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Costacurta: “La Juventus è come il mio Milan. Oggi ai rossoneri manca spessore mentale”

Alessandro Costacurta (credits: GETTY Images)

Ai microfoni di calciomercato.com, ecco le parole dell'ex Milan, Alessandro Costacurta, in particolare sul momento dei rossoneri

Donato Bulfon

ULTIME MILAN - Alessandro Costacurta, ex difensore del Milan e della Nazionale italiana, ha così parlato a calciomercato.com, in particolare sui rossoneri.

Trent'anni dal successo in Coppa dei Campioni contro la Steaua Bucarest: "Non si può paragonare questo Milan a quello di 30 anni fa. Mi ricordo che veniva in ritiro Berlusconi, a gennaio, tirava fuori la lista dei primi dieci del Pallone d'Oro e diceva: "Questo ce l'ho, questo ce l'ho, questo mi manca e lo compro". Questo ora non lo puoi più fare. Una volta Berlusconi sceglieva il miglior giocatore che aveva anche professionalità e serietà. Ora ci sono altri club, più potenti, che possono farlo. I giocatori forti che hanno tutte queste caratteristiche vanno nei top 5 club d'Europa. Quello che facevamo noi 30 anni fa ora lo fanno gli altri. E' un discorso finanziario, è vero che così si può lavorare sui giovani ma non sono sufficienti per vincere".

Sul Milan di oggi: "E' una squadra che ha poco spessore, chiamiamolo psicologico, mentale. E' stata una stagione sulle montagne russe, sali e scendi. Sono passati da essere la squadra che giocava meglio a quella che aveva una grande difesa, per arrivare a quella che non vince più. Prima c'era Higuain che non funzionava, poi Piatek sembrava avesse risolto tutti problemi, ora il polacco è un problema. In questo scenario è importante avere una struttura, avere un'esperienza nell'affrontare i momenti difficili. Il Milan è una squadra che non ha questo tipo di background. In più evidentemente qualcuno non rispetta le regole. Il Milan deve prendere due-tre giocatori sul mercato, considerando la personalità più che l'aspetto tecnico.  Paragono il mio Milan alla Juve attuale. La Juve sceglie i migliori giocatori considerando il valore tecnico ma anche la professionalità. Questa è una delle forze della Juve di adesso: ci sono 8-9 giocatori che fanno rispettare le regole. La Juve in Italia fa scuola, con l'Inter che è sulla buona strada".

Sull'abbattimento del Meazza: "San Siro è stata casa mia, ma oggettivamente non è al passo con i tempi. Ha troppi problemi per essere un top stadio. Si formano, per esempio, le code perché ci sono pochi tornelli, per prendere un ascensore devi aspettare dieci minuti. A Barcellona o a Liverpool, per esempio, non è così. E' tutto più rapido, in un attimo passi dagli spogliatoi all'hospitality o alle lounge. San Siro evidentemente non può rispettare tutti i parametri per avere uno stadio funzionale e moderno". Intanto, ecco le parole di Caressa sul futuro di Sarri: continua a leggere >>>

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