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Liedholm e i suoi segreti: l’influenza del Mago Maggi

Gli influssi degli astri e del Mago Maggi sulle scelte di Liedholm: ecco un racconto sul Barone e alcune chicche su di lui in questo articolo.

Stefano Bressi

ULTIME MILAN - Sembrava destinato a fare il ragioniere, il papà lo voleva avvocato, stava per innamorarsi dell'hockey su ghiaccio ma è poi diventato una renna svedese del grande calcio. Nils Liedholm è stato il terminale del Gre-No-Li da giocatore, si è imposto come il Barone per eccellenza da allenatore. Da giocatore non sbagliava mai un passaggio, sapeva prevedere come gli arrivava la palla e cosa ne avrebbero fatto i compagni di squadra dopo il suo assist.

La sua carriera da giocatore è durata 19 anni, quella da allenatore quasi il doppio. Ecco perché voleva continuare a prevedere il futuro, anche in panchina. Il suo grande confidente suggeritore era un astrologo, Mario Maggi, presto ribattezzato il Mago. Il Maggi praticava a Busto Arsizio. Siamo nel varesotto, Busto Arsizio, Milanello, il passo è breve. Il mago Maggi e il Barone Liedholm si conoscono. Il primo a farne le spese fu Giorgio Biasiolo, uno di quegli inossidabili milanisti degli anni Settanta, grande amico di Angelo Anquilletti.

Dopo oltre 200 partite ufficiali nel Milan e 4 coppe vinte, il centrocampista rossonero venne messo da Liddas sulla lista dei partenti: "Seppi poi che era stato il Mago a dirgli che era meglio non insistere più su di me", avrebbe poi raccontato Biasiolo, "e ci rimasi male". Un Mago sempre più influente. Nel novembre del 1978, in un derby che si sarebbe rivelato decisivo per la Stella del decimo Scudetto, all'ultimo non gioca Gianni Rivera. Al suo posto Giovanni Sartori, oggi dirigente sportivo. Qualcuno pensava fosse per un infortunio tenuto nascosto, altri pensavano fosse per i bioritmi. In realtà era stato il Mago: tieni fuori Gianni e vincerai il derby. Il Milan vinse naturalmente 1-0, con l'influsso decisivo degli astri che lasciarono l'Inter in 10 con l'espulsione di Altobelli.

Scudetto vinto, in estate, il Maggi disse a Liddas: non andare in tournée in Argentina, un allenatore del Milan perderà la vita. E toccò al povero Alvaro Gasparini, il suo allenatore in seconda. Altri giri, altre magie. Nell'estate del 1979, ormai passato alla Roma, Nils confessa: "Credo negli astri, Ancelotti diventerà un campione". Così fu e non solo alla Roma, ma anche e soprattutto nel Milan. E il Barone sarebbe poi tornato nel Milan, dopo aver perso la finale di coppa dei Campioni contro il Liverpool all'Olimpico, cosa che il Mago gli aveva predetto: "Ho detto a Maggi di non dirmi più i risultati in anticipo, altrimenti durante la partita mi annoio". Ma il tocco magico del Mago di Busto sarebbe finito proprio in contemporanea con la fine della carriera ad alto livello di Liedholm.

Maggi infatti nella primavera del 1987 aveva pronosticato che Arrigo Sacchi avrebbe toppato nel Milan e che avrebbero toppato anche Gullit e Van Basten. Per lui e per tutti i Milanisti, stava per nascere tutta un'altra Storia, assolutamente non prevedibile e non pronosticabile.

di Mauro Suma

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