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CALCIOMERCATO MILAN

Milan, un calciomercato confusionario: serve il ‘miracolo’ di Allegri

Daniele Triolo Redattore 

Insomma, un calciomercato condotto dal Milan sostanzialmente su due livelli. Da un lato, Furlani, che con i consigli del direttore tecnico Geoffrey Moncada e degli intermediari di sua fiducia ha provato a portare in rossonero un certo tipo di giocatori. Dall'altro, Tare e Allegri, spesso su tutt'altra lunghezza d'onda, sia sui profili da inseguire sia proprio sulla tipologia di ruolo da ricoprire. Con il DS che, ogni tanto, si è anche discostato dall'indirizzo del tecnico livornese.

La sconfitta contro la Cremonese a 'San Siro', un 1-2 inaspettato, ha scoperchiato il vaso di Pandora. Rendendo evidente come questo Milan sia stato costruito non benissimo per il 3-5-2 di Allegri e come necessitasse assolutamente di tre figure chiave. Nel summit di domenica 24 agosto, all'indomani del k.o. contro i grigiorossi, Allegri a 'Casa Milan' ha chiesto l'innesto di un difensore centrale forte, marcatore, in grado di saper guidare il reparto. Poi di un centrocampista e di un attaccante: in questo caso ha fatto due nomi precisi, quelli di Adrien Rabiot e del solito Vlahović.

Sul difensore, dopo aver provato il colpo Manuel Akanji dal Manchester City (finito, per confezionare la beffa, poi all'Inter), il Milan ha ripiegato su Joe Gomez del Liverpool. Trattativa saltata e, alla fine, non è neanche arrivato il centrale di esperienza, bensì il 19enne David Odogu dal Wolfsburg. Un'altra scommessa. Non quello che serviva, decisamente. E se, per Rabiot, la società ha fatto di tutto per accontentare il tecnico -riuscendoci -, sull'attaccante Furlani ha risposto alle suppliche di Allegri andando praticamente a chiudere per un altro semi-sconosciuto, Conrad Harder dello Sporting Lisbona. Anche qui, talento non in discussione, per carità. Ma non sarebbe stata esaudita la richiesta del tecnico. Sarebbe perché, per motivi non meglio precisati, la trattativa è poi saltata e il Milan si è orientato su altri obiettivi.

Ovvero Artem Dovbyk della Roma, per cui, però, è fallito lo scambio con Santiago Giménez. Così l'allenatore toscano è rimasto con due richieste su tre inevase. Oltre che con una rosa molto corta, composta da appena 19 giocatori di movimento, perché alle cessioni dell'ultima ora (su tutte quella di Jiménez) non hanno fatto da contraltare nuovi innesti. È arrivato - gran colpo sulla carta - Nkunku. Il quale, però, di certo non è il numero 9 fisico e di peso invocato dall'allenatore. Ma più un'alternativa di livello assoluto (se gli infortuni lo lasceranno in pace) a Christian Pulisic e Rafael Leão. PROSSIMA SCHEDA