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LETTERA A PM: “Calha-Gigio, 150 M buttati”. La nostra risposta

Matteo Ronchetti

Caro David, grazie per la tua mail. Quello che dici è assolutamente vero: il Milan ha perso una ghiotta occasione. Calhanoglu e Donnarumma rappresentavano un patrimonio tecnico ed economico che la società avrebbe potuto/dovuto monetizzare meglio. In un mondo ideale, il Milan avrebbe dovuto trattare i rinnovi due anni prima della normale scadenza contrattuale, usando anche le maniere forti per vincere il braccio di ferro con giocatori e agenti. Dirlo comodamente seduti sul divano, però, è facile; la realtà è spesso più complicata.

Per Transfermarkt (sito puntuale e affidabilissimo) il valore di Donnarumma sarebbe di 60 milioni, quello di Calhanoglu 35. Sulla carta sono valori correttissimi per uno dei migliori portieri al Mondo (molto giovane, per altro) e per un buon trequartista, reduce da un annata per lo più positiva. Sono però valori puramente teorici. Un conto è il loro possibile valore, un conto è la realtà.

E la realtà ci dice che Donnarumma ha fatto davvero tanta fatica a trovare una squadra disposta a prenderlo gratis. Figuriamoci se avessero dovuto pagare anche il cartellino. Idem per Calhanoglu: voleva un contratto da 6/7 milioni netti all'anno. Nessuno era disposto a darglieli, figuriamoci se il Milan avesse chiesto anche dei soldi. Sembra strano a dirsi, ma i due giocatori si sono messi nelle condizioni di essere invendibili..

La realtà, dunque, cosa ci insegna? Che più è alto l'ingaggio del giocatore, meno squadre possono permetterselo. Se un giocatore non ha mercato, i prezzi si abbassano, rasentando lo zero. E questo a prescindere dal fatto che uno sia in scadenza o meno. E infatti, in questi anni, non sono mai arrivate offerte del genere. Questa è una tendenza che nei prossimi mercati vedremo sempre più spesso: giocatori forti, con ingaggi altissimi, muoversi a parametro zero. E' forse paradossale, ma è così. Facciamocene una ragione. Nella speranza, ovviamente, che l'epilogo con Kessie sia diverso e molto più rapido. Perchè, fortunatamente, non tutti i casi sono uguali. O almeno si spera..

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