Il Milan ha deciso da tempo di dotarsi di un nuovo stadio, più moderno e polifunzionale rispetto all'attuale San Siro, che possa vivere H24, 7 giorni su 7, e far schizzare la patrimonializzazione della società e gli incassi da stadio. Una necessità, più che un semplice vezzo, che parte da lontano, da quando ancora c'era Silvio Berlusconi presidente. L'idea di dotarsi di una nuova struttura è poi stata portata avanti anche dal fondo Elliott prima e poi da Redbird, attuale proprietario del Club rossonero.
Nuovo stadio Milano per Milan e Inter: San Siro 2.0 o San Donato?
L'idea di Barbara Berlusconi
—Quando Silvio Berlusconidecise di sdoppiare il ruolo di amministratore delegato, affiancando ad Adriano Galliani la figlia Barbara Berlusconi, nacque per la prima volta l'idea di cambiare 'casa' e di abbandonare l'attuale stadio Meazza in San Siro. Il progetto del Milan, allora, era quello di costruire un impianto nuovo in Fiera Milano, in zona Gattamelata, così da tenere molto vicine la Sede di Casa Milan e lo stadio. L'area, però, risultava abbastanza piccola e le difficoltà importanti e presto questa idea venne accantonata, anche per il passaggio di proprietà del Milan da Berlusconi al cinese Yonghong Li.
Ristrutturare lo stadio Meazza
—Dopo il default di Yonghong Li, il Milan passa al fondo americano Elliott che prende in esame l'ipotesi di ristrutturare l'attuale San Siro. I tempi (incerti), i costi (elevati) e le difficoltà di portare avanti i lavori con due squadre impegnate ogni settimana sul campo del Meazza, hanno fatto sì che il Milan cominciasse a scartare questa pista, per dedicarsi ad altro, nonostante la ritrosia di una parte della tifoseria e dell'amministrazione comunale. Alla fine anche il saldo costi-benefici ha spinto la famiglia Singer a guardarsi attorno, incaricando il presidente Paolo Scaroni di occuparsi del tema.
Il nuovo stadio Milan a San Donato
—Incontrando tantissime resistenze a Milano, sia in zona San Siro che in quella La Maura (adibita al Trotto e ai concerti), il Milan comincia a spostare la sua attenzione fuori città, nell'hinterland. Ecco quindi che nasce la possibilità di erigere un nuovo stadio a San Donato, in zona San Francesco, con una più compiacente amministrazione comunale.
Il Milan acquista i terreni, effettua la bonifica e avvia tutti gli iter necessari, arrivando fino alla discussione dell'Accordo di Programma, che avrebbe dovuto mettere insieme tutti gli enti preposti per definire nel dettaglio i lavori infrastrutturali necessari e di viabilità per collegare il nuovo stadio al territorio circostante. Qui però arriva il colpo di scena. L'Inter cambia proprietà, passando da Zhang al fondo americano Oaktree, e l'amministrazione comunale di Milano torna a spingere per uno stadio condiviso, affinchè le due squadre non abbandonino entrambe la città. Il Milan decide quindi di sospendere l'Accordo di Programma.
Nuovo stadio Milan e Inter in zona San Siro
—Dopo un breve periodo in cui il sindaco Sala 'costringe' i due Club a sedersi al tavolo per riprendere in mano l'ipotesi (poi di nuovo bocciata) di una ristrutturazione del Meazza per mano di Webuild, Milan e Inter decidono di puntare nuovamente su uno stadio condiviso in Zona San Siro. Il nuovo progetto prevederebbe la costruzione di un impianto nuovo nella stessa area, accanto al vecchio Meazza, e la successiva rifunzionalizzazione del vecchio stadio. Trovata una convergenza, l'Agenzia delle Entrate dà la sua valutazione economica per la vendita dell'attuale impianto e dell'area circostante: 197 milioni (di cui 73 per il Meazza).
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Come nel gioco dell'oca siamo tornati dopo anni di nuovo al punto di partenza, in attesa di una decisione di Milan e Inter se costruire insieme un nuovo stadio. Le difficoltà restano tante, così come i rischi legali di cause intentate dai cittadini che si vedranno costruire davanti, vicino casa, uno stadio. Siamo a questo punto della storia, in attesa di un altro capitolo, che - presumibilimente - verrà scritto tra l'estate e l'autunno del 2025, quando entrerà in vigore il vincolo sul secondo anello del Meazza. Se entro quella data Milan e Inter non avranno acquistato lo stadio e l'area circostante, il progetto sarà destinato a naufragare nuovamente, vista l'impossibilità di abbattere, almeno in parte, l'attuale stadio.
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