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Montella: “Juventus, provo a batterti ancora. Poi magari un giorno ti allenerò”

Vincenzo Montella, allenatore del Milan (credits: acmilan.com)

Vincenzo Montella, tecnico del Milan, ha rilasciato un'intervista esclusiva alla Gazzetta dello Sport alla vigilia della gara dello 'Stadium': le sue parole

Daniele Triolo

"L'allenatore del Milan, Vincenzo Montella, è stato intervistato in esclusiva da 'La Gazzetta dello Sport' sulla partita che, domani sera, attende i rossoneri allo 'Stadium' di Torino contro la capolista Juventus. Queste le dichiarazioni più importanti dell'Aeroplanino:

"Due vittorie ed una sconfitta per il Milan questa stagione contro la Juventus: i rossoneri partono ancora sfavoriti? “Non ci sottovalutano più, ma che siano quasi imbattibili lo dice il campionato. Sarà una partita chiave: la decideranno approccio, interpretazione ed agonismo, che, da parte nostra, dovranno essere sopra la media. Contro la Juve abbiamo vissuto i momenti più belli della stagione: la vittoria di Doha e quella dell'andata. Stavolta il risultato servirà ancora di più per la classifica”.

"Juan Cuadrado sarà squalificato, sebbene restino ancora le altre 4 stelle nell'attacco bianconero: sollevato? “Quando hai giocatori offensivi che si sacrificano in difesa, per gli avversari è ancora più complicato. Loro hanno aumentato gli attaccanti e mantenuto lo stesso equilibrio. Allegri mi ha sorpreso per bravura e coraggio. Se si considera che non gli restano molte alternative, a parte Pjaca, il nuovo sistema può sembrare una forzatura. Senza Cuadrado potrei aspettarmi una punta in meno ed un doppio terzino in alto”.

"Allenerebbe la Juventus in futuro? “Un professionista all'inizio della carriera non deve precludersi nulla, quindi oggettivamente perché no? Magari allenare la Lazio sarebbe più complicato considerato che a Roma ho casa dall'altra parte della città … Quando avevo 17 anni si parlò di un interessamento della Juve, ero un giovane promettente. Poi mi infortunai e finirono per non cercarmi mai concretamente”.

"Il Milan l'ha cercato e preso: si sdebiterà con un lungo ciclo in rossonero? “Mi piacerebbe, l'importante è avere la possibilità di crescere insieme. Vorrei aiutare la squadra a migliorare ed a vincere ancora, tutto dipende dalla condivisione degli obiettivi e dal sapersi rinnovare. Non è questione di restare un anno, tre, cinque, dieci e nemmeno di cicli da aprire e da chiudere. Tutta teoria: se c'è comunione d'intenti puoi ripartire dallo stesso posto. Alla Fiorentina avevo un contratto, io e la mia famiglia stavamo benissimo eppure sentii che era il momento di fermarsi”.

"Al Milan l'obiettivo è l'Europa: se si fallisce, tutto da rifare. Giusta sintesi? “No, troppo riduttivo. Intorno al risultato gira molto, non tutto. Penso sia più giusta una valutazione complessiva, che, esempio, possa prescindere dall'arrivo al sesto o settimo posto. Il mio giudizio è già positivo, sono contento della crescita e dell'atteggiamento della squadra. Champions? Recuperare posizioni lassù è difficile, ma l'ambizione bisogna sempre porsela. Se magari allo 'Stadium' ...”.

"Con il Milan 'cinese' Montella rinnoverà? “Dipende dalla società, ad ognuno il suo lavoro. La domanda non mi è ancora stata fatta. Nel caso, risponderei cercando di capire gli obiettivi, la valutazione che danno della rosa e quello che vogliono da me”.

"Se restasse Silvio Berlusconi si sentirebbe in discussione? “Credo sinceramente che il Presidente mi stimi. E ho già detto che per avermi fatto allenare la squadra di cui sono tifoso lo ringrazierò sempre. Conosce il calcio, parlare con lui è piacevole: ascolto i suoi suggerimenti anche se a volte non collimano con i miei. Capita che per vincere si possa anche non avere il controllo totale: se ce l'hai e poi non finalizzi diventa un boomerang. Lui vorrebbe magari Suso seconda punta o De Sciglio centrale ma in generale abbiamo pensieri vicini. So stare al mio posto e non sono io che vado a cercare Berlusconi. Mi rapporto quotidianamente con Galliani, che è un grande dirigente, di cui nessun allenatore, e non è un caso, si è mai lamentato”.

"Con i cinesi, si potrebbero puntare i top player. Sogna Cesc Fábregas? “Tecnicamente, è fortissimo. Ma se avessi 150 milioni, ricomprerei i miei, a cui devo tutto. Ognuno a modo suo è stato utile, e questo mi soddisfa: a volte abbiamo dovuto fare a meno per infortunio di cinque nazionali italiani e chi ha giocato ha fatto bene lo stesso. Per me i migliori al mondo sono loro. E poi dobbiamo finire il campionato. Con Berlusconi proseguirebbe il progetto dei giovani italiani? L'importante è capire le aspettative e insieme vedere cosa offre il mercato. Si possono fare buone cose anche senza budget, prendendo giocatori adeguati e funzionali”.

