news milan

Confalonieri: “Berlusconi non molla. Galliani grande dirigente”

Silvio Berlusconi, Presidente del Milan (credits free: wikipedia)

Fedele Confalonieri ripercorre 30 anni di Milan targato Berlusconi, assolve Galliani e parla anche del futuro del club rossonero

Edoardo Lavezzari

Mancano pochissimi giorni al raggiungimento dei 30 anni di Milan targato Silvio Berlusconi. Un periodo lunghissimo, anche di grandi successi che Fedele Confalonieri ha vissuto in prima persona e che oggi, in una lunghissima intervista a "Il Corriere della Sera" ha ripercorso con dovizia di particolari, ma anche con uno sguardo al futuro. Ecco una serie dei passaggi chiave: "Non è in politica che si vede il vero Berlusconi. Il Berlusconi genuino non è quello che si trucca per la tv e che si muove nel Palazzo dove ci sono regole che mai ha compreso appieno. Il Berlusconi autentico si vede nel privato, nell’impresa. E nel calcio. Ricordo che il giorno in cui ci anticipò di voler acquistare il club, da tifoso rossonero mi dissi subito d’accordo. Adriano Galliani, che conosceva il mondo del calcio, temeva invece l’opacità dei conti societari e cercava di dissuaderlo. Ma lui non poteva capire. Con Silvio eravamo cresciuti nel mito di Gren, Nordhal e Liedholm. Insieme, andavamo a vederli a San Siro. Era il rito della domenica, ed era rituale che dopo la partita si litigasse. Anche di recente ci è capitato di discutere parlando della squadra, che non andrà benissimo ma può ancora centrare obiettivi importanti".

La rivoluzione sul mercato: "Fu così per il suo primo colpo, Roberto Donadoni, dall’Atalanta. Allora non era mica facile. Nel calcio vigeva una sorta di ius primae noctis juventina. Sì, insomma, Gianni Agnelli aveva il diritto della prima scelta. Ma Berlusconi prese Donadoni. Il presidente dell’Atalanta, Achille Bortolotti, gli spiegò perché l’aveva preferito: “Lo cedo a lei perché lei mi ha invitato a cena a casa sua”. Fece lo stesso con Ruud Gullit, andò a parlare persino con i vertici della Philips: “Ditemi quanto, tanto con lui riempirò San Siro".

L'acquisto di Nesta: "Berlusconi è uno attento ai soldi, altro che uno spendaccione. E infatti noi, suoi amici ma anche tifosi, alle volte abbiamo dovuto provocarlo. Per comprare Alessandro Nesta, insieme a Galliani facemmo come nel film di Hitchcock “La congiura degli innocenti”. Dopo una partita di qualificazione alla Champions complottammo per convincere Silvio. Lui era all’estero per un vertice politico. Gli raccontammo che il Milan aveva preso gol su rimessa laterale, che la difesa andava rinforzata se volevamo vincere ancora. Così aprì il portafogli e prese Nesta dalla Lazio".

Galliani e Mihajlovic: "Per me Galliani è il più grande dirigente di calcio che ci sia in Italia e forse in Europa. È il nostro Moshe Dayan, un grande generale, che rischiò persino le botte in giro per il mondo pur di acquistare giocatori da Milan. Non è pensabile che ora venga messo sotto esame. A parte il fatto che nel frattempo abbiamo vinto anche con Zaccheroni e Allegri, io stesso passerei per un grande allenatore se mi dessero in squadra Messi, Neymar e Suarez. Invece sappiamo che il Milan oggi deve fare i conti con i conti. Perciò cosa si può dire di Mihajlovic? E soprattutto cosa si può dire di Galliani? Forse si potrebbe dire che c’è qualcosa di king Lear".

Infine il futuro del Milan: "Silvio è deciso ad andare avanti. Con mister Bee o con un mister C, lui vuole tornare in alto con il Milan. Le sue arrabbiature, le sue ingerenze stanno a dimostrarlo"

tutte le notizie di

Potresti esserti perso