Ariedo Braida (Ex DS Milan): carriera, colpi di mercato e aneddoti

Ariedo Braida

  • Nazionalità:italiana
  • Data di nascita:21 aprile 1946

PROFILO

Tutto su Ariedo Braida, ex calciatore (di ruolo attaccante) e poi dirigente dell'AC Milan dal 1986 al 2013. In rossonero ha vinto, ecco la sua storia: carriera, aneddoti, colpi di mercato e curiosità sull'ex direttore sportivo dell'era Berlusconi. 

Ariedo Braida: calciatore e vita privata

Nato a Precenicco il 21 aprile 1946, ha disputato 79 partite in Serie A, segnando 14 reti nell'arco di quattro stagioni, con le maglie di Brescia, Varese e Cesena. Nel campionato di Serie B 1969-1970, con la maglia del Varese, ha vinto la classifica dei cannonieri con 13 reti, a pari merito con il compagno di squadra Roberto Bettega e Aquilino Bonfanti del Catania. Di ruolo attaccante, era un centravanti prolifico, in grado anche di giocare come seconda punta.

Molto riservato, della sua vita privata si sa pochissimo: che è un appassionato d'arte e collezionista di quadri; e che si è sposato due volte, l'ultima il 10 settembre 2017, in seconde nozze, con l'attuale moglie Giuditta Milioti a Ripalta Cremasca.

La carriera di Ariedo Braida da dirigente

Terminata la carriera di calciatore, ha svolto l'incarico di direttore sportivo del Monza dal 1981 al 1984, per poi passare con lo stesso ruolo all'Udinese. Nel 1986 diventa direttore generale del Milan fino al 2002, quando comincia a ricoprire il ruolo di direttore sportivo rossonero, fino al 31 dicembre 2013.

Da Luglio a Settembre 2014 ricopre la carica di DG della Sampdoria, prima di dimettersi all'arrivo di un'altra proprietà. Il 12 febbraio 2015 diventa ufficialmente il nuovo direttore sportivo del Barcellona, fino al 2019, quando lascia il club in maniera burrascosa, impugnando in sede legale il licenziamento senza giusta causa. Dal 2020 al 2023 viene assunto come direttore generale della Cremonese

Cosa fa oggi Ariedo Braida

Ariedo Braida ha accettato nel 2024 la carica di vice-presidente del Ravenna (Serie D), con l'obiettivo di riportarlo in alto. Queste le sue parole:

 Questo è un progetto ambizioso e anche una sfida con me stesso, visto che parliamo di serie D. È sempre complicato e difficile vincere ma il Ravenna non può restare in D, quindi faremo il massimo per vincere subito

Ariedo Braida e il Milan

E' stato, insieme ad Adriano Galliani, la coppia perfetta del Milan di Silvio Berlusconi. L'uomo operativo e più di campo, in grado di andare a scovare le gemme più nascoste del calciomercato mondiale: dai tre olandesi a Kakà, passando per Shevchenko e...Totti, il colpo sfumato che più rimpiange: nel 1988, quando il futuro capitano della Roma aveva soltanto 11 anni, provò a strapparlo alla Roma, senza però riuscirci.

I retroscena sull'acquisto di Van Basten al Milan

Nei suoi 16 anni di Direttore Generale e 11 di direttore sportivo porterà a indossare la maglia rossonera tanti campioni e diversi futuri Pallone d'Oro. Tra questi quello di Marco Van Basten, che sembrava destinato alla Fiorentina e che viene strappato all'Ajax a parametro UEFA (pagando 2 milioni di Franchi svizzeri, pari a circa un miliardo e 750 milioni) dopo avergli fatto firmare un pre-contratto già nell'estate 1986. Più tardi, nel 2014, dichiarerà al Corriere della Sera:

È l'acquisto di cui vado più fiero,  perché Marco è il giocatore più amato dai tifosi del Milan.

I retroscena sull'acquisto di Gullit al Milan

L'acquisto di Ruud Gullit, Pallone d'Oro nel 1988, fu un'altra pietra miliare per la costruzione del Grande Milan degli Invincibili. A raccontare qualche retroscena sul suo trasferimento è stato lo stesso olandese:

Quando il PSV incontrò il Milan in occasione del Trofeo Gamper a Barcellona, nell'estate 1986, io giocavo in difesa. Evidentemente feci una certa impressione, perché dopo la partita il Direttore generale del Milan, Ariedo Braida, venne a cercarmi nello spogliatoio. 'La prossima stagione, giochi con noi, va bene?', mi disse. Naturalmente fui lusingato e risposi: 'Sì, sì'. Nei mesi successivi ci parlammo regolarmente, finché Braida e il presidente del club, Silvio Berlusconi, non fecero un’offerta ufficiale al PSV. Hans Kraay Sr., l’allenatore, non voleva lasciarmi andare, ma il consiglio di amministrazione accettò il trasferimento per 16,5 milioni di fiorini (pari a 7,5 milioni di euro), una cifra record a quei tempi

