Dal nostro inviato al 'Mazza' di Ferrara, Luca Fazzini
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PM – Gattuso: “Aspettative troppo alte, tante pressioni addosso: mi sono sentito anche a.d.”
Gennaro Gattuso, allenatore del Milan, ha parlato in conferenza stampa al termine della beffarda vittoria di Ferrara contro la Spal: le sue dichiarazioni
Al termine della beffarda vittoria di Ferrara, mister Gennaro Gattuso è intervenuto in conferenza stampa: "All'interno della società ho condiviso le responsabilità con tutti. Avete continuato a scrivere dei problemi con Leonardo, ma vi ho sempre detto che eravate sulla strada sbagliata. C'è sempre stata schiettezza, con Leo, Paolo e Gazidis. Ho sempre detto come si poteva migliorare questa squadra. Ci siamo sempre detti le cose in faccia. Il problema di questo club è che da tanti anni non andiamo in Champions League, ci sono aspettative troppo grandi. Ci sono molte chiacchiere, è normale che io ho pressione. Spesso si parla di aria fritta. Questi ragazzi hanno dato sempre il massimo, non abbiamo fatto poco. Non andare in Champions per un punto è un rammarico molto grande, dopo il derby abbiamo perso l'anima. Parleremo in questi giorni, vedremo. Io devo dire grazie a questa grande società, che attraversa un momento negativo. Il Milan mi ha fatto diventare un giocatore e un uomo importante: mi sento ancora un mezzo allenatore, ma il Milan ha ragione. A me la società non ha mai detto che non sarò più l'allenatore. Siete stati voi che vi siete divertiti da luglio".
Sul sentimento prevalente: "Credetemi, avrei fatto di tutto per vedere lacrime di gioie nel mio staff. Hanno fatto un grandissimo lavoro: c'è grande rammarico, ci siamo andati vicini. Ho salutato tutti i ragazzi, li ho ringraziati. Con qualcuno di loro c'è anche stato qualche screzio, ma succede anche nelle famiglie, figuriamoci in spogliatoio. C'è sempre stato rispetto, è ciò che mi fa andare avanti a fare questo lavoro".
Se può darsi un voto: "Non lo so. E' bello lavorare in un club così, ma è stato faticoso. Qui è un Paradiso lavorare, a Pisa non è stata una passeggiata. Ho vissuto situazioni borderline, ma forse non sono stato abbastanza bravo nel gestire le pressioni, me le sentivo sempre addosso. Mi sono sentito allenatore, amministratore delegato: tutto addosso".
Se vuole rimanere al Milan: "Non c'è nessun dubbio. In questo momento non sono da solo, ci sono 10 persone che lavorano con me e mi danno la vita. Dobbiamo valutare bene, il club mi ha sempre portato rispetto. Bisogna parlare e guardarsi in faccia, la direzione è importante. Vogliamo capire che tipo di calcio vogliamo fare, dev'essere la priorità. La priorità è portare quella santa donna di moglie da qualche parte, devo staccare".
Sul gruppo: "Abbiamo ancora molti margini di miglioramento. E' una squadra che si deve e si può migliorare. Serve gente che dia un peso specifico nello spogliatoio. Serve qualcuno che metta i puntini sulle i, non basta essere bravi a mettere in campo la squadra. Tanti punti si possono perdere con certi comportamenti".
Su una nuova ripartenza: "Avete accostato 150 allenatori al Milan, fino ad un minuto fa mi avevate dato un calcio nel sedere. E ora mi dite così? Io vi ho sempre detto la verità, il mio pregio è non nascondere mai quello che penso. Il Milan è in buone mani".
Sulla squadra: "Tante operazioni di mercato sono state fatte per alcuni motivi economici: Laxalt è arrivato perchè il Genoa ci doveva soldi per Lapadula. Dobbiamo considerare l'Uefa, che non ci farà fare alcune operazioni".
Sui tifosi: "Prima di venire qui, ne parlavo con Maldini. Analizzavamo la corretteza dei nostri tifosi, che ci hanno sempre appoggiato. Ho sempre amato i tifosi del Milan, mi hanno sempre dato tanto. La Curva non si è mai fermata, c'è sempre stato grande incitamento. Mi fa piacere, ma applausi e cori li meritano i giocatori. Da giocatore ero un ultrà, ora mi sono calmato".
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