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I racconti di Ibrahimovic a Parigi: Trapp “Adolf”, Francia un paese di …

Zlatan Ibrahimovic , PSG (credits: GETTY Images)

Anni di vittorie, di ricchezza e... di scherzi e controversie. Tutti i migliori aneddoti di Ibrahimovic in terra francese raccontati da due giornalisti dell'Equipe

Edoardo Colombo

Nel segno di Zlatan. Perché con Ibrahimovic non si scherza. Il fenomeno svedese è sempre nell’occhio del ciclone. Oltre ai gol da extraterrestre, Ibra fa sempre parlare di sé. Che sia campo o mercato, questo "calciatore totale" catalizza su di sé attenzioni e voci. Su di lui hanno scritto libri, canzoni e, chissà, magari produrranno anche dei film.

Per Ibra, i quattro anni parigini sono stati ricchi, intensi e… pieni di scherzi e retroscena. Per questo, due giornalisti dell’Equipe, nonché autori del libro "Ibra Grandeur Nature", hanno deciso di metterli tutti assieme. Episodi curiosi, ironici, anche se, alcuni, assomigliano a quelli di un bambino viziato.

Servito e riverito. Si, Ibra pretende, gli altri eseguono. Nel libro, infatti, viene raccolta anche la testimonianza di Armand, ex compagno di Ibra al PSG che racconta di quando lo svedese si infervorò con Leonardo perché non gli portarono le valigie in camera. Chissà, Zlatan temeva di infortunarsi?

"Vi rendete conto, Ibra non ha mai portato le valige sin da quando giocava nell'Ajax, non può concepire che non ci sia una persona addetta a farlo. Era furioso, andò da Leonardo e gli disse: 'Si può sapere perché la mia valigia non è ancora nella mia stanza? Tu dici che vuoi costruire un grande club, ma tutto ciò non è degno di un grande club. A Milano non sarebbe mai successo'. 'Tranquillo, me ne sto occupando io", gli rispose Leonardo".

E poi, ce né per tutti i gusti. Non si scherza con il fuoco: anzi, non si scherza con Ibra. L’ex rossonero è risaputo sia una persona irriverente ma, talune volte, le sue burle non vengono digerite. Chiedetelo a Trapp, il portiere che al PSG ha rubato il posto a Sirigu. "Quando Zlatan decide che è arrivato il momento di scherzare - si legge nel libro - è come quando entra in area di rigore, è impossibile fermarlo. Trapp è tedesco e quando è arrivato al PSG Ibra gli ha affibbiato il soprannome 'Adolf'.E se Trapp era Adolf per Ibrahimovic, doveva essere Adolf per tutti. Non era una forma di disprezzo, ma più che altro un modo per 'vendicare' l'amico Sirigu, finito in panchina dopo l'arrivo di Trapp".

Anche con la Francia, intesa come popolo, il feeling non è dei migliori. Infatti, dopo un arbitraggio non all’altezza contro il Bordeaux, lo svedese etichettò la Francia come “un paese di m…a”. Ovviamente, il PSG lo redarguì, obbligandolo a chiedere venia in conferenza stampa. Nella circostanza, una giornalista gli domadò: “Zlatan, lei ama la Francia?”. Risposta di Ibrahimovic: “E' la Francia che dovrebbe amare me visto che pago le tasse qui".

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