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Coronavirus, Castellacci: “Difficile una ripresa della Serie A”

Enrico Castellacci, Enrico Castellacci(credits: GETTY Images)

ULTIME NEWS - Castellacci, ex medico della Nazionale, nell'intervista concessa al portale sport-lab.it, ha parlato dell'emergenza coronavirus in Serie A

Salvatore Cantone

ULTIME NEWS - Enrico Castellacci, ex medico della Nazionale italiana, ha concesso un'intervista a sport-lab.it, ha parlato dell'emergenza coronavirus e della possibile ripresa della Serie A: "L’auspicio di tutti sarebbe quello di rivedere il campionato, cosa difficile. Questo è un periodo drammatico sotto vari punti di vista. C’è voglia da parte della Federazione di vedere completato il campionato, anche per i problemi economici che comporterebbe un’eventuale interruzione. Questo, però, lo deciderà il governo. Bisogna anche dire che un giocatore professionista non può stare quattro mesi senza allenarsi. Dovremmo studiare un metodo per farli allenare in sicurezza, magari con protocolli diversi rispetto a quelli messi sul tavolo finora".

Sul compromesso che manca per tornare a giocare: "Il protocollo della commissione della Federcalcio non ha soddisfatto il comitato tecnico-scientifico. Noi medici del calcio non siamo stati invitati al tavolo, nonostante fossimo un punto importante in questo progetto. Avremmo gradito portare le nostre idee. In alcune categorie – Serie B e Lega Pro – si vivono momenti diversi. L’applicazione dei protocolli in Serie C è fuori dalla realtà, perché ci sono più carenze rispetto alla massima serie. Noi l’avevamo detto subito, sostenendo da principio che questi protocolli escludono molte categorie, oltre al fatto che sono difficili anche da applicare in Serie A. Ci sono molti punti oscuri”.

Sul lavoro del Ministro Speranza: "A livello sportivo ci sono state molte incertezze. Capisco le cautele che ci dovevano essere, perfettamente giustificate. Quand’ero in Cina ho vissuto una situazione analoga, quindi ho vissuto il virus quando è cominciato in Cina. Gridavo alla prudenza, ma capisco che un governo possa essere cauto nella ripresa. Non capisco il motivo per cui i giocatori di calcio non possano allenarsi, quando invece è stato dato il via libera per gli sport individuali. Non è comprensibile, visto che ci sono club con più campi per gestire gli allenamenti. Mi sembra che il ministro stia facendo un passo indietro rispetto a questo punto di vista, anche perché sollecitato dai presidenti delle Regioni che hanno dato libertà agli allenamenti. Ci deve essere maggiore uniformità di intenti nel Paese".

Se è favorevole alla ripresa del campionato: "Non sta a noi decidere. Il parere personale non ha senso, qui dobbiamo tenerci pronti a quello che decide il governo. Bisogna fare dei protocolli rigidi ma applicabili. Fatto sta che i giocatori, anche se non dovesse ricominciare il campionato, i giocatori devono cominciare ad allenarsi. Andrebbe fatto un protocollo più semplice anche per la B e la C, perché anche loro hanno diritto ad allenarsi. Fare dei protocolli senza concretezza non ha senso logico”. Intanto indiscrezione dalla Spagna su Theo Hernandez, continua a leggere >>>

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