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Federico Giampaolo: “Mio fratello ha idee di gioco forti e definite”

Federico Giampaolo (credits: Wikipedia)

Federico Giampaolo, fratello di Marco, prossimo tecnico del Milan, ha parlato a 'La Gazzetta dello Sport'. "Feci un provino per il Milan di Arrigo Sacchi"

Daniele Triolo

ULTIME MILAN - Federico Giampaolo, fratello minore di Marco, che diventerà a breve nuovo allenatore del Milan, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Queste le dichiarazioni di Federico Giampaolo:

Sulla grande possibilità Milan: "Merita di andare in una grande squadra dopo l'ottimo lavoro svolto con la Sampdoria. Anzi, c'è arrivato tardi, perché è cresciuto in modo graduale. Allenatori meno esperti e preparati di lui hanno già fatto il salto di qualità".

Sul modulo di Marco Giampaolo: "Punta molto sul 4-3-1-2, questo è vero, ma non è un integralista, sa quando c'è da cambiare. Ma più che il modulo contano soprattutto l'atteggiamento, la testa, la volontà di fare un calcio sempre propositivo e di qualità".

Sulle idee di gioco dell'ex Sampdoria: "Marco ha un'idea di gioco forte e ben definita, la squadra deve avere tempo per capirla e svilupparla nel modo migliore. Non bisogna avere fretta".

Su quanto ha imparato da lui: "Moltissimo. Qualche volta andavo a seguire gli allenamenti della Sampdoria e cercavo di assorbire tutto. Ero una spugna: sarei un folle se non sfruttassi i consigli di Marco. Ma ognuno ha un suo metodo di allenamento, ognuno è sé stesso".

Sul livello raggiunto da Giampaolo senior: "Ha sempre avuto la testa per insegnare ed organizzare. Da giocatore era il classico allenatore in campo: tornava a casa e prendeva appunti sulla partita. Incredibile per un ragazzo di 24-25 anni. Marco è bravo, lo dicono tutti, ed è vero. È molto preparato".

Sulle differenze tra i due da calciatori: "Non ci assomigliavamo in niente. Io ero meglio, più tecnico. Ho fatto il 10, poi anche l'esterno sinistro. Gol e assist. Abbiamo giocato insieme per un anno, a Giulianova, nella stagione 1987-88: io ero giovanissimo, lui era già un regista con la testa sulle spalle. Come detto, il classico allenatore in campo. Che, però, per problemi fisici, ha smesso dieci anni prima di me".

Sul Federico Giampaolo stella del Pescara: "Ogni tanto riguardo i miei gol, ma non per presunzione: la maggior parte erano davvero belli. Se ne vedono pochi nel calcio di oggi".

Sulle differenze tra fare il calciatore e fare l'allenatore: "Il calciatore gioca, scarica la tensione e il martedì riparte. L'allenatore si porta dietro l'adrenalina per tutta la settimana fino alla domenica. Uno pensa per sé, l'altro pensa per tutti. Anche in Serie D, che è un campionato molto complicato, ma la mia Recanatese ha un progetto importante e vuole essere protagonista".

Sulla sua formazione nella Primavera della Juventus: "Un'esperienza importante, ti fa sentire giocatore al 100%, ti insegna la professionalità. Si avverte un'atmosfera diversa. Ma prima di andare alla Juventus, avevo fatto un provino per il Milan di Arrigo Sacchi: tre giorni a Milanello con gente come Ruud Gullit e Marco van Basten. Il massimo per un ragazzo di 18 anni: era il dicembre 1988".

Sulla possibile invidia per il fratello: "Assolutamente no! Stiamo facendo carriere molto diverse, ma è giusto così. Non ho nessun rimpianto per come sono andate le cose. E poi, lo ripeto, da giocatore ero più forte io ...". Intanto, il primo 'regalo' del Milan per Marco Giampaolo è stato Rade Krunic: per scoprire quando svolgerà le visite mediche, continua a leggere >>>

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