Pianeta Milan
I migliori video scelti dal nostro canale

ULTIME MILAN NEWS

Giampaolo punge il Milan: “Esonerato dopo una vittoria. Evidentemente …”

Marco Giampaolo Lecce
Marco Giampaolo, allenatore del Lecce, ha rilasciato alcune dichiarazioni soffermandosi anche sulla parentesi al Milan
Fabio Barera Redattore 

Marco Giampaolo, allenatore del Lecce, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista ai microfoni del quotidiano 'La Stampa', nell'edizione in edicola questa mattina, soffermandosi anche sulla sua parentesi al Milan. Ecco, dunque, le sue parole.

Lecce, Giampaolo: "Pensavo di essermi meritato il Milan. Esonero colpa mia? Vi dico che ..."

—  

Sul Milan: "Quella al Milan è stata un’occasione pazzesca. A Milano sono stato pochissimo, troppo poco. È finita presto, troppo presto. Ritenevo di essermelo meritato dopo tre anni buoni alla Samp e uno all’Empoli. Facciamo che non si sono allineati quegli astri. Esonero solo colpa mia? Credo che le responsabilità siano sempre di tutti ma sono stato esonerato dopo una vittoria. Evidentemente c’erano pareri e visioni diverse… mah. Ero appena all’inizio, peccato".


Sulla possibilità di andare alla Juventus: "Mi chiamarono i dirigenti Secco, Castagnini e il responsabile Blanc. Mi ricordo che andai a Torino, a cena proprio a casa di Blanc, poi ripartii per tornare a casa, di notte, a Giulianova. Durante il viaggio mi richiamarono per dirmi che al novantanove percento sarei stato l'allenatore dei bianconeri e che serviva soltanto che ratificassi il consiglio di amministrazione o una roba del genere. Andavo a tremila, ma con la testa non in senso di velocità. Capirai, avevo quarant'anni. Chi ci pensava alla Juventus? In cent’anni quanti si siedono su quella panchina? Purtroppo, dopo un paio di giorni, mi dissero che c’erano cose più grandi, che non decidevano solamente loro e presero Ferrara".

Sul soprannome 'Mago': "I maghi non esistono. Nel calcio servono tante cose, si devono allineare anche gli astri, la penso così. A volte basterebbe, si fa per dire, essere al momento giusto, nel posto giusto, nella squadra giusta e con il direttore sportivo giusto e soprattutto devi essere giusto anche tu. La mia è una carriera in altalena. Ma sono contento di poter dire che mi sono sempre rialzato e ho avuto la forza, in diversi momenti, di ricominciare. E non è così semplice".