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Berlusconi detta la strada, ma il Milan fallisce su tutta la linea

Silvio Berlusconi Milan
L'esonero di Mihajlovic, voluto dal presidente Berlusconi e l'arrivo sulla panchina del Milan di Cristian Brocchi, dovevano rappresentare la svolta ma le cose stanno andando diversamente.

Donato Bulfon

Un Milan troppo brutto per essere vero. O meglio troppo vero da risultare bruttissimo. La gara di ieri sera contro il Carpi a San Siro, ha riportato a galla tutti i problemi che avevano portato il Milan di Mihajlovic lontano dall'Europa che conta e ad un anonimo sesto posto in classifica.

L'esonero del serbo, voluto dal presidente Berlusconi e il conseguente arrivo sulla panchina del Milan del tecnico della Primavera, Cristian Brocchi, dovevano rappresentare la svolta e il ritorno al "bel giuoco", tanto osannato nelle stanze presidenziali. Ma, dopo un'illusoria vittoria a fatica contro una buona Sampdoria, il nuovo Milan va in bianco tra le mura amiche del Meazza contro un mai domo Carpi. La prestazione dei rossoneri contro la neopromossa ha segnato il completo fallimento dell'ideologia di calcio proposta (o forse anche imposta?) da Silvio Berlusconi: il cambio tra Sinisa Mihajlovic e Cristian Brocchi, non sortisce gli effetti sperati. Anzi, l'utilizzo, invocato da Arcore, di Kevin-Prince Boateng sulla trequarti, si rivela un clamoroso flop. Forse aveva ragione il buon Sinisa che aveva sempre affermato che il ghanese non era fisicamente pronto per affrontare una gara dall'inizio?

Certo, questa era la seconda gara e un calo è possibile, ma il tempo è poco e quello che al momento si è visto è un Milan che ha fatto molti passi indietro rispetto a quello di Mihajlovic, che aveva una sua ben definita fisionomia. Il Milan voluto da Berlusconi si rivela inadatto a spiccare il volo. E questa non è una buona notizia per tutti i tifosi rossoneri.

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