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Il MILAN e i black out: un vizio da eliminare

Matteo Mancosu, Carpi,  Getty Images

Nonostante la buona prestazione e il passaggio del turno in Coppa Italia, il Milan continua a mostrare assurdi black out che mettono a rischio il risultato

Renato Boschetti

Missione compiuta, ma quanta fatica! Ieri sera il Milan, battendo per 2-1 il Carpi, si é qualificato per la tanto sospirata semifinale di Coppa Italia ma la squadra, nonostante un primo tempo soddisfacente, ha sofferto troppo, specie nella ripresa, evidenziando nuovamente limiti e carenze che sono stati spesso fatali in questa stagione.

Il difetto principale di questo Milan é stato, fin dall’inizio, quello di mettere insieme 90 minuti di buon livello e di mantenere quindi una costanza di rendimento durante tutto l’arco del match; contro gli emiliani di Castori la musica non é cambiata e dopo un primo tempo di buon livello in cui il Milan, pur senza strafare, ha pressato alto, ha corso, ha creato occasioni e soprattutto ha realizzato due gol (cosa piú che rara nei primi tempi di questa stagione) nella ripresa é calato vistosamente subendo, in apertura, il gol di Mancosu.

Il gol del Carpi, conseguenza di un assurdo contropiede concesso dopo un calcio d’angolo a favore, é arrivato nel bel mezzo di 10 minuti di autentico black out che poteva avere conseguenze ben piú gravi. Con il passare dei minuti, la squadra si é ripresa ma non ha mai dato la sensazione di avere il controllo della partita e pur senza concedere grosse occasioni agli avversari ha tenuto in bilico la qualificazione fino alla fine.

Senza andare troppo indietro nel tempo, questo difetto di continuitá nei 90 minuti era giá emerso nelle prime due partite del 2016 con conseguenze ben piú gravi: sabato scorso, a Roma, la squadra ha avuto un avvio shock concedendo, oltre al gol, diverse occasioni agli avversari salvo poi disputare un discreto finale di primo tempo e una buona ripresa. Anche tre giorni prima, contro il Bologna, il Milan ha avuto alti e bassi durante tutto l’arco della partita calando poi vistosamente nel finale fino a perdere la partita.

Mihajlovic, anche ieri sera, ha continuato a sostenere che la squadra fisicamente sta molto bene e che dall’inizio della stagione é risultata essere inferiore all’avversario dal punto di vista fisico e dell’intensità solo in un paio di partite; dando per buona l’analisi del tecnico, il problema si deve allora ricercare nella testa dei giocatori che quindi faticano a restare sul pezzo per tutta la durata delle partite. Ieri sera, probabilmente, la squadra considerava chiusa la pratica qualificazione giá dopo 45 minuti mentre a Roma é stato completamente sbagliato l’approccio alla partita e la squadra, complice anche un calo degli avversarsi, é venuta fuori nel finale. La partita contro il Bologna é stata un pò la sintesi di questi due estremi con la squadra che é partita sotto tono e si é spenta nel finale dopo aver prodotto le cose migliori nella fase centrale del secondo tempo.

Che sia un problema di testa, di gambe o di entrambe non possiamo saperlo ma sicuramente, dopo cinque mesi di campionato sarebbe ora che il Milan riesca a mettere insieme una serie di buone prestazioni che durino 90 minuti (possibilmente piú recupero) in modo da finire le partite senza avere rimpianti.

Se é vero che i 10 minuti di follia vissuti ieri sera, fortunatamente, non hanno prodotto conseguenze sul risultato, lo stesso non si può dire per le amnesie dei due match precedenti in cui il Milan ha lasciato sicuramente due punti sul prato dell’Olimpico ed almeno uno (se non addirittura tre) contro i felsinei.

Gaetano De Pippo

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