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ESCLUSIVA PM – Martina Doria: “Milan, una passione innata. Cutrone la mia stella”

Martina Doria

A tu per tu con Martina Doria, sexy tifosa rossonera: a PianetaMilan svela le origini del suo amore per il Milan con un'analisi critica sul futuro prossimo

Daniele Triolo

18 anni appena, e tanta, tantissima passione per i colori rossoneri. Martina Doria, sui social, è una ragazza già molto popolare: bella, sexy ed amante del Milan, è seguita da quasi 14mila persone sul suo account ufficiale di 'Instagram' e da oltre 16mila sul proprio account personale su 'Facebook'. Noi di 'PianetaMilan.it' l'abbiamo intervistata in esclusiva per conoscerla un po' meglio, scoprendo una tifosa molto competente, critica ma follemente innamorata.

Martina, parlaci un po' di te …

“Ho 18 anni e vivo in un paesino un po' sperduto in provincia di Teramo. Per questo non sono ancora mai riuscita ad andare nelle grandi città come Milano, né tanto meno a San Siro. E' il mio sogno, sto trovando un modo per andarci con qualcuno. Nel tempo libero vado in palestra, da due anni è la mia passione, la frequento 3-4 volte a settimane, mi aiuta molto a scaricare lo stress. Studio all'Istituto Tecnico, frequento l'ultimo anno dell'indirizzo moda: in Italia ci son pochi indirizzi di questo tipo. Progettiamo abiti, ma il mio sogno nel cassetto, più che fare la stilista, sarebbe quello di fare la giornalista sportiva!”.

Come nasce il tuo amore per il Milan?

“Vengo da una famiglia milanista. Soprattutto da parte di mio padre. Lui, da quando aveva 7-8 anni, colleziona tutti gli album Panini e lo fa ancora oggi. Sono un ricordo di famiglia: sin da quando sono piccola seguo le partite del Milan con lui davanti alla tv, mi comprava le magliette di Kakà e Ronaldinho. Crescendo, poi, questa fede mi è rimasta e per una donna è raro. Il calcio è uno sport che mi piace tanto, ma penso sia molto più di quello: è un mix di emozioni, spesso una ragione di vita per i miei amici uomini. Un po' mi rispecchio, per me è lo stesso. Preferisco di più guardare le partite del Milan che uscire con gli amici! Spero e credo che questa passione mi rimanga per sempre, spero di trasmetterla ai miei figli e successivamente ai miei nipoti. In famiglia, per concludere, viviamo un conflitto interno perché mio zio e mio cugino sono interisti”.

Raccontaci qualche aneddoto, del passato o del presente, che ti legano alla squadra rossonera.

“Mio padre, l'anno scorso, è riuscito ad andare a Milanello. C'era, però, l'impegno della Nazionale Italiana ed a Milanello erano rimasti solo Luca Antonelli, Gabriel Paletta, Antonio Donnarumma; successivamente si sono uniti Manuel Locatelli e Patrick Cutrone. Ho la maglia autografata da loro, per me è stata una grandissima emozione. Spero di poter andare presto a Milanello per vedere gli altri”.

Come ami seguire le partite dei rossoneri?

“Il mio weekend classico è sul divano, con indosso la maglietta del Milan: quella ci deve esere sempre, è come un portafortuna. Poi devo stare da sola. Non ci deve essere nessuno intorno a me: se la partita è di sera, la guardo mangiando una pizza e bevendo una birra. Quindi, spengo il telefono, chiudo internet, tutto. Per me esiste solo la partita. Quando capita che devo uscire per forza, la seguo dal tablet, dallo smartphone. I miei amici maschi mi dicono che sono fissata, ma non posso farci niente. Ogni volta che so che gioca il Milan sono contenta, ho un sorriso a 32 denti!”.

Cosa pensi degli ultimi anni del Milan tutt'altro che vincenti?

“Silvio Berlusconi si è gradualmente distaccato, ha speso sempre meno soldi, Adriano Galliani ha avuto le mani legate … siamo andati piano piano in remissione e siamo stati costretti a finire in mano ai cinesi. L'importante è che non siamo andati falliti”.

Hai già un'idea sulla nuova proprietà cinese?

“Non proprio. Penso che, per ora, possiamo farci più un'idea dell'operato di Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli. Non mi ha trovato d'accordo la strategia operata sul mercato. Spendere tuti quei soldi, così velocemente, per voler per forza rifare una squadra perché, secondo loro, quella dell'anno passato non andava più bene, mi è sembrato un azzardo. Avrei tenuto Gianluca Lapadula, per questioni anche affettive: ha giocato nel Teramo, per me era un onore averlo nel Milan. E poi secondo me ha talento. Ma, più in generale, avrei preso soltanto 2-3 calciatori di qualità in ruoli mirati senza stravolgere tutto e complicare le cose. Ora, dopo mesi, fortunatamente si sta formando una squadra, un vero e proprio gruppo, anche grazie all'arrivo di Gennaro Gattuso in panchina”.

Cosa ne pensi del Gattuso allenatore?

“E' sempre stato uno dei miei più grandi idoli, 'Ringhio', con quel viso che quasi ti spaventa. Dà la giusta grinta al Milan, è quello che ci voleva. I giocatori prima erano molto scoraggiati; ora, al contrario, appaiono molto motivati. Ora, però, ci vuole di più. Serve altro oltre la grinta, bisogna salire al livello successivo. I ragazzi, adesso, iniziano a giocare bene, sono migliorati, danno l'impressione di essersi svegliati. Speriamo di migliorare ulteriormente”.

Pensi che il Milan, quest'anno, possa sognare di qualificarsi in Champions League o magari meglio stare con i piedi per terra?

“Concentriamoci sul campionato e sull'Europa League. Non mi faccio illusioni, Roma, Lazio, Inter, Sampdoria sono davanti, la Champions sarebbe un sogno. Vediamo però partita dopo partita. Spero di andare avanti il più possibile in Europa League: vorrei andare a San Siro a vedere i quarti di finale”.

Quali sono, a tuo parere, le maggiori delusioni in casa Milan quest'anno?

“I due centravanti, Nikola Kalinić ed André Silva. Me li aspettavo molto meglio”.

Qual è invece il tuo giocatore preferito? E perché?

“Patrick Cutrone al primo posto. Abbiamo speso tanti di quei soldi, ma il campione ce l'avevamo in casa, sotto gli occhi. Una stella che non dovremo vendere per nessun motivo al mondo: è lui il mio giocatore preferito. Viene dalle giovanili, non è raccomandato come, per esempio, André Silva da Cristiano Ronaldo, mi piace la sua purezza ed il fatto che stia nel Milan da sempre. E' un giocatore, un ragazzo di famiglia. Poi Gigio Donnarumma. Con lui è un'eterna lotta tra il bene ed il male: quest'estate mi fece prendere un grande colpo quando pensavo se ne andasse. A me è sempre piaciuto: ha la mia stessa età, il 99 è il mio numero portafortuna, mi ci rispecchio molto. Mi sembra una persona genuina, non mi sembra uno che se la tira. Sembra bravo, ed alla mano. I vari Ricardo Rodríguez, Mateo Musacchio e gli altri nuovi devo ancora inquadrarli bene”.

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