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Coronavirus, Gravina: “Il calcio non può fermarsi. Si deve giocare”

Gabriele Gravina, Presidente della FIGC (credits: GETTY Images

Gabriele Gravina, presidente della FIGC, nell'intervista rillasciata al "Corriere della Sera", ha parlato dell'emergenza coronavirus in Italia

Salvatore Cantone

NEWS MILAN - Gabriele Gravina, presidente della FIGC, nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha parlato dell'emergenza coronavirus: "Calcio condannato a giocare un mese a porte chiuse? Non abbiamo ricevuto ancora nessuna indicazione, ma ci adegueremo nel rispetto dell'interesse generale. Dobbiamo andare avanti seguendo le direttive del governo"

La Lega e il calcio italiano stanno gestendo male l'emergenza coronavirus?

"Parliamo di uno sport che alimenta passioni e interessi fuori dal normale e che qualche volta finisce vittima di se stesso. Ma rappresenta una componente essenziale del Paese sia a livello sociale che economico. Siamo stati seri nella discussione con il governo e non è vero che il calcio non ha cuore la salute pubblica e gli interessi generali"

L'immagine che viene fuori è la solita: troppi presidenti preoccupati solo dei loro interessi

"Ho rinnovato l'invito all'unità e al senso di responsabilità, sia all'interno della Lega che all'esterno. Solo stando tutti insieme si risolvono i problemi e si cresce. E' proprio con questo spirito che in estate avevamo chiesto di anticipare l'inizio della serie A di una o due settimana. Se la Lega ci avesse dato retta non ci saremmo trovati in questa situazione.

Le parole di Zhang sono benzina sul fuoco...

"Quello del presidente dell'Inter è un linguaggio che non mi appartiene, né lo condivido. Ognuno è responsabile di ciò che dice. Le proprie ragioni si fanno valere in una dialettica istituzionale corretta. Peraltro l'Inter sia in Lega che in Federazione è rappresentata da ottimi dirigenti".

Se non ci fosse stata di mezzo una sfida del calibro di Juve-Inter tutto questo caos forse non sarebbe successo

"Le porte chiuse mortificano valori come la condivisione e la gioia dell'evento sportivo. Ma il calcio non può più fermarsi. Dobbiamo andare avanti, rispettando le ordinanze".

Il presidente della Lega Dal Pino è stato attaccato non solo da Zhang. Condivide le critiche?

"Ha esercitato le sue prerogative e se n'è assunto le responsabilità come dovrebbero fare anche gli altri. In un sistema coerente, chi ha le deleghe le esercita e gli altri partecipano e suggeriscono, ma poi rispettano funzioni e decisioni. Quello che non è mi è piaciuto è il solito vizio, tutto italiano, di chi sfrutta questa situazione dall'esterno per guadagnare un po' di notorietà".

E' preoccupato per Euro 2020?

"Al momento non ci sono indicazioni che ci fanno pensare al rinvio. La Uefa segue con attenzione l'evolversi della situazione europea".

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