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Paolo Berlusconi: “Il vero Silvio solo nel calcio, altro che politica”

Silvio Berlusconi, Presidente del Milan dal 1986 (credits: GETTY Images)

Berlusconi compie 80 anni e quattro suoi amici gli hanno voluto fare gli auguri raccontandolo. Dall’Edilnord al Milan. Ecco le parole del fratello Paolo.

Stefano Bressi

Riassumere gli 80 anni di Silvio Berlusconi è impresa ardua. Un uomo che ha ottenuto successi straordinari in ogni campo, ma che al suo Milan ha sempre riservato un posto d’onore. La Gazzetta dello Sport, per rivivere la vita del Presidente, ha intervistato quattro persone che lo conoscono molto bene: Guido Possa per la gioventù, il fratello Paolo per gli anni dell’affermazione, Arrigo Sacchi per l’epoca d’oro rossonera e Gennaro Gattuso per gli ultimi successi.

PAOLO - Chi meglio del fratello può dire di conoscere il Presidente? Paolo è fiero di essere il fratello di un grande uomo come Silvio, ovviamente. Gli anni di differenza sono tanti, 13 per l'esattezza. La forbice sembrava molto ampia quando il patron rossonero ne aveva 20, meno quando ne aveva 40. In ogni caso due generazioni diverse, che hanno creato un rapporto "fraterno-paterno". Paolo è anche vice-presidente del Milan, il calcio è stato uno dei loro punti di contatto: "L'Edilnord è stata una bellissima scuola. Utile, un ambiente pulito, è andata avanti vent'anni. È stata il suo ingresso nel mondo del calcio. Si giocava a Brugherio, facevamo campionati federali e vincevamo molto. Ricordo anche un 3-0 contro il Milan di Zagatti, io ne feci due. Silvio era presidente e allenatore. Io ero centravanti, mi diceva sempre di andare in marcatura sul libero, era già molto avanti. È sempre stato un rivoluzionario, spesso preso sottogamba. Io, lui e papà andavamo allo stadio insieme, anche se lui dopo l'epoca di Rivera si staccò un po', forse non si divertiva più come prima. Una cosa la posso dire con certezza: il vero Silvio è quello che abbiamo conosciuto nel mondo del calcio, è l'attività che l'ha entusiasmato di più. Altro che politica... Lì si è cimentato per spirito di servizio, per dovere morale verso il Paese. Quando si parla di calcio è l'uomo più felice della terra. Tutti i fratelli avevamo un ottimo rapporto, ma avevamo compagnie diverse. Quando mi sono impossessato della sua camera ho trovato moltissime foto delle sue ragazze, anche se non si è mai vantato delle conquiste, aveva un concetto profondo di amore. La sua generosità è stato il peggior difetto e il miglior pregio. Gliel'hanno trasmessa i nostri genitori, mentre studiava si guadagnava da vivere. Una volta lasciò tutto ciò che aveva guadagnato suonando in crociera a un missionario. Spesso la generosità gli si è rivoltata contro. Anche la cessione del Milan ai cinesi è un atto di generosità, si è reso conto che il mondo del calcio è cambiato".

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