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PM – Milan, obiettivo proroga al 2023. Tra Uefa, TAS e sanzioni: tutta la verità

(credits: GETTY images)

Pianetamilan.it ricostruisce la situazione tra Milan e Uefa dopo il deferimento della settimana scorsa: il club punta alla proroga della precedente sanzione

Luca Fazzini

Con il gentile e prezioso aiuto di:

- Lorenzo Tatarella; Avvocato del Foro di Milano e co-fondatore del CSDS – Centro Scientifico Diritto Sport

- Lorenzo De Meo; membro del CSDS – Centro Scientifico Diritto Sport e vice- coordinatore regione Lombardia di AIAS – Associazione Italiana Avvocati dello Sport

Chiacchiere, dubbi, incertezze e un futuro tutto da scrivere. La sentenza Uefa sul bilancio del Milan continua ad essere un peso sull'avvenire rossonero. Nei giorni scorsi, da Casa Milan, è filtrata tranquillità sulla situazione. Il deferimento dell'Uefa era atteso e c'è sintonia tra il club e l'organo calcistico europeo per stabilire un piano di rientro dai debiti dell'ultimo quadriennio. Un piano sostenibile e ragionevole per il quale Elliott è al lavoro con un team di esperti. Ma i tifosi si chiedono: cosa rischia davvero il Milan?

Dopo un lungo e dettagliato lavoro, Pianetamilan.it ha provato a ricostruire la situazione: il club - sin qui - non ha mai ufficialmente parlato di 'accordi'. L'obiettivo resta una sintonia con l'organo calcistico europeo per evitare una battaglia legale, che si rivelerebbe negativa per entrambi. Il club vedrebbe aggravata la sanzione, l'Uefa vedrebbe minata la credibilità del Financial Fair Play.

OBIETTIVO PROROGA - L'obiettivo della società, al momento, sarebbe quello di prorogare al 2023 le scadenze previste dalla sanzione irrogata nel dicembre 2018, ovvero il pareggio di bilancio entro il 30 giugno 2021. In caso di mancato accordo e in ipotesi di violazione della sanzione, scatterebbe la pena prevista, ossia l’esclusione dalle competizioni europee per una stagione. Elliott in questo modo avrebbe maggiore libertà di perseguire l’obiettivo di valorizzare la società aumentando i ricavi facendo tornare il Milan ai livelli che gli spettano. La conferma di questo tentativo di intesa potrebbe arrivare dal sito del TAS-CAS, dove non sono fissate udienze di discussione che coinvolgono la società di via Aldo Rossi. Nel caso, la questione verrà comunque esaminata e risolta a stagione conclusa.

LE ARMI DI ELLIOTT - Il Milan, dal canto suo, si sente tranquillo: Maldini, la settimana scorsa, ha parlato di 'tante armi a disposizione'. Parole forti e non lasciate al caso da parte dell'ex capitano. Ma quali sono queste armi? La società si sente in grado di far fronte a qualsiasi eventuale scenario: il club, infatti, è economicamente sano, la proprietà è forte e la dirigenza preparata. La figura di Gazidis e, soprattutto, la serietà nonché la stabilità sono ottimi aspetti che rendono la società un valido interlocutore agli occhi della Uefa. Anche in caso di sanzione, dunque, il Milan utilizzerà tutte le opportune difese, anche legali, per tutelare i propri interessi: possibile un nuovo ricorso al TAS con, si ragiona per ipotesi, una riunione dei procedimenti che porterebbe ad un provvedimento d'urgenza per l'eventuale partecipazione alle coppe europee della prossima stagione 2019/2020. Infine, qualora insoddisfatta della decisione del TAS, la società – a patto che sussistano i presupposti della legge svizzera – potrà scegliere di ricorrere al Tribunale Federale Svizzero. Ad oggi, in attesa di certezze sul deferimento della scorsa settimana, vale ancora la sentenza di dicembre 2018: l'unico rischio di esclusione dalle coppe, dunque, è, come detto, nel caso in cui il break-even non venisse raggiunto entro il giugno 2021.

UNA DOPPIA SANZIONE? LA RISPOSTA - In molti, però, hanno storto il naso dopo il deferimento dell'Uefa. Come può essere che il Milan venga punito due volte per la stessa condotta (nello specifico, le stagioni 2015-2016 e 2016-2017)? Proviamo a fare chiarezza: il regolamento del FFP prevede che venga esaminato un dato relativo ad un triennio. L'ordinamento italiano e la giurisprudenza del TAS-CAS, tuttavia, accolgono il principio del 'ne bis in idem' (secondo cui non si possono avere due giudicati sul medesimo fatto). Al momento non vi sono mai state pronunce con riferimento a consecutive violazioni del regolamento del FFP, perciò - anche se all'apparenza si possa ritenere che le stagioni 2015-2016 e 2016-2017 siano oggetto di una duplice valutazione, è opportuno considerare che il FFP considera un dato aggregato, che cambia di anno in anno. L'obiettivo della società, ferma una stagione con un passivo molto pesante, è senza dubbio quello di aumentare i ricavi e, soprattutto le voci che nel Regolamento del Financial Fair Play sono denominate 'Relevant incomes', i ricavi derivanti da sponsorizzazioni, ticketing e, in generale, da tutta l’attività commerciale.

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