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Sacchi: “I miei aneddoti su van Basten. Il Milan di oggi? Un’incognita in tutto”

Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan (credits: GETTY images)

Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan, ha ricordato il suo passato rossonero e sollevato dubbi sull'attuale gestione del club meneghino

Daniele Triolo

'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola ha pubblicato una lunga intervista ad Arrigo Sacchi, allenatore del Milan dal 1987 al 1991 e, successivamente, nella seconda metà della stagione 1996-97. Il 'Profeta di Fusignano', la cui squadra, in particolare quella della stagione 1988-89 è stata definita da molti come “la più forte della storia”, ha raccontato vari aneddoti della sua esperienza in rossonero. Interessante, per esempio, quello dell'acquisto di Carlo Ancelotti, che aveva problemi al ginocchio, per il quale spinse molto con il Presidente Silvio Berlusconi ed altrettanto divertente il retroscena, datato estate 2002, quando lo stesso Ancelotti, in qualità di allenatore del Milan, su suggerimento di Sacchi, spinse con Berlusconi ad uno sforzo economico per l'acquisto di Alessandro Nesta.

Corsi e ricorsi storici di un Milan, quello di Sacchi in particolare, “che ha vinto tutto ed è stato celebrato da tutti”. “Lo ripeto sempre agli amici spagnoli: a forza di battere il Real Madrid, vi abbiamo insegnato come si fa a giocare”, ha spiegato Sacchi, il quale, sulle colonne della 'rosea', si è lasciato trasportare sul viale dei ricordi in particolare sulla figura di Marco van Basten. Leggenda narra come tra i due non corressero buoni rapporti ed allora il tecnico cesenate ha raccontato qualche aneddoto della loro comune esperienza milanista: “Un giorno mi lasciò sulla scrivania un foglietto: 'Mister, facciamo una partitella libera'. Io le facevo sempre a tema. Se la domenica avevamo fatto troppi lanci, ordinavo solo palla a terra. Marco pensava che gli italiani avessero gli anelli al naso. Gli spiegai che quando noi vincevamo i Mondiali, gli olandesi erano ancora sott'acqua. Un giorno mi confessò: 'Non mi diverto, perché si fatica troppo'. Gli risposi: 'Primo: mai visto vincere senza faticare. Secondo: dovresti divertirti per via transitiva, vedendo quanta gente si diverte a guardarci'”.

E poi ancora sul 'Cigno di Utrecht': “Al primo anno, dopo la sconfitta alla seconda giornata in casa contro la fiorentina, van Basten criticò ed i giornali ci misero contro. La domenica dopo a Cesena lo tenni fuori. 'Marco, visto che sai molto di calcio, siediti vicino a me e dammi consigli'. Se Silvio Berlusconi non mi avesse appoggiato, il mio Milan sarebbe finito lì”. Per quanto riguarda i tanti infortuni subiti in carriera dall'attaccante olandese, Sacchi ha tirato in ballo persino il destino: “Silvagni, professione di astrologia a Fusignano, studiò il futuro di Van Basten e quando arrivò mi disse: 'Si infortunerà spesso'. Il Professore si faceva seppellire in spiaggia ed andava per ore in catalessi. Il suo segretario andava a svegliarlo alle 5 perché arrivava la marea”.

Commenti anche su Paulo Dybala (“Mi è sempre piaciuto: lo consigliai a Real Madrid e Milan e gli chiesi se avrebbe voluto giocare per l'Italia quando lavoravo a Coverciano. Deve giocare mezzapunta ed accettare le panchine. Come diceva Herman Hesse: l'intelligenza è bene, la pazienza è meglio”) e ricordi sull'avvocato Gianni Agnelli: “Prima di un Juve-Milan voleva salutare la squadra in spogliatoio. Berlusconi mi chiese se fossi d'accordo. Risposi: 'Ha grande carisma, non vorrei che i giocatori ne uscissero influenzati'. Feci uscire la squadra in campo un quarto d'ora prima del suo arrivo. In spogliatoio trovò solo me e Berlusconi. Disse: 'Il Milan è forte: speravo che voi due poteste rovinarlo...'. Quando collaboravo con 'La Stampa', mi leggeva e mi chiamava spesso all'alba”.

Sacchi ha infine dichiarato come cambierebbe il suo Milan se giocasse al giorno d'oggi (“A Baresi dicevo sempre: 'Franco, sappi che ogni tuo lancio mi dà un dispiacere'. Ecco, oggi avremmo ancora di più l'esigenza di restare corti e compatti, tipo il Napoli. E di guadagnare tempi di gioco. Se quando Maldini avanzava, Evani gli veniva incontro, ora direi ad Evani di tagliare in mezzo. E tantissime altre cose”) e chiosato parlando della squadra di Gennaro Gattuso. Secondo lui, il club non è gestito nella maniera più idonea: “È un’incognita in tutto. È stata fatta una campagna acquisti sbalorditiva, ma è stato messo il gioco al centro del progetto? È stata valutata la professionalità e la compatibilità dei prescelti? Sono adatti al gioco? Gattuso ha ricevuto una patata bollente, ma sa tirare fuori il meglio da ognuno”.

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