocatore italiano per evitare critiche su quello straniero. Questo è uno dei motivi per il quale i giovani italiani fanno fatica ad emergere nel nostro campionato".

Questa è stata la settimana perfetta a livello personale, un gol da tre punti e l'adeguamento del contratto da parte del Milan...

"E vero, siamo molto contenti per questo. Possiamo dire che il rinnovo era stato fatto in tempi non sospetti, lontano dai riflettori come piace a noi. Lunedì invece è arrivato l'adeguamento e di questo ringraziamo la società e i suoi procuratori. Patrick non pensa al Dio denaro".

In estate Verona, Crotone e altri club lo avevano richiesto: rifareste la scelta di rimanere al Milan, al netto della concorrenza?

"Le possibilità erano concrete, ringraziamo anche questi club per la stima. Il Milan non lo ha voluto dare, Patrick si era detto anche disponibile per andare a giocare, diciamo per farsi le ossa".

Il prossimo 15 ottobre ci sarà il derby con l'Inter, una squadra che Patrick ha sfiorato in passato...

"C'era stato un provino con l'Inter, era andato anche bene. Poi non li ho più sentiti e siamo andati a farne un altro con il Milan. E' piaciuto subito a Bianchessi, c'è stata una stretta di mano da signori vecchio stampo. Più che la firma, è bastata quella".

Il sogno, quindi, è prendersi anche una piccola rivincita personale?

"Prima di tutto, spero che Patrick giochi. Se poi segnasse, tanto meglio".

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