"Che titolo sceglie per questa vicenda del closing? “Opening! Scherzi a parte, qui funziona tutto, nessun alibi. Ogni componente lavora con serietà al servizio della squadra: management, segreteria, ufficio stampa, magazzino, giardinieri, cucina. Non c'è niente che non mi piaccia o che non funzioni. C'è la grande organizzazione che ho sempre immaginato. Si percepisce la mentalità di chi ha una grande storia e pensa sempre in grande, al di là degli ultimi risultati meno gratificanti. Ho trovato una famiglia con tante anime pronte a sostenerti, ho cercato di stare un passo indietro per capire la struttura ed i pensieri di tutti. La criticità maggiore è stata ricostruire la convinzione dei giocatori. Anche se Mihajlovic aveva fatto un buonissimo lavoro: fosse rimasto, magari avrei allenato la squadra in Europa”.

"Per cosa vorrebbe essere ricordato? “Non mi piace darmi meriti e neppure essere incensato. Non mi do voti, dagli altri mi basterebbe ricevere la sufficienza, un 6. Il massimo a cui potevo ambire anche a scuola”.

"Con il Milan davanti all'Inter il voto migliorerebbe? “Arrivare anche un solo punto sopra di loro, che hanno fatto grandi investimenti, mi farebbe piacere. Ma non mi valuto in rapporto agli altri, solo rispetto a quanto faccio con la mia squadra. Mi auguro semmai che il derby riguardi presto zone più alte della classifica. Per l'Europa ci sono tanti competitor: anche l'Atalanta durerà fino alla fine”.

"Cosa pensa la squadra di lei? Tutto chiarito anche con Bacca? “Possono anche dire che non capisco molto di calcio ma non che sono un ipocrita o un falso. Mi spiacerebbe. Sono sempre trasparente, anche con qualche bugia, intesa come bugia bianca. Si può mentire senza essere ingannevoli. Bacca? Chiedete conferma a lui: le volte che è uscito arrabbiato ce l'aveva principalmente con sé stesso. Poi ci ha portato tutti a cena”.

"Ieri sera conto addebitato a Maiorino … “Da giocatore non amavo le cene di gruppo. Già vedevo i compagni tutti i giorni. Poi c'è chi ha famiglia, o altri amici … Ma se non è una forzatura, come in questi casi, è piacevole”.

"Tra Gianluigi Donnarumma e Manuel Locatelli chi l'ha stupita di più? “Gigio è il più maturo. Locatelli finora ha avuto un grande rendimento anche considerato il rapporto tra il ruolo e l'età che ha. Una lieve flessione è normale, l'importante è che non vada a minare le sue certezze interiori: certe fasi sono più produttive di quando vieni esaltato per ogni cosa che fai. Lui ha grande equilibrio: in prospettiva potrà fare anche il centrale nella difesa a tre. Ed anche Calabria saprà dare il suo contributo. Tutte le squadre vincenti, nella storia, hanno contato su un gruppo di giocatori arrivati dal vivaio. Magari è anche per questo che i nostri tifosi sono sempre stati al nostro fianco. Tra gli altri giovani vedo Romagnoli cresciuto nel 'mestiere', Pasalic in prospettiva è il prototipo del centrocampista moderno. Deulofeu ha impressionato per la rapidità con cui si è inserito, senza dimenticare Suso”.

"E' mancato solo M'baye Niang? “Come Balotelli ha potenzialità enormi, per caratteristiche forse è più adatto al calcio inglese. Si è impegnato molto, anche se a volte in maniera insufficiente. Magari tornerà più forte”.

"Montella allenatore avrebbe schierato Montella attaccante? “Non so se l'avrei fatto giocare sempre. Potessi scegliere un 9, vorrei Van Basten. Io poi da subentrato facevo grandi cose”.

"A Firenze vinceva con il bel gioco, al Milan con il cuore. Quale dei due Montella si avvicina di più alla realtà? “Mi auguro di essere cresciuto anche io, di essermi evoluto ed adattato alle caratteristiche del gruppo. Se non c'è urgenza di risultati il mio calcio è quello in cui si gioca di più la palla. Alla Fiorentina l'obiettivo era riportare la gente allo stadio e non potevamo che proporre un calcio divertente. In più abbiamo anche ottenuto risultati stratosferici. L'anno più difficile non è certo questo, semmai quello alla Samp, perdevamo quasi sempre ...”.

"Nei suoi metodi sono comparsi yoga e dieta … “Non credo più ai metodi con i quali sono stato allenato io. Per intendersi, niente gradoni. Su tecnica e tattica non si inventa più niente, allora devi curare diversi aspetti, come il recupero fisico e psicologico. Yoga, alimentazione e sonno sono aspetti fondamentali. Il mental coach? Quello dei giocatori è l'allenatore, così finisce lui per averne bisogno. Confesso: io mi rivolgo a più di uno. A Milanello passo 7-8 ore, poi ho scoperto l'importanza di staccare e di non vivere con l'ossessione del calcio. Magari sì, lavoro meno di prima Se porterò il mio metodo all'estero? Non avrei difficoltà, penso arricchisca. Certi campionati e certe città mi piacciono più di altre. Londra, per esempio. Tra quelli che ho avuto, il più bravo è Spalletti: poteva farmi giocare di più, ma mi ha aperto la mente. Se mi piace come ha gestito Totti? Fossi stato il suo confidente, l'anno scorso l'avrei fatto smettere. Sarebbe stato perfetto. Ma capisco anche la voglia di continuare a regalare emozioni”.

"Le sue emozioni quali sono? “I miei figli, sono per prima cosa un papà orgoglioso, poi tutto il resto. Mio figlio Alessio ha appena compiuto 18 anni, ha lasciato il calcio per studiare, non so da chi abbia preso. Ha superato l'esame alla Bocconi, management aziendale. Se sono diventato allenatore, è per un suo suggerimento”.

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