I retroscena sull'acquisto di Rijkaard al Milan

Il più difficile da prendere fu sicuramente Frank Rijkaard, che arrivò al Milan nell'estate 1988, reduce da un prestito in Spagna al Real Saragozza ma di proprietà dei portoghesi dello Sporting. Per prenderlo ed evitare il linciaggio dei tifosi portoghesi, infuriati per l'imminente cessione dell'olandese, Braida dovette nascondere il contratto nelle mutande:

"È stato in assoluto l'affare più complicato della mia carriera. Io e Galliani eravamo allo stadio di Lisbona per le firme. I tifosi, furiosi e contrari alla sua partenza, cercarono di entrare negli uffici. Buttarono giù una porta. Allora misi il contratto nelle mutande per tenerlo al sicuro".

Braida e i colpi di mercato da Pallone d'Oro

Tra gli altri giocatori acquistati da Braida, spiccano Boban e Papin, ma anche George Weah, preso per 11 miliardi di lire dal PSG, nonostante l'iniziale scetticismo di Fabio Capello, che disse:

La prima volta che l’ho visto arrivare dissi… 'Ma chi abbiamo preso? Sembra un cameriere!'

Il liberiano diventò poi il primo giocatore africano a vincere il Pallone d'Oro.

Un altro colpo che ha segnato la storia del Milan è stato quello di Andriy Shevchenko, da lui fortemente voluto e soffiato a Barcellona e Real Madrid. Braida nel 2016 ha raccontato così a un'intervista a Radio24 la genesi di quell'acquisto:

Con Adriano (Galliani, ndr) non siamo mai andati insieme a vedere un giocatore che volevamo prendere. L’unica volta è capitata con Shevchenko. Siamo andati a Kiev a vedere una partita di Champions League. Sheva non toccò palla, fece pochissimo e allora Adriano mi chiese se ero sicuro di volerlo comprare a quelle cifre, ovvero 41 miliardi. Io gli risposi di stare tranquillo, perché l’avevo visionato più volte. Alla fine lo abbiamo acquistato ed è diventato il secondo miglior marcatore rossonero di tutti i tempi dopo Nordhal

L'ultimo dei Palloni d'Oro portati a Milanello da Braida è stato il brasiliano Ricardo Kakà, che arrivò in Italia dal San Paolo nel 2003 per 8 milioni e mezzo di euro. Segnalato da Leonardo, Braida fu rapidissimo a chiudere la trattativa, portando a casa un campione che solleverà la Champions League, 2 Supercoppe europee e un Mondiale per club. Ecco qualche retroscena che lo stesso ex ds rossonero ha raccontato al Corriere della Sera:

"Kakà era semisconosciuto, lo abbiamo comprato quando il Chelsea stava per soffiarcelo".

Su di lui, c'era anche la Juventus di Luciano Moggi, che evidentemente non la prese benissimo e ironizzò sul colpo del Milan:

"Io uno con quel nome in Italia non l'avrei mai preso"

Gli acquisti flop e l'ironia di Berlusconi

Braida Dugarry e...Zidane

A metà degli anni '90 l'incisività di Ariedo Braida sul mercato subisce una brusca frenata e le delusioni si moltiplicano. Nell'estate del 1996 arriva la topica più grande: il Milan - dopo aver attentamente visionato il Bordeaux - acquista Cristophe Dugarry anziché Zinedine Zidane, poi finito alla Juventus. Un errore che Silvio Berlusconi - in maniera simpatica e bonaria - non finirà mai di ricordare ad Ariedo Braida, tanto da rendere quell'episodio un divertente siparietto continuo, anno per anno.

Il trio olandese 'flop'

Nel 1997 altri giocatori delusero le attese, come i tre olandesi Reiziger, Bogarde e Kluivert, tentativo mal riuscito di ricreare un ciclo 'orange' in rossonero. A detta del dirigente, tuttavia, l'acquisto che personalmente ha rappresentato la maggior delusione è il francese Ibrahim Ba, che pareva destinato ad una carriera da stella mondiale e invece conobbe un repentino declino:

"Era il testimonial Nike per il Mondiale del 1998. Io e Capelloeravamo convinti che potesse fare cose importanti”

Matteo Ronchetti
Matteo Ronchetti Direttore responsabile 

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